Ma gli androidi sognano pecore elettriche? Una notte alla Fabbrica del Vapore, ricordando Blade Runner. Musica elettronica e visual, targati MITO e Club to Club

“Ho visto cose che voi umani non potete immaginare, navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia…”. Come non riconoscerlo già dalle prime parole. È “Blade […]

Ho visto cose che voi umani non potete immaginare, navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia…”. Come non riconoscerlo già dalle prime parole. È “Blade Runner”, l’ormai leggendario monologo di Rutger Hauer, nei panni del replicante Roy Batty, in punto di morte.
A trent’anni dall’uscita del film di Ridley Scott, capolavoro dalle atmosfere cyberpunk che ha segnato l’immaginario di intere generazioni, arriva a Milano un evento speciale organizzato da MITO SettembreMusica, in collaborazione con Club To Club. Un progetto tutto dedicato all’indimenticabile film e al romanzo visionario di Philip K. Dick che lo ispirò.

Precipitati in un’atmosfera da sogno, effimera come la più narcotica delle visioni, ma cruda come la più vivida realtà, gli spettatori si ritroveranno dentro a una esplosione di evocazioni sonore e visive, rievocando la magia di una pellicola che fece epoca. Do Androids Dream Of Electric Sheep? , ospitato nella Cattedrale della Fabbrica del Vapore, mixa musica elettronica, soundscape, ambientazioni sceniche e visual, per ricreare proprio quell’orizzonte estetico, decadente, futuristico e romanticamente feroce, che il film seppe rubare al libro, traducendolo in immagini.
Così, i ritmi digitali di Jimmy Edgar, tra tech-house e Detroit, qui col suo nuovo led show Majenta, si fondono con quelli onirici di Kuedo, maestro nell’intessere paesaggi futuristici densi d’emotività, così vicini alle sonorità di Vangelis, composte per “Blade Runner”.  

E poi, per la parte visiva, c’è il designer Canedicoda, spericolato creatore di ambienti, in cerca dell’essenza di oggetti, forme, materiali, combinati per stravolgere la percezione dei luoghi. Tra costumi e proiezioni che riportano alla città dei replicanti, si muove anche YokoKono, alias dell’artista visiva Cristiana Palandri, da sempre in bilico nell’appassionata ricerca creativa che, attingendo da arte e musica, partorisce una personalissima mitologia.
Gli ingredienti ci sono tutti, per una viaggio ai confini della realtà. E che sogno sia, ad occhi aperti, per una notte da  fantascienza.

– Helga Marsala

“Do Androids Dream Of Electric Sheep?”
Giovedì 13 Settembre 2012
Fabbrica del Vapore – Cattedrale, Milano
dalle ore 22

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

Scopri di più