E io rivoluziono la galleria (proprio il concetto di galleria). Guido Cabib in guerra contro la deriva mercantilistica: a Milano debutta a giugno il suo The Format, che trasforma il collezionista in mecenate
“Siamo davanti a una crisi seria, che riguarda le gallerie ma anche tutto il sistema dell’arte. Una crisi che è economica e finanziaria, ma anche profondamente culturale. Fra le cause di ciò ci sono certamente la dominante ideologia del mercato, associata ad un’incontrollata esterofilia: e per cambiare rotta, c’è bisogno di una rivoluzione radicale”. Entra […]
“Siamo davanti a una crisi seria, che riguarda le gallerie ma anche tutto il sistema dell’arte. Una crisi che è economica e finanziaria, ma anche profondamente culturale. Fra le cause di ciò ci sono certamente la dominante ideologia del mercato, associata ad un’incontrollata esterofilia: e per cambiare rotta, c’è bisogno di una rivoluzione radicale”. Entra direttamente nel cuore del problema, Guido Cabib, lo storico gallerista della Changing Role ora a Roma, che Artribune interpella per sapere dalla sua viva voce cosa bolle in pentola con il nuovo progetto che ha appena annunciato e che avrà sede a Milano. Si chiamerà The Format – Contemporary Culture Gallery, e più che un semplice spazio espositivo sarà – così si presenta – il nuovo modo di fare Galleria. Un nuovo format, appunto. “Ormai ho oltre vent’anni di esperienza, non mi piace girare attorno ai problemi, intendo fare qualcosa di forte. Che in questo caso si trasformerà in una rivoluzione delle parti in causa nella produzione e nella veicolazione dell’arte contemporanea. Con il progetto The Format Choice voglio inserire il collezionista, che oggi è il terminale di un percorso che è solo mercantile, al fianco dell’artista fin dall’inizio di un processo che dovrà riscoprire come prioritarie le ragioni culturali. Il tutto alla luce del sole, pubblicamente”.
Una sorta di nuova versione di Factory, e del resto non pare un caso che Cabib citi gli anni Sessanta come ambito a cui – paradossalmente? – guardare per la galleria del futuro. Con progetto che si struttura in diverse sezioni, delle quali The Choice è solo la più dirompente. “Ci sarà una call pubblica per artisti giovani ed emergenti, dei quali saranno analizzati i progetti, assieme ad un curatore scelto dallo stesso artista. Contemporaneamente si cercherà un collezionista che supporterà il lavoro fin dalle fasi iniziali, condividendone le finalità e gli sviluppi creativi, partecipando anche personalmente”. Il tutto con una base fisica: che sarà The Format Gallery, spazio espositivo situato a Milano, circa 120 mq nel quartiere dei Navigli. The Format Versus sarà l’area del progetto che seguirà l’integrazione con le altre forme culturali artistiche, design, danza ,teatro, cinema, enogastronomia, ambiente, mentre The Format Knowledge programmerà una serie di incontri, presentazioni di libri, conferenze durante la programmazione dei vari eventi culturali e tra un allestimento e l’altro. Ma l’altra novità quasi scioccante sarà The Format Collector’s Suite: una Suite di circa 50 mq allestita al piano superiore della Gallery, con affaccio sulla sala espositiva, dove la Direzione Artistica inviterà di volta in volta collezionisti, artisti, curatori, critici e personaggi della cultura a passare una notte in galleria.
Innovativo, sicuramente: ma quando accadrà tutto ciò? Il debutto è già fissato: inaugurazione il 27 giugno con una personale di Seba Kurtis, artista con il quale Cabib ha già collaborato per una personale a Fotografia Europea a Reggio Emilia, curata da Daniele De Luigi (“stavolta l’abbiamo scelto noi, e non ci sarà un collezionista coinvolto dall’inizio, ancora non siamo a regime”, spiega Cabib).
– Massimo Mattioli
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