Nostra Signora Marina Abramović. Dopo Milano, Bologna: un film sulla sua vita e il premio del Biografilm Festival. La solita minestra o il trionfo di una star?

È indiscutibilmente lei, Madame Abramović, la star di questa primavera dell’arte italiana. Regina della performance, icona dell’arte contemporanea al femminile, ha catturato centinaia di visitatori per l’opening del suo ultimo progetto, pensato per gli spazi del Pac. Tanta attenzione dai media e una scia di appuntamenti che segue la gran soirée di martedì scorso. Anche fuori Milano. […]

È indiscutibilmente lei, Madame Abramović, la star di questa primavera dell’arte italiana. Regina della performance, icona dell’arte contemporanea al femminile, ha catturato centinaia di visitatori per l’opening del suo ultimo progetto, pensato per gli spazi del Pac. Tanta attenzione dai media e una scia di appuntamenti che segue la gran soirée di martedì scorso. Anche fuori Milano. Il Mambo, per esempio, celebra l’artista venerdì 23 marzo, presentando nelle sale del Cinema Odeon, in occasione di Biografilm Festival, lo straordinario documentario firmato da Matthew Akers, Marina Abramović: The Artist is Present. Un film – uscito oggi nelle sale italiane – che arriva a quarant’anni dal debutto della Abramović e che ne attraversa vita e carriera, indissolubilmente, ferocemente, poeticamente intrecciate. Il lungometraggio, a partire dall’11 luglio 2012, sarà distribuita da Feltrinelli per la collana Real Cinema.
E poi, un premio. Conferito proprio dal festival bolognese: il prestigioso “Lancia Celebration of Lives Award”, quest’anno, incorona l’artista jugoslava, la cui biografia rivela una forza emotiva e una lucidità intellettuale indiscutibili. Mettendo in gioco le proprie certezze e spezzando quei recinti morali, linguistici, psicologici che orientano scelte e destini di ognuno, Marina ha investito il suo stesso essere-al-mondo, grazie a una riflessione puntuale sul vivere, il morire, lo spazio, il tempo, il dolore, il corpo, la responsabilità, la natura dei legami. Trasformarsi e trasformare lo sguardo del pubblico, attraverso esperienze creative condotte sul bordo delle cose, lungo il limite dell’esistenza: questo il suo modo di diventare, ogni giorno, artista. Col rischio, magari, di non essere sempre capita, approvata.

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Marina Abramovic con il Lancia Award

“Sono molto felice di questo premio – ha dichiarato – perché, quando ho iniziato a lavorare come performance artist, questo tipo di arte non veniva riconosciuta. Ricevere questo premio oggi dimostra che il mio lavoro è stato apprezzato e ne sono molto grata”. E se un tempo faceva fatica a far digerire a pubblico e critica le sue provocazioni estetiche, oggi, Marina Abramović, è una star. Non solo riconosciuta, ma celebrata come un pezzo di storia dell’arte contemporanea.
Qualcuno, però, all’indomani dell’evento milanese, la frecciatina l’ha buttata là. Non sarà forse la solita minestra? Tra ripetitività e mollezza, certuni troverebbero che un po’ di smalto, nel lavoro della Signora, sia venuto meno. Non lo stesso vigore di una volta, non le stesse sorprendenti intuizioni. Ma diciamocelo: quest’ansia di tradirsi e rinnovarsi a ogni stagione, per un fuoriclasse di questo calibro, è poi così necessaria? Ci sarebbe da chiedersi, semmai, quanto attuali e potenti siano, a conti fatti, le proposte dei tanti giovani artisti corteggiati da premi, biennali, musei pubblici e gallerie di tendenza. Il nuovo che avanza, debolmente, contro il vecchio che tiene, egregiamente?

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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