Basel Updates: ancora Art Unlimited, stavolta andiamo a curiosare around the world

Art Unlimited, puntata numero due. Stavolta si parla di gallerie internazionali, ma cominciando proprio con un torinese doc. Per Tschudi, galleria con base a Glarous, c’è infatti Mario Merz con otto igloo in pietra e metallo (74 gradini riappaiono in una crescita di geometria concentrica, 1992) che invadono un lungo tratto dell’ampio corridoio. Accanto a […]

Art Unlimited, puntata numero due. Stavolta si parla di gallerie internazionali, ma cominciando proprio con un torinese doc. Per Tschudi, galleria con base a Glarous, c’è infatti Mario Merz con otto igloo in pietra e metallo (74 gradini riappaiono in una crescita di geometria concentrica, 1992) che invadono un lungo tratto dell’ampio corridoio. Accanto a lui altri nomi storici: da Dan Flavin a Robert Rauschenberg, da James Turrell a Hannan Wilke, con lavori degli anni Sessanta e Settanta.
Un’edizione, questa, che sembra voler proporre una sorta di confronto generazionale, accostando ai maestri artisti delle ultime generazioni. Per fare solo qualche nome: di Hans-Peter Feldman (303 gallery, New York) è esposta Stamps with Paintings, una preziosissima collezione di 180 francobolli originali, provenienti da uffici postali di tutto il mondo, che riproducono opere d’arte con nudi femminili; mentre di Robert Longo (Thaddaeus Ropac, Parigi) c’è Untitled (Wailing Wall), del 2011, un enorme disegno a carboncino composto da cinque pannelli, appartenente al ciclo God Machines dedicato alle tre maggiori religioni monoteiste. E ancora, lo svedese Christian Andersson (Nordenhake, Stoccolma), più giovane degli altri due, rivede il surrealismo di Renè Magritte rendendo omaggio al famoso dipinto del 1950 The art of conversation: ne manipola i contenuti e lo trasforma in una installazione gigante dal titolo To R.M. For EVER.
Il duo Allora&Calzadilla (Chantal Crousel, Parigi), sugli scudi con la presenza al padiglione USA della Biennale di Venezia, convince con una grande scultura in schiuma su cui poggia una bilancia in disequilibrio, ironica rappresentazione di una giustizia aleatoria e precaria.
Rirkrit Tiravanija (Gavin Brown’s enterprise, New York), infine, arriva con un nuovo, recentissimo lavoro (Untitled 2011 – Passport to the underworld) che vede nel viaggio – fisico e spirituale – un’avventura poetica, possibilità concreta di accrescere la conoscenza del mondo e di sé stesso. Un viaggio senza inizio, né fine. Unlimited, in una parola…

– Alessandra Ferlito

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