Polanski e Horowitz lungo “La strada dei ricordi”

Due artisti, le loro osservazioni, l'esperienza. I registi Mateusz Kudla e Anna Kokoska Romer seguono e mostrano una conversazione tra due importanti autori del nostro cinema sopravvissuti all'Olocausto

Dal 25 gennaio al cinema con Visione Distribution ed Europictures c’è il documentario Hometown, la strada dei ricordi. Il film, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, mostra un ritratto di Roman Polanski e del suo amico d’infanzia Ryszard Horowitz che, passeggiando per Cracovia, ripercorrono la loro vita d’infanzia miracolosamente sopravvissuti all’Olocausto. Tra ricordi dolori e momenti di ironia, i due si raccontano affrontando macro temi come il passaggio del tempo, la memoria, la ricerca del senso e il tentativo di definire la propria identità.

LE DICHIARAZIONI DEI REGISTI

“Durante la realizzazione del film, ho voluto che i personaggi si sentissero a proprio agio, permettendo allo spettatore di conoscere gli eroi da un punto di vista molto personale. Da qui l’idea che la camera potesse seguire discretamente gli amici mentre camminavano e parlavano tra loro”, scrivono i due giovani registi del Hometown, la strada dei ricordi, Mateusz Kudla e Anna Kokoska Romer. “Roman e Ryszard hanno ripercorso luoghi che hanno suscitato ricordi di infanzia e giovinezza, e ciò li ha incoraggiati ad aprirsi e condividere i loro sentimenti nascosti. Il percorso è completato dalla narrazione di Ryszard fuoricampo che, con voce affettuosa, introduce lo spettatore al contesto drammatico degli eventi che racconta, condivide i suoi sentimenti e riflessioni, dipinge un ritratto del suo amico, e allo stesso tempo scopre qualcosa di importante di sè”.

DALLA TRAMA UFFICIALE

Roman Polanski e Ryszard Horowitz sono tornati in Polonia per condividere i ricordi più personali della loro infanzia e giovinezza. Camminando per le strade di Cracovia, ripercorrono il passato e ricordano i momenti difficili della loro vita, durante l’Olocausto, quando si incontrarono nel ghetto ebraico costruito dai nazisti. Raccontano una storia di sopravvivenza – come Horowitz divenne uno dei bambini più giovani salvati da Oscar Schindler e come Polanski si nascose in un piccolo villaggio dopo essere fuggito dal ghetto, nella casa di una povera famiglia contadina. E anche se sono sempre stati diversi – la loro passione li ha tenuti insieme. Hanno saltato la scuola per andare al cinema, hanno sviluppato le loro prime fotografie e si sono innamorati dell’arte. Nella triste realtà della Polonia comunista, contro il volere dei governi, hanno studiati i grandi artisti, hanno scoperto la bellezza del jazz e hanno iniziato a pensare di lasciare il paese. Da quando Polanski ha lasciato Cracovia per girare film e Horowitz è fuggito a New York per perseguire la sua carriera nel campo della fotografia, non hanno mai avuto la possibilità di rivedersi in Polonia. Ora, dopo molti anni, tornano a vedere tutti i luoghi che li hanno resi quelli che sono oggi.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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