Dante e la cultura del Trecento a Mantova: la grande mostra a Palazzo Ducale

Dante fu mai a Mantova durante il suo esilio? Quel che è certo è che una delle prime edizioni della Divina Commedia fu realizzata nel capoluogo lombardo, che ora celebra i settecento anni dalla morte del Sommo Poeta con una grande mostra a Palazzo Ducale. Ecco il videoreportage

Mantova fu una delle tre città dove nel 1472 la Divina Commedia di Dante Alighieri fu stampata per la prima volta: fonti storiche riferiscono che l’edizione fu curata dagli umanisti Colombino Veronese e Filippo Nuvoloni e venne materialmente eseguita da Giorgio e Paolo Puzbach, originari di Magonza. Sempre Mantova ospitò forse per un breve periodo il “ghibellin fuggiasco” nei decenni in cui Bonacolsi e Gonzaga si contendevano la guida della città, pronta ad affermarsi nel panorama geopolitico del tempo. 

ANCHE MANTOVA CELEBRA DANTE

Il capoluogo lombardo oggi non può dunque esimersi dal celebrare i 700 anni dalla morte di Dante e lo fa con una grande mostra a Palazzo Ducale, dal 16 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022, che raccoglie testimonianze della cultura del Trecento in dialogo con rimandi danteschi. Dal titolo “Dante e la cultura del Trecento a Mantova”, per Stefano L’Occaso, Direttore di Palazzo Ducale “il rapporto tra il sommo poeta e la città di Mantova, inscindibile in virtù dei natali virgiliani, sarà indagato da questa preziosa mostra che per la prima volta presenta una panoramica dell’arte a Mantova nel Trecento”.

VIRGILIO E LA FONDAZIONE DI MANTOVA NELLA DIVINA COMMEDIA

Non dimentichiamo che è infatti la figura di Virgilio quella che segna il legame profondo e di maggior suggestione tra Alighieri e la città: il poeta latino è la guida di Dante attraverso Inferno e Purgatorio e nel XX canto gli rivela il mito della fondazione di Mantova. Tra i dannati, Dante scorge infatti l’indovina Manto, figlia del tebano Tiresia, che alla fine del suo girovagare approda in riva al Mincio; alla sua morte, il figlio Ocno fonda una città e la intitola alla madre. Questa – conclude Virgilio – è la vera origine di Mantova.
Diverse, in ogni caso, le opere della reggia che rimandano al sommo poeta, come il suo ritratto in una lunetta della Galleria degli Specchi, nell’affresco attribuito alla bottega di Antonio Maria Viani o il calco in gesso ricavato nel 1921 (seicento anni dalla morte di Dante) dal bassorilievo del monumento funebre a Ravenna.

NUOVI ALLESTIMENTI A PALAZZO DUCALE

Queste e altre testimonianze, sono raccolte nella mostra che è stata anche l’occasione per riprogettare interamente l’allestimento delle Sale dell’Appartamento di Guastalla in Corte Vecchia, dove le opere già in Ducale saranno arricchite con i prestiti provenienti da collezioni italiane e internazionali, permettendo di cogliere lo spirito del tempo e di ricostruire contesti dispersi nel corso dei secoli.

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