Dante e la cultura del Trecento a Mantova

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DI PALAZZO DUCALE
Piazza Sordello, 40 , Mantova, Italia
Date
Dal al

attivo dal lunedì al venerdì con orario 8.30-19.00 e il sabato con orario 8.30-14.00

Vernissage
15/10/2021
Generi
arte antica
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La mostra sul sommo poeta e la cultura del suo tempo.

Comunicato stampa

Tutta l’Italia celebra Dante a 700 anni dalla morte e Mantova non può mancare: sarà infatti
protagonista con una mostra, organizzata da Palazzo Ducale all’interno del programma nazionale
di celebrazioni del sommo poeta, intitolata Dante e la cultura del Trecento a Mantova.
L’esposizione – la prima mai dedicata alle arti del XIV secolo della città – mette a fuoco la cultura
letteraria e figurativa dei primi del Trecento: sono i decenni che videro Bonacolsi e Gonzaga
avvicendarsi alla guida di una città pronta ad affermarsi nel panorama geopolitico del tempo, e che
forse ospitò per un breve periodo il “ghibellin fuggiasco”.
Dante fu mai realmente a Mantova? Forse che sì, forse che no. C’è un passaggio della Quaestio de
aqua et terra in cui appare l’inequivocabile frase "existente me Mantuae" (mentre ero a Mantova):
se l’autore del manoscritto fosse davvero Dante – la circostanza è verosimile ma controversa – la
questione sarebbe risolta. Altro discorso, invece, per la Divina Commedia: due copie manoscritte
sono certamente presenti nella biblioteca dei Gonzaga, secondo l’inventario del 1407. D’altronde
Mantova fu una delle tre città dove nel 1472 il capolavoro dantesco fu stampato per la prima volta:
l’edizione, curata dagli umanisti Colombino Veronese e Filippo Nuvoloni, venne materialmente
eseguita da Giorgio e Paolo Puzbach, originari di Magonza.
Diverse, in ogni caso, le opere della reggia che rimandano al sommo poeta: il suo ritratto in una
lunetta della Galleria degli Specchi, nell’affresco attribuito alla bottega di Antonio Maria Viani; il
calco in gesso ricavato nel 1921 (seicento anni dalla morte di Dante) dal bassorilievo del
monumento funebre a Ravenna. Ma è naturalmente Virgilio il legame più stretto e di maggior
suggestione con la città: il poeta latino è la guida di Dante attraverso Inferno e Purgatorio e nel XX
canto gli rivela il mito della fondazione di Mantova. Tra i dannati, Dante scorge infatti l’indovina
Manto, figlia del tebano Tiresia, che alla fine del suo girovagare approda in riva al Mincio; alla sua
morte, il figlio Ocno fonda una città e la intitola alla madre. Questa – conclude Virgilio – è la vera
origine di Mantova. A Palazzo Ducale, dal 16 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022, testimonianze della
cultura del Trecento e rimandi danteschi dialogheranno dunque all’interno della mostra.
L’esposizione sarà inoltre l’occasione per riprogettare interamente l’allestimento delle Sale
dell’Appartamento di Guastalla in Corte Vecchia. Il progetto, a cura di GTRF Tortelli Frassoni
Architetti Associati di Brescia, integrerà le opere già in Ducale con i prestiti provenienti da
collezioni italiane e internazionali, permettendo di cogliere lo spirito del tempo e di ricostruire
contesti dispersi nel corso dei secoli.
Suggestiva è la vicenda della Cappella Bonacolsi, luogo di culto privato collocato nella dimora dei
primi “Capitani del Popolo” di Mantova, i cui affreschi strappati nel corso dell’Ottocento saranno in
parte ricomposti, come nel caso del Matrimonio mistico di santa Caterina. La figura di santa
Caterina con la Madonna e il Bambino, proprietà della mantovana Fondazione Freddi, verrà
affiancata al San Leonardo del Willumsens Museum di Frederikssund (Danimarca). L’affresco è
stato a lungo riferito al maestro Giotto. In mostra saranno inoltre esposti due straordinari codici in
arrivo dalla Bibliothèque Nationale de France, con miniature di somma qualità, e dalla Biblioteca
Nazionale Marciana. E naturalmente esemplari della Commedia: il manoscritto della Biblioteca
Trivulziana di Milano, appartenuto alla famiglia mantovana dei Cavriani, e la prima edizione a
stampa del capolavoro (1472) dalla Biblioteca Civica di Verona.
“Palazzo Ducale è molto orgoglioso di partecipare, all’interno del programma nazionale del
Ministero della Cultura, alle celebrazioni dantesche che stanno animando i palinsesti culturali di
molte istituzioni italiane in questo. Il rapporto tra il sommo poeta e la città di Mantova, inscindibile
in virtù dei natali virgiliani, sarà indagato da questa preziosa mostra che per la prima volta
presenta una panoramica dell’arte a Mantova nel Trecento”.
(Stefano L’Occaso, Direttore di Palazzo Ducale di Mantova)