Dire addio ai propri genitori: l’opera di videoarte partecipata che dura vent’anni

Come dire addio ai propri genitori prima della loro morte? Memento Vivere è un'opera di videoarte partecipata dove i figli parlano ai propri cari, in un saluto che sfida il tempo e lo spazio. Tra vent'anni questo "archivio" di parole tornerà alla luce

Forse è un pensiero che tutti abbiamo fatto prima di viverlo davvero: cosa direste ai vostri genitori nel momento della loro morte?

La video performance Memento Vivere

Parte da questa domanda la video performance “Human Installation XXII: Memento Vivere – un’opera che terminerà tra 20 anni” di Kyrahm, Mariaelena Masetti Zannini, Julius Kaiser. La prima mondiale sis è tenuta a Castel dell’Ovo, Napoli, sabato 18 settembre alle ore 17:30 per Art Performing Festival, a cura di Gianni Nappa.

L’ispirazione per l’opera

L’opera è stata ideata in un periodo storico dove genitori, nonni, nipoti non hanno potuto dirsi addio a causa della pandemia. Proprio in questa fase Kyrahm e Julius Kaiser hanno partecipato all’iniziativa Free Performance Art, dando vita ad azioni performative online per 48 ore.

In tale frangente significative per Kyrahm sono state in particolare le parole del Primo Ministro inglese che a marzo 2020 disse “abituatevi a perdere i vostri cari”, ma a colpirla ancora di più fu la risposta di Mauro Berruto, letterato, filosofo e antropologo: “Noi non apparteniamo a questo modo di pensare, noi siamo Enea che prende sulle spalle Anchise, il suo vecchio e paralizzato padre, per portarlo in salvo dall’incendio di Troia, che protegge il figlio Ascanio. Noi siamo Virgilio che quella storia l’ha regalata al mondo. Noi siamo Gian Lorenzo Bernini che, ventiduenne, quel messaggio l’ha scolpito per l’eternità, nel marmo”.

Ora genitori e figli che desiderano scongiurare una dipartita senza un degno saluto ai propri cari, possono, se lo desiderano, affidare le loro parole, i loro ricordi e le loro promesse a quest’opera partecipata che si concluderà tra due decadi. Trascorso questo lungo periodo di tempo, la performance, che nella sua documentazione si fa non solo videoarte, ma soprattutto raccolta e archivio, sarà poi riscoperta tra “nostalgie, conquiste, perdite, successi, fallimenti del patto fatto”.

Nel suo blog Kyrahm scrive: “Genitori e figli possono prendere parte al lavoro che cercherà in qualche modo di scolpire in aeternum quegli attimi che vorremmo rimanessero vivi per sempre, come chi amiamo. Il padre di Mariaelena (Masetti ndr) ha confidato subito dopo l’azione avvenuta tra le pareti di casa: “posso dire che questo è uno dei giorni più belli della mia vita”. E senza andare troppo lontano, già questo è da solo un motivo che giustifica la nascita di questo lavoro. Guardo i miei, ho il terrore dell’ineluttabilità dell’esistenza: Dove finirà questa massa informe di emozioni, cari mamma e papà?”.

Chi desiderasse prendere parte a Memento Vivere può scrivere a [email protected]

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Roberta Pisa

Roberta Pisa

Vive a Roma dove si è laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali. Da sempre si occupa di cultura e comunicazione digitale. Dal 2015 è pubblicista e per Artribune segue le attività social.

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