Inventare un’immagine per il vento, dargli una forma, la possibilità di una percezione. A questa piccola utopia seducente Lynn Chadwick (1914 -2003), tra i più importanti scultori della sua generazione, presente nelle collezioni di prestigiosi musei internazionali (dal MoMA di New York alla Tate Gallery, passando per il Centre Pompidou), ha dedicato un’opera d’impatto, oggi esposta nello splendido contesto del Giardino di Boboli e del Giardino di Villa Bardini, a Firenze: l’immagine di una donna, controvento, è bloccata nell’istante in cui le vesti e le chiome si scolpiscono nell’aria, tramutandosi in un panneggio eterno.

È questa una delle ventiquattro sculture che la Soprintendenza dei Beni Culturali di Firenze, con Opera Laboratori Fiorentini – Civita Group e The Estate of Lynn Chadwick, ha voluto in città per un progetto curato da Alberto Salvadori, direttore del Museo Marino Marini. E sono tutte opere che, nel rigore monocromo dell’acciaio, modellato come se si trattasse di stoffa, carta, pelle, mettono in scena l’enigma del rapporto fra natura ed artificio. La brezza, i corpi, le geometrie zoomorfe, la perfezione di fauna e flora, l’ambiente come palcoscenico ideale: su questo piano si gioca l’articolazione di angoli, rette e superfici, che definisce i lavori figurativi come quelli più astratti. Tutti figli di uno sguardo perduto nella bellezza del paesaggio, ma senza dimenticare maestosità e austerità delle forme plastiche.

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Lynn Chadwick, Beast Alerted I, 1990 – acciaio inox saldato, 228.5 x 183 x 324.5 cm
Lynn Chadwick, Beast Alerted I, 1990 – acciaio inox saldato, 228.5 x 183 x 324.5 cm

Sembrano origami, le creature di Chadwick. Accuratamente ripiegate, fragili, dinamiche, immobili quanto esposte al trascorrere del tempo e al mutare dello spazio. Uccelli, sentinelle, anatomie sintetiche, articolazioni biomorfe, strutture meccaniche e svettanti, figure a riposo o in procinto di decollare. Il loro peso s’inchioda al suolo, ma al contempo sfuma, in direzione del cielo. Lasciando che l’aria stessa si faccia monumento, che lo spazio si raccolga nelle vive geometrie, che l’assenza e la presenza si corrispondano, radicando fantasmi ed astraendo corpi.
Dislocato fra i prati dei due giardini, l’intero corpus di opere è visibile fino al prossimo 30 agosto.

Helga Marsala

Video di Alessio Lavacchi
Produzione: Artribune Television per
Opera Laboratori Fiorentini – Civita Group

www.chadwickfirenze.it

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Helga Marsala
Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Insegna all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo, fino al 2010, come caporedattore per la piattaforma editoriale Exibart. Nel 2011 è nel gruppo che progetta e lancia la testata culturale Artribune, dove ancora oggi lavora come editorialista, collaborando col team di direzione e operando come curatrice e project manager nel nuovo comparto aziendale Artribune Produzioni. Svolge un’attività di approfondimento teorico attraverso saggi e contributi critici all’interno di pubblicazioni d’arte e cultura contemporanea. Scrive di arti visive, arte pubblica, politica, costume, comunicazione, attualità e linguaggi creativi contemporanei. Presso Riso Museo d’Arte contemporanea della Sicilia è stata curatrice dell’Archivio S.A.C.S (Sportello Artisti Contemporanei Siciliani) e membro del Comitato Scientifico, collaborando a più riprese con progetti espositivi, editoriali e di ricerca del Museo. Cura mostre e progetti, prevalentemente presso spazi pubblici italiani, seguendo il lavoro di artisti italiani ed internazionali. È stata membro di commissioni e giurie per premi/residenze d’ambito nazionale, riservati ad artisti. Dal 2018 al 2020 ha lavorato come Consulente per la Cultura del Presidente della Regione Siciliana e dell’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.