Artefiera è la dimostrazione di come si può investire e lavorare insieme – istituzioni, pubblico e privat – e fare un investimento che serve al paese, che fa bene alle menti e che fa bene all’economia. Per noi investire in cultura è un dovere costituzionale, perché l’articolo 9 della Costituzione ce lo impone, ma è anche una grande opportunità per le persone”.

È il commento a caldo del Ministro Dario Franceschini, tra gli ospiti eccellenti dell’opening di Artefiera. Due battute veloci, rilasciate alla stampa, per sottolineare ancora una volta l’impegno concreto del Governo nei settori limitrofi e interconnessi della cultura e del turismo, proprio nei giorni in cui si sono concretizzate alcune misure importanti: dal piano straordinario per il made in Italy, approvato dalla legge di stabilità, ai 5 milioni di euro appena stanziati per i due nuovi musei della Resistenza e del Cinema (parte di un maxi investimento triennale sui beni culturali), passando per il bando da 2 milioni di euro per Pompei, destinato alla manutenzione del sito.

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E poi c’è l’arte contemporanea, che resta – includendo anche il mercato, il lavoro delle gallerie e le grandi fiere – un asset strategico, nonché “una straordinaria possibilità di crescita economica e di creazione di lavoro”. La stagione dei tagli indiscriminati alla voce “cultura”, insomma, parrebbe finita.
Gli fa eco Claudio Spadoni, condirettore di Artefiera a fianco di Giorgio Verzotti, che sottolinea il valore delle kermesse rispetto al tema business: a Bologna, nonostante la crisi, si fanno affari. Una fiera che resta, come da tradizione, fra le poche in Italia in cui si vende. Molto di più – secondo Spadoni – rispetto ad Artissima e Miart.

Il bilancio effettivo fra tre giorni, nel pomeriggio di lunedì. Fino all’ultimo minuto si prova a portare a casa un risultato. In termini di contatti, progetti, incontri, ma soprattutto di moneta sonante. L’economia dell’arte passa anche e soprattutto da qui.

Helga Marsala

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Helga Marsala
Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Insegna all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo, fino al 2010, come caporedattore per la piattaforma editoriale Exibart. Nel 2011 è nel gruppo che progetta e lancia la testata culturale Artribune, dove ancora oggi lavora come editorialista, collaborando col team di direzione e operando come curatrice e project manager nel nuovo comparto aziendale Artribune Produzioni. Svolge un’attività di approfondimento teorico attraverso saggi e contributi critici all’interno di pubblicazioni d’arte e cultura contemporanea. Scrive di arti visive, arte pubblica, politica, costume, comunicazione, attualità e linguaggi creativi contemporanei. Presso Riso Museo d’Arte contemporanea della Sicilia è stata curatrice dell’Archivio S.A.C.S (Sportello Artisti Contemporanei Siciliani) e membro del Comitato Scientifico, collaborando a più riprese con progetti espositivi, editoriali e di ricerca del Museo. Cura mostre e progetti, prevalentemente presso spazi pubblici italiani, seguendo il lavoro di artisti italiani ed internazionali. È stata membro di commissioni e giurie per premi/residenze d’ambito nazionale, riservati ad artisti. Dal 2018 al 2020 ha lavorato come Consulente per la Cultura del Presidente della Regione Siciliana e dell’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.