Avevano già collaborato nel 2013, mettendo insieme ispirazioni e universi personali per un delizioso progetto, dedicato a una brano di John Mayer, “Submarine Test January 1967”. Virgilio Villoresi e Virignia Mori, poeta dell’animazione lui, raffinata illustratrice lei, tornano a collaborare, con le stesse modalità di allora, in occasione dell’uscita di Vento, un book in versione video e cartacea, edito da Withstand.
Ancora una volta i piccoli set disegnati a penna della Mori, favole romantiche dal tocco retrò e delicatamente noir, prendono vita grazie alle tecniche di pre-cinema usate da Villoresi: lo schermo traslucido e scanalato, mosso manualmente davanti a ogni disegno, crea un’illusione di tridimensionalità e dinamismo, animando per magia le silhouette.
Il semplice stratagemma, denominato “ombro-cinema”, viene svelato in assenza di qualunque effetto digitale, lasciando che le mani in primo piano compiano l’incantesimo meccanico, ma senza intaccarne il fascino: le pagine scorrono, dischiudendo un microuniverso narrativo, impalpabile come un’apparizione onirica, nostalgico come una fiaba d’infanzia o un vecchio divertissement da salotto, con cui inscenare le meraviglie dell’immagine in movimento. E così sognare il cinema, quando la malia dello schermo era ancora utopia; e farne oggi racconto, sul filo di esercizi e di memorie grafiche, tra le pagine di un libro e il flusso elettronico di una videoanimazione. Visioni immateriali, trasportate fuori dal tempo da una brezza di vento.
Helga Marsala