Michael Rey (Sarasota, 1979; vive a Los Angeles) convoglia la fragilità, l’insicurezza dell’identità umana all’interno di ombre allargate, ritratti di persone e situazioni ipostatizzate mnemonicamente, sagome che inseguono il controllo esecutivo e percettivo del visitatore, a partire dagli strati dermici della plastilina, lavorata al di sopra di tavole lignee.
Solidità e compostezza nascondono, all’interno delle silhouette oniriche, che lui raccoglie come memorie di passaggi inconsci non risolti, l’essenza poetica non propriamente pittorica o scultorea di superfici simmetriche e monocrome. I fori impressi accentrano lo sguardo all’interno di punti oscuri che sembrano, all’opposto, ascoltare chi guarda, a partire da terre remote e immaginari non raccontabili, non narrabili, solamente attraverso nuove ombreggiature del colore, cromie più terree, ocra, bianchi, porpora, neri e arancioni da meditazione. Una personale che rielabora l’oggettività di espressioni, di determinazioni e inclinazioni umane a partire da fondali, da forme a prima vista ponderatamente attendibili.
Ginevra Bria
Milano // fino al 21 ottobre 2016
Michael Rey – Plydis Kave
ZERO…
Viale Premuda 46
02 87234577
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