
Il celebre racconto di Ovidio, che è immagine letterale, diviene fragoroso silenzio attraverso l’operazione di Francesco Vezzoli (Brescia, 1971), esperienza teatrale orchestrata in chiave metafisica. In questa dimensione senza tempo, perfino la luce, elemento modulato sulle scelte dell’artista, è irreale e diffonde una suggestiva penombra innaturale negli ampi spazi dalla galleria, la quale ha subito anche un ripensamento architettonico in funzione dell’intera narrazione. Nel tempio di Vezzoli, governato dalla stasi più immobile e dalla severità di forme metafisiche, le otto sacerdotesse piangono il triste epilogo. L’inedito gruppo scultoreo raffigura l’imponente statua dell’Apollo del Belvedere nell’atto di eseguire l’orrenda punizione nei confronti del piccolo satiro. Nonostante le lacrime delle muse e quelle di Apollo, con il volto di Francesco Vezzoli, nel tempio c’è chi sorride beffardo per l’amara sorte dello spavaldo fauno. Nel limbo metafisico l’artista-artigiano realizza, con l’efficacia del demiurgo, un luogo di esplorazione contemporaneo, di recupero della tradizione figurativa italiana e di riscrittura del mito.
Giuseppe Amedeo Arnesano
Torino // fino al 12 settembre 2015
Francesco Vezzoli – Le Metamorfosi
FRANCO NOERO
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