Salvator Rosa, umanista alchemico

m.a.x. museo, Chiasso – fino al 12 aprile 2015. Il genio dell'artista napoletano analizzato attraverso la sua opera da incisore: è la proposta del museo ticinese, come sempre accurata e stimolante. Una poetica di fecondi contrasti analizzata con disegni preparatori, lastre e incisioni finite. E due dipinti di pregio.

Dopo Piranesi, Tiepolo e Rossini, il m.a.x. museo dedica la sua mostra annuale sulla grafica storica alle incisioni di Salvator Rosa (Napoli, 1615 – Roma, 1673), in occasione dei quattrocento anni dalla nascita. Ed è una mostra da non perdere, ulteriore prova della qualità costante delle proposte del museo di Chiasso (e più in generale dei musei ticinesi).
Lungi dall’essere un’attività minore, anche se intrapresa nella seconda parte della carriera, la grafica è un terreno di sperimentazione in cui si ritrovano molte delle caratteristiche del pittore napoletano, un terreno fecondo di contrasti. Maestria e anticonvenzionalità, mediterraneità e nordicità (non a caso fu apprezzato per lungo tempo più in Inghilterra che da noi), barocco peculiare e preromanticismo… E analizzare la sua grafica è anche l’occasione per mettere alla prova con uno sguardo “laterale” le definizioni che da sempre accompagnano l’artista (pittore filosofo, pittore-poeta), nonché per verificare i rapporti della sua opera col pensiero alchemico.

Salvator Rosa, Alessandro Magno nello studio di Apelle, 1662 ca. - Roma, Istituto Centrale per la Grafica

Salvator Rosa, Alessandro Magno nello studio di Apelle, 1662 ca. – Roma, Istituto Centrale per la Grafica

Come d’abitudine al m.a.x. museo, il punto di forza dell’esposizione è, oltre alla selezione accurata, la presentazione di alcune opere in tre versioni, con l’accostamento tra bozzetto, matrice e incisione finale. Il percorso parte dalle prime prove nel campo dell’incisione e attraversa poi una sempre maggiore complessità formale e iconografica, che però si accompagna a una chiarezza e a una sintesi straordinarie. Si delinea man mano una lettura quanto mai appropriata eppure personale di un umanesimo sospeso tra riferimenti all’Arcadia e coscienza del mondo contemporaneo.
All’interno di questa progressione, due “intermezzi” di pregio: il confronto con opere di altri autori, tra cui Goya, e i libri che testimoniano dell’arte poetica di Rosa, tra cui sette prime edizioni delle Satire. Due dipinti, poi, aprono e chiudono la mostra. Nella prima sala, una tipica battaglia, nell’ultima un’eccezionale Allegoria della filosofia morale.

Salvator Rosa, Allegoria della Filosofia morale, 1648-1649 ca. - Collezione privata

Salvator Rosa, Allegoria della Filosofia morale, 1648-1649 ca. – Collezione privata

Il tema dell’incisione è al centro anche della mostra che il Max propone nell’adiacente Spazio Officina: Trasformazioni di stato, che illustra le varie fasi della calcografia con 93 opere di 70 autori svizzeri, tra cui spicca il nome di Serge Brignoni. Un “angolo atelier” ospita per tutta la mostra dimostrazioni del processo d’incisione.

Stefano Castelli

Chiasso // fino al 12 aprile 2015
Salvator Rosa incisore. Trasformazioni tra alchimia, arte e poesia
a cura di Werner Oechslin e Nicoletta Ossanna Cavadini
Chiasso // fino al 19 aprile 2015
Trasformazioni di stato. La stampa calcografica
a cura di Gianstefano Galli e Nicoletta Ossanna Cavadini
M.A.X. MUSEO 
Via Dante Alighieri 6
+49 (0)91 6950888
[email protected] 
www.maxmuseo.ch

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Stefano Castelli

Stefano Castelli

Stefano Castelli (nato a Milano nel 1979, dove vive e lavora) è critico d'arte, curatore indipendente e giornalista. Laureato in Scienze politiche con una tesi su Andy Warhol, adotta nei confronti dell'arte un approccio antiformalista che coniuga estetica ed etica.…

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