È stata allestita nella magnifica Loggia Foscara di Palazzo Ducale a Venezia la personale del fotografo Luca Campigotto (Venezia, 1962). Uno dei tanti eventi creati e organizzati per la ricorrenza del centenario della Prima guerra mondiale, ma forse quello più potente tra le mostre fotografiche e quello più coinvolgente proprio per la qualità degli scatti e delle stampe esposte.
Campigotto ha ritratto la protagonista di quelli che furono i teatri di quella gelida e atroce guerra: la montagna con le sue conformazioni così utili sul piano geopolitico e le sue asprezze, le sue bellezze, i suoi incanti. Grandi fotografie nitide fin nel più piccolo dettaglio non chiedono all’osservatore di stare qualche passo indietro per ammirarne la composizione generale o l’ampio paesaggio che è un miracolo della natura, ma chiedono di avvicinarsi, di guardare i frammenti di quello che la guerra ha lasciato tra i suoi picchi e i suoi altopiani, tra il Cadore, la Carnia e l’Alto Isonzo, dalla Slovenia al Lago di Garda, dove le tracce dell’atrocità lasciano ancor oggi intuire i momenti drammatici di coloro che vi furono, che vi combatterono e che vi morirono.

Sentieri, croci, postazioni, fortini e trincee, cespugli di filo spinato, zone di accampamento, di sbarramento e grotte trovano un posto nell’immensità restituita dagli scatti di Campigotto come vere e proprie scene. Teatro immobile e immutabile dove il secolo passato non ha portato alcun cambiamento, se non nella memoria e nelle testimonianze. Ci si chiede come sia stato possibile per quei ragazzi poco meno che ventenni ergere mura di roccia intorno a frane o a ridosso di strapiombi, come abbiano potuto passarci le notti nel freddo e nella paura solo con l’obbligo di obbedire a un ordine di cui forse molti di loro non hanno mai capito le ragioni.
Le fotografie di Luca Campigotto non raccontano una storia, non ritraggono persone o momenti particolari: sono scenografie reali fatte di natura e storia. Ha camminato in quei luoghi come quei ragazzi di un secolo fa, si è fermato, con il cavalletto in mano a osservare “uno scenario eroico d’immensa bellezza fatto di silenzi, oggi appena interrotti dal vento o dal fischio delle marmotte”, scrive nel bel catalogo Silvana Editoriale.

L’allestimento della mostra, di Alessandro Pedron, ne amplifica la forza patemica e colloca queste grandi fotografie nello scenario di Palazzo Ducale con grande rispetto ed eleganza. Una soluzione, quella dell’architetto, che potrebbe risolvere tutti i problemi allestitivi che gli antichi palazzi veneziani ogni volta pongono.
Chiara Casarin
Venezia // fino al 30 ottobre 2014
Luca Campigotto – Teatri di guerra
Catalogo Silvana Editoriale
PALAZZO DUCALE
San Marco 1
041 2715911
[email protected]
www.visitmuve.it
www.governo.it
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