Volutamente confuso, il percorso proposto nella riflessione di Pesce Khete (Roma, 1980) presso la galleria Ex Elettrofonica possiede limiti evidenti imposti dallo spazio, limiti sottesi generati da questa confusione-matrice, più quelli annessi ai mezzi stessi. Cominciamo da questi ultimi due che, insieme formano un dato di fatto. Affidare l’astrazione dei gesti pittorici alla carta è di per sé una sfida: aggirando il limite fisico della tela, l’artista scorge nell’addizione o nella diminuzione di n fogli per la composizione delle sue opere una possibilità; ma, come ogni apertura, c’è un’insidia pronta dietro l’angolo. Il rischio è quello di non riuscire a dare corpo alle idee e a estraniarsi perdendo poi il filo del discorso di ciò che si aveva urgenza di dire. A complicare le cose, in questo caso, c’è il limite di uno spazio come quello dell’ex Elettrofonica, così affascinante ma tanto difficile da dominare, che con le sue sembianze extra-ordinarie e ovattate schiaccia ogni tentativo di altezza. Però forse è laddove le idee rimangono appese e implodono che possono germogliare nel tempo le ricerche più oneste.
Giorgia Noto
Roma // fino al 30 settembre 2014
Pesce Khete – There Should Be a List Somewhere
EX ELETTROFONICA
Vicolo di Sant’Onofrio 10-11
06 64760163
[email protected]
www.exelettrofonica.com