La distruzione secondo Sterling Ruby

Ospitata presso la Fondazione Memmo, la mostra “Chron II” segue “Chron I” del 2008 al Drawing Center di New York. Il racconto di una storia di distruzione, un’utopia al negativo secondo l’artista americano. Visibile fino al 15 settembre nello storico Palazzo Ruspoli a Roma.

Sterling Ruby, 2Traps study 2010, collage su carta, 137,2x221cm, courtesy dell'artista

Sterling Ruby (Bitburg, 1972; vive a Los Angeles) è tedesco di nascita ma americano d’adozione. Già protagonista, contemporaneamente, negli spazi del Macro a Testaccio, fa il bis nella Capitale con la mostra Chron II ospitata a Palazzo Ruspoli, presso la Fondazione Memmo, e che dal 24 ottobre sarà possibile visitare alla Kunsthalle Mainz.
I lavori esposti sono circa una settantina e costituiscono una minima parte della variegata produzione dell’artista, che ha saputo osare e sperimentare diverse tecniche, dalla pittura alle installazioni e al video. Si tratta di collage concepiti come fusioni illecite della realtà moderna, vista in un’ottica fortemente americanizzata; sono composizioni che contengono frammenti di vite realizzate con confezioni di medicinali, scotch, cartone e fotografie, tutto finalizzato a creare realtà parallele rispetto alle anonime superfici fluo e decisamente pop su cui si collocano questi materiali.
Nel corso della visione delle opere si potrà notare l’alternanza di un gesto artistico, a volte ragionato e contenuto, altre vicino concettualmente al dripping pollockiano, atto a esprimere un sintomo della realtà frenetica, inquinata e densa di ambiguità che l’uomo si trova a dover vivere.

Sterling Ruby - Chron II - veduta della mostra presso la Fondazione Memmo, Roma 2013 - Courtesy dell'artista - photo Thomas Munns
Sterling Ruby – Chron II – veduta della mostra presso la Fondazione Memmo, Roma 2013 – Courtesy dell’artista – photo Thomas Munns

Una sorta di bipolarismo, da cui l’artista sembra essere affetto, caratterizza l’operato di Sterling e diventa un “urlo” alla schizofrenia della civiltà (o inciviltà?) consumista e omologata. Con i suoi lavori compone, è il caso di dire, con frammenti di materie e colori disseminati sulle superfici delle opere, un racconto che anima una visione apocalittica della distruzione del mondo moderno, nei confronti del quale non risparmia una critica aspra e decisiva.
Il genere di immagini che l’artista generalmente utilizza in questa serie di lavori (scatole di farmaci, fotografie di mani e unghie decorate, lacrime, lingue e denti, robot…) costituisce una tassonomia di soggetti che conduce l’osservatore a trarre le più funeste conclusioni circa l’esito della narrazione in atto, lasciando una sensazione di  profonda angoscia. Qualche “bagliore” di ordine e razionalità si può scorgere nelle opere in cui compaiono frammenti di galassie, di astri e pianeti che vengono allineati dalla mano dell’artista secondo un principio atto a rispettare una regola e a dare un’organizzazione proprio dove, per natura, dovrebbe dominare il caos. È comunque l’imminente distruzione a dover trionfare; questa la sensazione al termine del percorso della mostra.
Dopo “squarci” di possibili vittorie dell’apollineo che domina nel mondo e allinea pianeti e schegge d’universo, segue il caos che domina lo spazio e sopraffà anche il colore più avvincente. Risultato, questo, evidente nell’opera 2 Traps study (collage su carta, 2010) a cui non servono altre parole per spiegare la rappresentazione dell’universo pensata ed immaginata dall’artista.

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Claudia Fiasca

Roma // fino al 15 settembre 2013
Sterling Ruby – Chron II
a cura di Cloè Perrone
FONDAZIONE MEMMO
Via del Corso 418
06 68136598
[email protected]
www.fondazionememmo.it

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Claudia Fiasca
Nata nel 1988, vive a Roma. Si laurea nel 2011 in Storia dell’arte con una tesi in Arte Contemporanea e consegue nello stesso anno un master in Estetica e Comunicazione museale. Attualmente sta approfondendo i suoi studi frequentando il corso di laurea magistrale presso l’Università di Roma La Sapienza. Adora i dettagli ed è una silenziosa osservatrice. Le piace stare in treno e ammirare le vicende umane nelle sale d’attesa degli aeroporti. Porta sempre con sé carta e penna, per scrivere d’arte e ricordare piccoli eventi comuni che a volte, lasciano una sensazione immemorabile. Ha iniziato a scrivere poesie dall’età di otto anni. Ora pensa e si adopera per il suo futuro da critica e curatrice.