Maniere spagnole

Percorsi insoliti di artisti poco noti al grande pubblico. Per percorrere le strade che hanno portato la “maniera” italiana alla conquista dell’Europa all’inizio del Cinquecento. Agli Uffizi di Firenze fino al 26 maggio.

Per dare il via alla programmazione espositiva del 2013 la Galleria degli Uffizi ha scelto di deviare dai temi strettamente fiorentini per recuperare dalla tradizione storico artistica di Roberto Longhi e Federico Zeri un argomento tangente alla “maniera moderna” capace di congiungere centri e personalità differenti. Vengono così messi a confronto un gruppo di artisti spagnoli presenti fra Firenze, Roma e Napoli all’inizio del Cinquecento.
I curatori, Tommaso Mozzati e Antonio Natali, suggeriscono come filo conduttore il diario di viaggio per seguire i vagabondaggi degli artisti da una città all’altra: saranno dunque da leggere come appunti gli studi di opere celebri – un bello e discusso disegno dal Battesimo di Masaccio, fra gli altri – e gli incontri, documentati o intuiti, fra artisti forestieri e italiani.
Un insieme di fascino e nostalgia percorre le opere di questi artisti e ne ridisegna gli spostamenti, le fortune e i successi. Il più importante, perché già citato dal Vasari, è Alonso Berruguete, figlio d’arte che approda a Firenze nel 1508, probabilmente per andare a misurarsi direttamente con i grandi esempi che Michelangelo e Leonardo avevano lasciato prima di spostarsi altrove: la collaborazione con gli artisti toscani e l’incontro con giovani altrettanto pieni di entusiasmo è documentata da un gruppo di opere riunite in mostra, arricchite da confronti con le opere su cui Alonso si andava formando: Donatello, ma anche i giovani Rosso Fiorentino e Andrea del Sarto. La sua esperienza condensa anche l’insegnamento più importante: questi artisti vanno considerati a tutti gli effetti comprimari della maniera italiana perché “connaturata con l’ecclettismo è la reciprocità”, come scrive Natali.

Alonso Berruguete, Madonna col Bambino e san Giovannino (detta Tondo Loeser), 1513-1514 circa, Firenze, Palazzo Vecchio, Collezione Loeser

Alonso Berruguete, Madonna col Bambino e san Giovannino (detta Tondo Loeser), 1513-1514 circa, Firenze, Palazzo Vecchio, Collezione Loeser

Dalla centrale esperienza della scuola di Raffaello parte anche il viaggio verso sud di Pedro Machuca e quello più tortuoso di Pedro Fernàndez, conosciuto a lungo anche come pseudo-Bramantino. L’intenso San Bartolomeo, da Cremona, mostra elementi lombardi su cui si innesta la lezione di Raffaello per approdare nell’entroterra laziale e campano. Seguono le sezioni sono dedicate agli scultori Bartolomè Ordònez e Diego de Silòe, attivi fra Napoli e la Spagna, in parte penalizzate in mostra dal fondo giallo, che valorizza i dipinti ma altera la percezione delle sculture.
Con l’avvento di Carlo V al trono di Spagna si apre una nuova fase dell’arte europea, in cui il rinnovato interesse per l’arte richiama questi artisti in patria, affiancati o seguiti da amici italiani in cerca di migliori fortune (come Domenico Fancelli). Questo nuovo mecenatismo si sostanzia in opere come la Sacra famiglia di Granada e le imponenti tombe reali in cui le invenzioni e i modelli italiani garantiscono successo artistico e mondano, e l’affermazione internazionale del nuovo linguaggio.

Silvia Bonacini

Firenze // fino al 26 maggio 2013
Norma e Capriccio. Spagnoli in Italia agli esordi della maniera moderna
a cura di Tommaso Mozzati e Antonio Natali
GALLERIA DEGLI UFFIZI
Piazzale degli Uffizi 6
055 290383
www.unannoadarte.it/normaecapriccio

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Silvia Bonacini

Silvia Bonacini

Silvia Bonacini (Reggio Emilia, 1970) Nata nelle pianure dell’Emilia è fuggita a Firenze per evitare la nebbia, dopo aver studiato lingue si è laureata in Storia dell’Arte Moderna e lavora come guida turistica dal 1998, cosi sta fra mostre e…

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