Le squadrature che cercano di incorniciare la realtà sfuggono all’uomo stesso che le osserva. Volgendo le spalle allo spettatore, il protagonista delle opere di Giulio Paolini (Genova, 1940; vive a Torino), di sapore friedrichiano, testimonia del parziale potere della geometria di spiegare all’uomo l’essenza dell’esistenza. La prospettiva albertiana, come in un passaggio di testimone, si unisce a una sorta di Romanticismo contemporaneo, fatto di fotografie, espositori in legno, frammenti di carta, lastre di vetro sovrapposte…
L’immagine si sottrae in direzione centrifuga dal calco in gesso di una testa classica, per arrivare in un territorio in cui è il mondo interiore a predominare. La linea si fa evanescente, fino a scomparire. La fuggevolezza del tratto lascia spazio – anche per la comprensione – a logiche meno rigide di quelle matematiche, delle proporzioni, delle geometria descrittiva.
Valentina Nunnari
Roma // fino al 6 aprile 2013
Giulio Paolini – Sulla Soglia
GIACOMO GUIDI
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