Ceneri di Novecento. Picasso al Guggenheim

Picasso al Guggenheim, sicuri che sia il posto giusto? Ancora una retrospettiva del Pablito più famoso nel tempio dell’arte contemporanea di New York. Questa volta per osservare le sue opere in bianco e nero.

Recita la presentazione della Fondazione Solomon R. Guggheneim che questa è nata nel 1937 con la prevalente missione di promuovere e approfondire l’arte moderna e contemporanea.
Da venerdì scorso vi è esposto Pablo Picasso (Malaga, 1881 – Mougins, 1973) e le sue opere in bianco e nero. Un ritorno che si presume attrarrà migliaia di spettatori. L’organizzazione ha infatti previsto orari e giorni di apertura straordinari per accogliere il maggior numero di visitatori. Insomma, c’è una valanga di addetti ai lavori che soprattutto per motivi di marketing rifiuta di mettersi alle spalle la voluminosa lunghezza dell’ombra di Picasso e i musei di arte contemporanea non riescono a liberare il nuovo secolo (e millennio) iniziato dalla sua presenza.
Se il genio di Picasso non si discute, sono appena nati – ma sono già profondi – i dubbi sulla sua capacità di incidere ancora sugli artisti di oggi. Messa in discussione la decisione di esporre ancora Picasso al Guggenheim tacciabile di vizio di luogo, è doveroso riconoscere i pregi e le opportunità della mostra.

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Richard Amstrong, director, Solomon R. Guggenheim Museum and Foundation © 2012 Antani per due

Le opere, esposte in ordine cronologico, sono state realizzate fra il 1904 e il 1971 e, come al solito, l’elicoide del Guggenheim riesce a essere molto generoso con le mostre ricche di sinuosità e linee come quella in questione. Picasso Black and White serve a raccontare come bianco, nero e grigio non abbiano mai abbandonato Picasso nemmeno durante i suoi periodi blu e rosa. Infatti, durante l’intera vita creativa, l’artista spagnolo se li è portati con sé per tutti i sentimenti che ha trattato, dalla passione alla guerra, e in ogni movimento dove ha imposto il suo stile personale, ovvero Cubismo, Surrealismo, dipinti e pitture neoclassici.
La mostra è “una piacevole occasione di conoscere le infinite sfumature di grigio della paletta più famosa del Novecento”. Parola di Richard Armstrong, direttore del museo, che introducendo la presentazione dell’evento ha aggiunto: “Il lavoro della curatela è stato lunghissimo. Il progetto è nato nel 2005 e sono stati necessari tre anni di pubbliche relazioni per portarlo a termine”.

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Pablo Picasso – Tête de femme, profil droit (Marie-Thérèse) – 1934 – Collection of Aaron I. Fleischman – photo courtesy Gagosian Gallery

Artefice della selezione è stata la curatrice Carmen Giménez. Figlia di un repubblicano spagnolo in esilio, la signora Giménez è nata a Casablanca e ha investito una vita di contatti ed esperienze intorno alle opere di Picasso per una mostra che si presume sarà capace di offrire diverse novità al pubblico newyorchese.
Complice il talento iper-prolifico di Picasso, sono difatti sei i lavori in ostaggio a collezioni private che saranno presentati al pubblico per la prima volta. Inoltre, sono trentotto le opere finora mai esposte in America. Un artista quindi troppo vecchio per essere chiamato contemporaneo, che riesce a essere ancora una volta nuovo per una selezione di lavori che ha l’assoluto pregio di essere unica in quanto composta in prevalenza da opere raramente esposte finora.

Alessandro Berni

New York // fino al 23 gennaio 2013
Picasso Black and White
a cura di Carmen Giménez
GUGGENHEIM MUSEUM
1071 Fifth Avenue at 89th Street
+1 (0)212 4233587
[email protected]
www.guggenheim.org

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Alessandro Berni

Alessandro Berni

Alessandro Berni, scrittore. Vive la critica d’arte come un genere letterario dentro il quale l’emozione anticipa e determina il senso dell’informare.

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