Torna Panzeri. Paesaggi noti e ingombranti assenze

È stato assente dalle scene dell’arte per qualche anno, Simone Panzeri. Il tempo necessario per l’elaborazione del lutto, per scaricare su tela un dolore in forma di paesaggi classici, ma orfani dell’umano. Accesi dalle luci raggelanti di una tavolozza spenta, ridotta ai minimi termini della scala cromatica. A Milano, da AreaB, fino al 29 ottobre.

Sarà anche virato in azul stile ceramica portoghese – o maiolica di Delft, se preferite – eppure quel paesaggio lo riconosci. E quello accanto pure; come quell’altro ancora. Pesca nella memoria collettiva, Simone Panzeri (Lecco, 1976), con un progetto che si appoggia su opere di grandi del passato: da Giotto a Bosch passando per Bellini e Mantegna. Repliche identiche, solo spogliate delle figure. Scomparse, evaporate, dissolte. Comprensibile l’effetto di straniamento, con le quinte architettoniche che occupano la scena in modo totalmente nuovo, dialogando con le assenze. E svelando scorci inediti: perché Panzeri riempie i vuoti lasciati da santi e profeti, completa le visuali accennate negli originali con un lavoro di ricostruzione filologica del paesaggio. Un progetto che nasce come personalissima elaborazione del lutto; un progetto che sa però essere universale nella proposta di enigmi che pesano come sassi.

Francesco Sala

Milano // fino al 29 ottobre 2011
Simone Panzeri – Deja vu
a cura di Ivan Quaroni
www.areab.org


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