MiArTalks, ultima fermata
D’accordo, questa edizione di MiArt non è stata così entusiasmante da strapparsi i capelli. Ma il bright side si trova sempre, a cercar bene. Ad esempio, i talks organizzati da Peep-Hole erano di ottimo livello. Un esempio? Eccovi un report dell’ultima giornata. In attesa che l’intero programma arrivi su Artribune Television.
![MiArTalks, ultima fermata](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2011/04/DSCN1796-1024x768.jpg)
La fiera milanese, in una annata non troppo interessante, ha però avuto alcune punte d’eccellenza. Fra queste ultime, i MiArTalks organizzati da Peep-Hole. I temi? Le relazioni fra arte e moda, il rapporto fra artista e mecenate, i viaggi d’Italia e le non profit.
Per la sezione Miart e/è Milano hanno dialogato Cesare Cunaccia, curatore, e Antonio Marras, stilista che trae gran parte della sua ispirazione dalla cultura e dalla tradizione sarde ma anche, e soprattutto, dal mondo dell’arte, in particolare quella “materica”.
È stata poi la volta del confronto tra il collezionista Andrea Zegna e Alberto Garutti, all’interno degli appuntamenti One-o-One. Insieme hanno ripercorso il progetto che Garutti ha realizzato per la Fondazione Zegna a Trivero, in provincia di Biella, parlando della committenza e della relazione che quest’ultima intrattiene con opere d’arte pubbliche e site specific. Il quesito è: dev’essere il committente a selezionare le opere in base al territorio e alla popolazione o è piuttosto la comunità a influenzare il lavoro prescelto?
![Andrea Zegna e Alberto Garutti DSCN1789 MiArTalks, ultima fermata](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2011/04/DSCN1789-480x360.jpg)
Andrea Zegna e Alberto Garutti
Per la sezione Viaggio d’Italia c’è stata l’ironica descrizione del Progetto Eroina di Christian Frosi e Diego Perrone, che li ha visti girare tutta Italia alla ricerca di piccole e grandi realtà legate all’arte contemporanea. Attraverso piccoli oggetti, disegni, rappresentazioni fotografiche, Frosi e Perrone hanno ricordato i momenti più salienti, particolari, decisivi del loro viaggio, raccontando come alcuni spazi e persone abbiano arricchito il percorso. Svelando un’Italia tutt’altro che culturalmente povera, divisa come sempre dalle differenze che la caratterizzano, ma che sono anche la sua ricchezza. E con tanta voglia di fare.
Infine, per il ciclo P’n’P, la tavola rotonda su Profit e Non Profit Andata e Ritorno ha visto a confronto Vincenzo de Bellis e Bruna Roccasalva di Peep-Hole, Valentina Suma della Galleria Fluxia (Milano), Gigiotto del Vecchio di Supportico Lopez (Berlino) e Caterina Riva di FormContent (Londra).
![Profit e Non Profit Andata e Ritorno DSCN1798 MiArTalks, ultima fermata](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2011/04/DSCN1798-480x360.jpg)
Profit e Non Profit Andata e Ritorno
I quattro spazi hanno messo a nudo forza e criticità di cosa vuol dire essere uno spazio non profit oggi, in un momento in cui non si fa altro che parlare di tagli alla cultura. Quali sono le linee-guida che uno spazio a progetto dovrebbe seguire? Qual è la linea di demarcazione tra uno spazio commerciale e uno non profit? Perché quest’ultimo non riesce a prendere piede all’interno del modello imperante delle gallerie? Le questioni, ovviamente, rimangono aperte.
Ginevra Are
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