Il filosofo che entra nei videogiochi per spiegare la realtà

Un filosofo entra in un videogioco: è Tommaso Ariemma che racconta la disciplina di Platone attraverso la consolle in una serie di video e in un libro

Cosa ci fa un filosofo in un videogioco? Nella serie di video YouTube Filosofia del gaming – La Serie, realizzata in collaborazione con Dolly Boys Production, il docente di Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce Tommaso Ariemma si infila nelle ambientazioni di celebri videogiochi.

E trasforma queste invasioni in occasioni per parlare non solo di come i videogiochi funzionano, ma anche di filosofia.

Filosofia del gaming – La serie

Nell’ultimo episodio della serie siamo in un saloon nell’epoca dell’esplorazione europea della frontiera americana, quella del cosiddetto Far West, nella messa in scena videoludica realizzata per il colossal Red Dead Redemption 2 di Rockstar Games (2018).

Ariemma si è sostituito al personaggio del videogioco e sta bevendo al bancone, ma la discussione con un altro avventore rischia di degenerare in rissa. Quando l’altro lo definisce “babbeo”, Ariemma può scegliere se reagire con violenza (verbale o fisica) o se invece “usare le buone”, come scrive la traduzione italiana del videogioco.

Il videogioco, e in generale il gioco, ci danno così l’occasione di sperimentare scelte in un ambiente sicuro, all’interno di quello che Eric Zimmerman, Frank Lantz e Katie Salen definirono il “cerchio magico” del gioco, partendo da uno spunto trovato nel tanto seminale quando datato Homo Ludens di Johan Huizinga (1938).

Giochi come Detroit: Become Human di Quantic Dream (2018) ci permettono di esplorare le conseguenze delle nostre scelte, come l’effetto emotivo che hanno sui personaggi, e quindi ci permettono di prendere consapevolezza delle conseguenze delle nostre decisioni, cioè del loro carattere relazionale, e qua Ariemma richiama il concetto spinoziano di “affetto”.

Ma ancora più interessante, perché spesso sottovalutato, è il fatto sottolineato da Ariemma, che le nostre scelte nei videogiochi vengano sorvegliate, comunicate e memorizzate, trasformate in dati per studiarci e ottimizzare le esperienze di gioco. Siamo noi l’esperimento.

Raccontare la filosofia con il videogioco

Oltre alla serie Filosofia del gaming – La Serie, Ariemma ha realizzato vari video, disponibili sul suo canale YouTube didattica pop, in cui i videogiochi (e non solo) diventano spunto per discutere di filosofia.

Ariemma prova a spiegare cosa c’entrano i filosofi sofisti con il videogioco di sparatorie e rapine Grand Theft Auto, oppure quali sono le regole filosofiche delle nuove serie televisive.

Sempre su questo tema ha inoltre scritto un libro, di cui Filosofia del gaming – La serie è prosecuzione e occasione promozionale e che si intitola appunto Filosofia del gaming. Da Talete alla PlayStation (edizioni Tlon, 2023).

“È possibile spiegare la filosofia attraverso i videogiochi perché sono intimamente connessi” spiega Ariemma ad Artribune. “Il videogioco non sarebbe stato possibile senza una cultura che ha pensato insieme la centralità della visione e la realtà del mondo come gioco, senza l’importanza data all’immagine ottenuta attraverso attente proporzioni e persino attraversabile, ovvero senza
Eraclito, Platone, Aristotele, Leon Battista Alberti e tutti gli altri pensatori della tradizione.


Il videogioco più recente, inoltre, appare sempre di più una vera e propria esperienza di pensiero, per lo spessore dei temi trattati e per i dilemmi morali a cui sottopone lo spettatore: insomma, filosofia con altri mezzi”.

Matteo Lupetti

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Matteo Lupetti

Matteo Lupetti

Diplomato in Fumetto alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze nel 2010, gestisce il collettivo di fumettisti indipendenti Gravure e scrive di videogiochi per varie testate italiane ed estere. È diplomato in sommelerie all’interno dell’associazione FISAR ed è direttore artistico…

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