Le nobildonne aristocratiche francesi di Alexandre Blanc, dai toni pastello e una variopinta palette, accendono con la loro femminilità la passerella virtuale della kermesse Altaroma, in streaming per tre giorni dagli studi di Cinecittà sulla piattaforma digitale. Talk sul riciclo creativo, l’upcycling e lo sviluppo sostenibile si alternano ai fashion show online, tra avanguardia stilistica e richiami vintage puntando sul green anche nelle sfilate collettive dei brand emergenti per l’appuntamento Rome Is My Runway. I pregiati tubini neri dal fascino misterioso de La Signora di Mezzanotte, collezione fall-winter 2021/22 del talentuoso Edoardo Gallorini, esaltano la silhouette grazie alle lavorazioni sartoriali delle giacche e alle camicie realizzate con tessuti naturali. Poi, la premiazione dei progetti “Startup Fashion Academy” e “Scuola d’impresa per design” realizzati da Lazio Innova in sinergia con la manifestazione.

VIDEO DI MODA E NUOVE TENDENZE
Non sono mancati i film di moda, cavalcando il trend del momento, di IED Roma, che ha presentato un video speciale diretto da Lorenzo Vignolo, coordinatore del corso in filmmaking, per raccontare il best of della creatività dell’Istituto. Syndrome è quello degli allievi dell’Accademia Italiana, le riprese suggeriscono il fascino decadente della Città Eterna, unendo visioni cupe alla voglia di rinascita. I costumi sono stati adattati da Ilenia Alesse, la pellicola si avvale del coordinamento dei docenti Tania Alineri e Riccardo Suriano con le musiche originali di Fulvio Vitale. Tredici le collezioni di Private 4, viste e narrate dagli occhi del Team Monkeys Lab, composto dagli ex alumni del corso di Arti Multimediali dell’Accademia di Belle Arti della Capitale.
“Giunto ormai alla quarta edizione”, spiega il curatore Alberto Moretti, “il progetto nasce innanzitutto dalla volontà di far confrontare gli studenti non solo con la teoria e la ricerca, ma soprattutto con la pratica, in modo da consentire loro di mettersi in gioco con i tessuti, i volumi e le lavorazioni. Non esiste un tema al quale ispirarsi, l’importante è che si mettano a nudo come creativi, che raccontino il loro immaginario. Motivo, questo, che porta chi è stato selezionato a creare delle capsule collection differenti per personalità e stile”. La fiaba di una fanciulla che sogna un abito prezioso si legge tra le pagine di My Fashion Dream, firmato International Couture. Il green screen di “Creative District” si illumina con lo short movie curato per la seconda volta da Antonio Falanga e Grazia Marino, prodotto da Spazio Margutta nel segno dell’ecologia e della tutela dei beni archeologici con quattro realtà produttive made in Italy: Flavia Lecci, Gaia Caramazza, Andrea Sbarrini e Tecna Italia. Fra suggestioni che rimandano alla Sicilia con i suoi tesori bizantini e arabeggianti, barocchismi, gioielli tributo “A Gea”, la madre Terra, capi che denunciano i drammi dello scioglimento dei ghiacciai o dell’inquinamento globale.

I NUMERI DELL’EDIZIONE INVERNALE DI ALTAROMA
“Il cinema non è mai stato così vero. La moda non è mai stata così vicina. Siamo davvero soddisfatti per due motivi in particolare: l’essere riusciti a dare continuità a gran parte del tradizionale impianto progettuale e la crescita notevole delle presenze in piattaforma, soprattutto di buyer stranieri grazie al grande lavoro fatto con Ice Agenzia. L’emergenza sanitaria ha contribuito a velocizzare alcuni processi, tra cui la consapevolezza verso l’etica e la sostenibilità, cui per definizione i giovani hanno da sempre avuto un’attenzione particolare e che oggi arriva a rappresentare una gran parte dei brand partecipanti”, sottolinea il direttore generale Adriano Franchi alla chiusura di un’edizione sul web senza pubblico, ma che ha totalizzato un’affluenza in Rete superiore a quella di settembre, quando è stato lanciato il primo esperimento virtuale, con oltre 50mila utenti connessi. L’impegno verso il territorio e gli artigiani del manufatto si concretizza mediante il format Showcase, iniziativa che è una vetrina internazionale giunta alla settima edizione con 77 stilisti e più del 60% di marchi sostenibili. I numeri? 97 i designer in calendario, 156 tra buyer, showroom e concept-store accreditati di cui 98 esteri, 190 giornalisti, 30 happening “phygital”, 20 final work, 18 eventi e 14 défilé.

LA RINASCITA DELLA COUTURE E GLI EMERGENTI
La leggerezza e il tocco romantico della couture vanno in scena per il ritorno della maison Luigi Borbone che, con Il fiore che non ho mai colto, si lascia trasportare dai ricordi in una dimensione onirica e dipinge abiti come fossero petali, impreziositi da pennellate in maglia di cristallo dall’effetto nude. Gall ha presentato la collezione menswear Nydia, tra astrattismo e surrealismo, in una battaglia di imbottiture, passamontagna e capispalla oversize pensando al pianeta ideale sul quale rifugiarsi per scappare dalle paure della contemporaneità.
I ruggenti Anni Venti, tra charleston e jazz, sono i protagonisti di “The new 20s”, la linea di Gretel Z. per il prossimo inverno in un susseguirsi di frange e sensuali trasparenze iper-femminili. E, ancora, il connubio tra la fotografia del ritrattista paesaggistico Guido Guidi e le stampe sulle texture di A Emilia del romagnolo Federico Cina, che si ispira alla via romana che collegava l’Adriatico con Milano. Un inno ai sentimenti e alle emozioni che contagiano Casa Preti con Ama, viaggio introspettivo tradotto nelle nuance dell’azzurro polvere e dei grigi, calde pennellate che riscaldano la stagione fredda. Così i contrasti visivi di Dalpaos che, attraverso Optimist, parte dalle tonalità più forti giocando con le cromie che diventano sempre più tenui. L’Antica Grecia, la fusione tra due culture diverse, quella di Edimburgo e dell’Atene del Nord, riaffiora nelle proposte di Roi du Lac: il creativo italo-scozzese Marco Kinloch Herbertson firma jacquard dai motivi floreali, icone sacre si uniscono al nylon nei trench e alla seta per i completi fra l’arancio dei tramonti, il rosso dei mattoni e il turchese oceanico. Chiude la tre giorni Francesca Cottone che ci mette “L’anima” (L’âme) nel mix di volumi rétro, accostamenti tra superfici differenti, pattern vivaci e decisi, eco-pelle. Istinto e ragione per costruire una visione estetica assolutamente cosmopolita.
‒ Gustavo Marco P. Cipolla
Eventi d'arte in corso a Roma
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