Tutti gli orizzonti di due famosi designer in un appartamento di Brera che finalmente apre al pubblico

l Salone del Mobile è finito, ma non tutte le location inaugurate ad aprile hanno già chiuso le loro porte. Il nuovo allestimento del Brera Design Apartment curato dai due designer veneti Zanellato e Bortotto come compendio della loro pratica progettuale, per esempio, è in controtendenza: dopo essere stato visitabile soltanto su invito durante la Design Week, sarà aperto a tutti fino al 25 maggio

Quando Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto hanno cominciato a riflettere sull’orizzonte come  filo tematico per la loro interpretazione del Brera Design Apartment, una delle prime cose che hanno fatto è stato consultare la libreria fotografica dei loro cellulari. Ci hanno trovato centinaia di immagini scattate per lo più in viaggio, diversissime tra loro per grana della luce, colori e prospettiva. “Questo ci ha stupiti fino a un certo punto, perché fotografare l’orizzonte è un gesto molto comune, lo facciamo tutti quasi senza accorgercene”, spiega la metà maschile dello studio Zanellato/Bortotto. “Per noi è stato interessante, e curioso, esplorare questo  argomento perché da sempre riveste una grande importanza per l’uomo, come strumento per la navigazione e la scoperta ma anche come soggetto per gli artisti. Lo abbiamo tradotto in una linea che percorre tutto l’appartamento, dall’inizio alla fine, e non divide ma connette tra loro gli ambienti in sintonia con il tema «Mondi connessi» del Fuorisalone e del Brera Design District”. 

L’appartamento-manifesto del duo Zanella/Bortotto e le sue fonti di ispirazione

Visitare l’appartamento di Via Palermo, nel cuore di Brera, è un po’ come fare un tuffo nel mondo del duo di designer che si è fatto conoscere nel 2013 portando al Salone Satellite Acqua Alta, una collezione di lampade, tappeti e altri oggetti in vetro di Murano e tessuto frutto dell’osservazione di uno dei fenomeni naturali più tipici di Venezia e dei suoi effetti. Lo è, innanzi tutto, perché ognuna delle stanze trae ispirazione da uno dei loro luoghi del cuore, fissati nella memoria oppure filtrati attraverso lo sguardo di fotografi e artisti: la campagna emiliana di Luigi Ghirri, tradotta in campiture piatte di colori pastello, Venezia con i riflessi del sole sulla laguna e il suo caìgo, la tipica nebbia che rende tutto ovattato nascondendo l’orizzonte, il deserto rosso della Namibia, le pendici dell’Etna. Ma anche per via dei libri e dei piccoli oggetti e ninnoli personali che  Zanellato e Bortotto hanno disseminato un po’ ovunque come le molliche di pane di Hansel e Gretel e per le opere d’arte selezionate dai progettisti in base a una serie di affinità elettive (per esempio Giuditta Verdrame, con i suoi collage di mappe e planisferi che disegnano mondi possibili), scelte nella collezione della Galleria Luisa Delle Piane o individuate con l’aiuto del direttore artistico di Miart Nicola Ricciardi. Non ultimi, infine, gli arredi e le finiture che come tutto il resto raccontano storie: quelle della loro concezione e del loro sviluppo insieme alle aziende partner del progetto. Un esempio è la poltroncina Clay disegnata per Moroso, che integra nello schienale una lastra di ceramica realizzata a mano nel distretto storico di Nove, vicino a Vicenza, e decorata con smalti e lustri preziosi.

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BRERA DESIGN APARTMENT, ORIZZONTI BY ZANELLATO/BORTOTTO. PH: VALENTINA SOMMARIVA

Un orizzonte diverso per ogni stanza

L’orizzonte è una presenza costante nelle stanze dell’appartamento, dove si comporta esattamente come fa nel mondo fuori. Può apparire nitido oppure sfocato, offuscato dagli elementi atmosferici. Anche la sua altezza è variabile perché dipende dalla posizione dell’osservatore. “La nostra linea immaginaria è posizionata a un’altezza di un metro e otto centimetri, però siamo consapevoli che chi entra non la vedrà per forza come la vediamo noi. Una delle prime domande che ci siamo posti all’inizio di questo lavoro è stata: come rappresentano l’orizzonte gli artisti? C’è un’altezza predefinita? Ci siamo accorti che non esistono regole”, spiega ancora Daniele Bortotto. In cucina, le campiture nette di colore, un giallo chiaro, che ricoprono il pavimento e salgono a parete fino a 1,08 metri evocano la luce rarefatta tipica di alcuni scatti di Ghirri ambientati lungo il corso del Po e raccolti nel libro Il profilo delle nuvole (Feltrinelli, 1989), mentre le piastrelle di Chiara Andreatti per Botteganove, usate come rivestimento per il bancone, e la parete tessile di Bolzan richiamano la texture delle spighe di grano. 

La sala da pranzo e il living: luci e sfumature della laguna veneziana

Nella sala da pranzo, la linea dell’orizzonte diventa ariosa e sfumata, pronta a dissolversi in pennellate quasi impressioniste. Il riferimento è alla laguna veneziana e alle sue barene, le terre basse e gli isolotti periodicamente sommersi dalla marea. Le piastrelle scelte dai designer per vestire una parete si chiamano proprio così, Barene, e ricreano i riflessi della luce sull’acqua grazie alle loro componenti metalliche. La zona living è dominata dal caìgo, cioè dalla nebbia che in certi momenti dell’anno avvolge Venezia e di tanto in tanto si apre lasciando intravvedere un arcobaleno (qui proiettato dalla lampada da tavolo vintage Arc en Ciel di Andrea Bellosi per Studio Alchimia). Si entra in una dimensione più eterea, l’orizzonte non si vede ma va immaginato e a indicare la sua posizione arriva una mensola poco profonda che serve da supporto a quadri e fotografie. 

La camera da letto e il bagno: tramonti infuocati e lava

In camera da letto, l’ispirazione seguita da Zanellato e Bortotto è quella di un tramonto africano  immortalato durante un viaggio in Namibia. Il protagonista assoluto di questo ambiente, il letto disegnato per Bolzan, è emblematico delle ricerche sulle tinture naturali e non convenzionali che il duo creativo porta avanti da diversi anni. La sua struttura in ferro battuto è, infatti, colorata con pigmenti naturali, aniline e terre applicate manualmente e fissate con cera d’api. “In questo modo riusciamo a ottenere tantissime tonalità, tranne il nero assoluto che continua a sfuggirci” interviene Giorgia Zanellato. “Naturalmente ci possono essere delle imperfezioni, e ogni pezzo sarà leggermente diverso dagli altri. Questo però non ci impensierisce, anzi, è un effetto che ricerchiamo quasi sempre nel nostro lavoro”. In bagno, le tessere di micromosaico grigio antracite posate in maniera irregolare e non ortogonale ricreano il profilo della “Muntagna”, l’Etna, e la resina prodotta da Rezina a pavimento incorpora polveri vulcaniche. Il corridoio che connette tra loro le stanze, infine, ha il blu acceso del cielo al tramonto visto dal finestrino di un aereo, attraversato da una linea arancione. Il percorso si chiude con un portale dall’aspetto enigmatico: si tratta, in realtà, di una lampada di Davide Groppi che lascia immaginare la possibilità di evadere rifugiandosi in un’altra dimensione o in un generico altrove. “Per noi è un’apertura su ciò che sta oltre l’orizzonte. Qualcosa che non conosciamo e che ognuno può interpretare a modo suo”, chiariscono i designer.

Giulia Marani

Brera Design Apartment
Milano, via Palermo 1
Visitabile su appuntamento dal 2 al 25 maggio scrivendo a questo indirizzo:
[email protected]

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Giulia Marani

Giulia Marani

Giornalista pubblicista, vive a Milano. Scrive per riviste italiane e straniere e si occupa della promozione di progetti editoriali e culturali. Dopo la laurea in Comunicazione alla Statale di Milano si specializza in editoria a Paris X-Nanterre. La passione per…

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