Tra design e antispecismo. Intervista allo studio Formafantasma 

“Ripensare il sistema capitalistico come cultura”. Andrea Trimarchi e Simone Farresin, fondatori del celebre studio internazionale di design Formafantasma, raccontano il loro lavoro e la loro visione del futuro

Formafantasma è uno studio di design con base a Milano e Rotterdam basato sulla ricerca che indaga le forze ecologiche, storiche, politiche e sociali capaci di dare forma alla disciplina del design contemporaneo. Fondato nel 2009 da Andrea Trimarchi e Simone Farresin, lo studio ha sempre sostenuto la necessità di una nuova sensibilità da fondere con una visione olistica del pensiero progettuale. L’obiettivo è quello di facilitare una comprensione più profonda degli ambienti naturali e costruiti, per proporre interventi trasformativi attraverso le possibilità materiali, tecniche, sociali e discorsive del design. La lungimiranza dello studio sulle sfide che affrontano il design, la cultura, l’ambiente e la società gli è valso il patrocinio di una serie di clienti internazionali: da Prada a Hermes, dalla Biennale di Venezia a Samsung. I loro progetti sono stati presentati, pubblicati e acquisiti nella collezione permanente dei maggiori musei internazionali tra cui il MoMA e il Metropolitan Museum di Museum, l’Art Institute Chicago, il Victoria and Albert di Londra, la Fondation Cartier e Centre Pompidou di Parigi, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, il Museo Maxxi di Roma, il Centro Pecci e la Triennale di Milano. 

Formafantasma, Oltre Terra. Why wool matters, installation view at Museo Nazionale della Norvegia, Oslo, 2023
Formafantasma, Oltre Terra. Why wool matters, installation view at Museo Nazionale della Norvegia, Oslo, 2023

Intervista allo studio Formafantasma 

Quali sono i vostri riferimenti ispirazionali nell’arte? 
Uno dei nostri primi grandi amori è stato Pierre Huyghe, un artista che rispettiamo molto, poi Joanna Piotrowska, con la quale abbiamo sviluppato due lavori, e Magali Reus, un’artista olandese che lavora in Inghilterra, che amiamo particolarmente. 

Qual è il progetto che vi rappresenta di più? Potete raccontarci la sua genesi? 
La nostra pratica si espande in direzioni molto diverse, anche se l’etica e l’attitudine sono le stesse quando lavoriamo per un’industria o sviluppiamo progetti indipendenti. Due esempi significativi del nostro modo di pensare sono i progetti Cambio alla Serpentine di Londra  e Oltre Terra al Museo Nazionale di Oslo. In queste istituzioni abbiamo presentato un sistema di pensiero, più che un prodotto. Queste mostre criticano, dissezionano e propongono atteggiamenti trasformativi per l’industria del legno e quella della lavorazione della lana. Sono entrambi manifesti del nostro modo di pensare e di ciò che è necessario per lo sviluppo ecologico. 

La genesi di entrambi i lavori è stata una commissione in cui ci è stato chiesto di rappresentare il nostro pensiero in modo abbastanza libero. Nel caso del Museo Nazionale di Oslo ci è stato chiesto di lavorare sull’idea della lana. Noi abbiamo risposto non con il materiale, ma con l’animale. Abbiamo cercato prima di tutto di sviluppare un’analisi critica dell’industria della lana, che passa soprattutto dal rapporto che l’essere umano ha stabilito con la pecora a livello di coabitazione, fino ad arrivare alle pratiche industriali contemporanee, passando per il colonialismo inglese che ha importato il merino in Australia. Questo ha dato inizio all’industria contemporanea della lana in Australia, leader attuale del mercato, che ha completamente distrutto gli apparati produttivi in Europa e ha portato problemi di tipo ecologico e sociale alle comunità indigene in Australia. La mostra è una proposizione su come fare museografia del contemporaneo abbattendo le categorie disciplinari che dividono l’esperienza scientifica e la lettura di ciò che è naturale e ciò che è artificiale. Crediamo che Oltre Terra sia un modo di fare museografia della contemporaneità dal punto di vista dell’ecologia. 

Che importanza ha il Genius Loci all’interno del nostro lavoro? 
Sicuramente ha valore, ma non necessariamente ha un ruolo nella pratica. Non siamo dei produttori e quindi lavoriamo con contesti diversi. Riconosciamo la capacità produttiva e di qualità in Italia, dovuta anche dal voler vedere i processi produttivi come flessibili e rivisitabili, ed è per questo che abbiamo sempre amato lavorare in Italia. Il Genius Loci ha un valore perché, dopo anni di globalizzazione, abbiamo capito l’importanza della relazione con il qui ed ora, basata sul legame tra persone, tra specie diverse e tra materiali. In questo senso, si deve recuperare di più il rapporto con i luoghi, non solo con il savoir-faire umano, indagando perché certe produzioni abbiano senso in alcuni luoghi piuttosto che in altri. Questo si connette all’idea di ecologia, ed è per questo sicuramente è un valore. 

MAXXI BioGrounds Populus Alba Studio Formafantasma, Emanuele Coccia. Ph Emiliano Martina
MAXXI BioGrounds Populus Alba Studio Formafantasma, Emanuele Coccia. Ph Emiliano Martina

Il futuro secondo i fondatori dello studio Formafantasma 

Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro? 

La relazione tra passato e futuro non è lineare e le cose non tornano mai uguali a se stesse. Tuttavia, il passato ha importanza nel nostro lavoro come mezzo per comprendere il presente e il futuro, trovando strumenti per capire ciò che sta accadendo nel presente.  

Quali consigli dareste a giovani che vogliono intraprendere la nostra strada? 

Se siete studenti, non paragonatevi mai ai vostri colleghi, ma confrontatevi con i vostri eroi e con le persone che lavorano al di fuori dell’ambito educativo. Non si diventa designer una volta laureati, ma cercando perennemente di essere i migliori e i più bravi. Questa è l’unica strada. Il secondo consiglio è di non accontentarsi di accettare proposte lavorative solo perché si è all’inizio della carriera. È più facile dire di no all’inizio quando non bisogna sostenere costi e si è disposti a vivere in modo più precario. Se avete idee molto chiare, vale la pena dire di no. Bisogna però essere molto onesti intellettualmente e capire se si hanno le capacità di essere designer, il che non significa solo avere talento ma anche essere organizzati, professionali e avere molta pazienza, oltre che ad amare profondamente questo lavoro, perché a volte la voglia può anche passare. 

In un’epoca definita dalla post-verità, ha ancora importanza e forza il concetto di sacro? 
Il concetto di sacro non ci piace. Non pensiamo che sia necessario il sacro per riportare la verità al centro. Preferiamo idee come la deontologia professionale e l’etica, questioni discusse troppo poco anche nell’ambito del design. 

Come immaginate il futuro? Potete darci tre idee che secondo voi guideranno i prossimi anni? 
Sarebbe facile essere catastrofisti, quello che possiamo fare è descrivere come immaginiamo sarà rilevante fare il futuro: è importante come specie che abita il pianeta maturare ed emanciparci dalla nostra posizione. Dall’Illuminismo in poi, mettendo l’uomo al centro dell’universo, abbiamo sviluppato una forma di egocentrismo in cui l’intelligenza umana è l’unica contemplata. Sappiamo che viviamo con altre specie e la loro sopravvivenza è fondamentale anche per la nostra salute. Dal punto di vista del design, è importante cercare di essere leggermente meno antropocentrici, considerando anche il bisogno degli altri. Può sembrare un paradosso, ma quando si lavora con un materiale bisogna considerare le comunità umane e non umane coinvolte e capirne le conseguenze. 

La grande rivoluzione a cui tutti dovremmo mirare, ma che purtroppo non è ancora vicina, è il ripensamento del sistema capitalistico come cultura, che ha dimostrato profondi problemi anche in relazione al libero mercato. Bisogna sicuramente reinventare come fare una globalizzazione 2.0. Siamo grandi sostenitori dello sviluppo locale, ma non riusciamo ad immaginare un pianeta che non sia altrettanto globalizzato. 

Marco Bassan 

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Marco Bassan

Marco Bassan

Curatore d’arte contemporanea, fondatore di Spazio Taverna. Ha curato progetti per istituzioni quali il MAECI, Fondazione CDP, CONAI, i Musei Capitolini, il Museo Nazionale Romano, il Parco Archeologico dell’Appia. Nel 2023 ha consegnato la tesi di dottorato presso Roma Tre…

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