Storia delle bambole identiche a neonati prodotte a Modena. Cosa sono, chi le compra

Si chiamano Reborn e sono bambole per adulti create per assomigliare a dei veri e propri neonati. In Italia la produttrice più esperta è Claudia Vezzali che ci spiega come le disegna e a chi sono rivolte

Mia figlia ha otto anni ed è un’esperta conoscitrice di bambole Reborn; io fino a qualche mese fa non sapevo nulla della loro esistenza e soprattutto non avevo la minima idea che ci fosse un mondo così complesso alla voce “bambole”.

Cosa sono le bambole Reborn

Una prima e fondamentale precisazione è che non si tratta di bambole comuni e che non è un settore pensato per l’infanzia, nonostante la passione di mia figlia. Il nome “rinate” ha origine dalla tendenza, diffusa negli Stati Uniti negli anni Ottanta e Novanta, di modificare semplici bambole al fine di renderle più simili a veri neonati; la tendenza si è trasformata in vera pratica artigianale, ed oggi si trovano in commercio kit di base creati in edizione limitata da esperti scultori: con un lungo ed accurato lavoro è possibile realizzare una bambola che ha le sembianze di un vero neonato. Nei video scovati su YouTube siamo venute a conoscenza di Claudia Vezzali, sicuramente una delle produttrici di bambole Reborn più esperte in Italia e il mio regalo di fine scuola per mia figlia è stato un viaggio nei pressi di Modena a conoscere Claudia. La culla dei sogni è il nome del laboratorio creato a casa sua, un luogo piccolo e pienissimo di cose in cui i kit contenenti arti e teste, chiusi nei sacchetti di plastica, vengono trasformati, attraverso una serie di complicati passaggi, in preziose bambole/neonati.    

Le Bambole Reborn di Claudia Vezzali
Le Bambole Reborn di Claudia Vezzali

Il laboratorio di Claudia Vezzali a Modena

Nel laboratorio ci sono alcuni esemplari pronti per essere consegnati: i loro proprietari hanno scelto il colore di occhi e capelli e il sesso; il giorno in cui la bambola è terminata Claudia redige un documento di nascita, completo di lunghezza e peso. Le chiediamo chi siano i suoi clienti, visto anche l’alto costo delle creazioni (dai 400 euro a bambola) e ci racconta di appassionati, collezionisti, registi, operatori che si occupano di malati di Alzheimer, ma anche donne che, nella piena consapevolezza, decidono di trattarle come veri neonati.
Prendo in braccio una Reborn pronta per essere consegnata ed effettivamente mi provoca una strana sensazione, un ricordo di un inizio maternità lontano nel tempo. Il peso, gli occhi perfetti, i capelli (di mohair, cuciti manualmente uno ad uno), la bocca e il naso resi umidi dal sapiente uso dei colori, incredibilmente sortiscono un inganno: sono consapevole di avere una bambola fra le mani, ma emotivamente mi sento coinvolta da questa “creatura”.
Girando per il laboratorio vedo sacchetti di occhi verdi, marroni e blu, capelli, un forno per fissare il colore della pelle steso su arti e teste, sacchi di micro-sfere con le quali riempire arti e busto al fine di dare alla bambola il peso di un vero neonato.

La psicologia delle bambole Reborn

Per terminare una bambola sono necessari anche tre mesi di intenso lavoro e vedo nella calma di Claudia la pazienza e la cura necessarie per portare a termine un lavoro pressoché perfetto. Chiedo a Claudia un’ultima curiosità relativa al comportamento di persone che non conoscono questo argomento e mi racconta di casi di reazioni indignate di fronte a bambole così realistiche, ne rifiutano la vista, a conferma del fatto che non si può essere indifferenti ad una Reborn.
Salutiamo Claudia e una volta a casa ordiniamo il nostro primo kit Reborn. Sappiamo benissimo che si tratta di un azzardo, ma ormai non possiamo più farne a meno.

Silvia Camporesi

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Silvia Camporesi

Silvia Camporesi

Silvia Camporesi (nata a Forlì nel 1973), laureata in filosofia, vive a Forlì. Attraverso i linguaggi della fotografia e del video costruisce racconti che traggono spunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale. Negli ultimi anni la…

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