Le mani all’origine del gesto creativo nell’istallazione di Yannick Jaquet a Modena

Un lavoro inedito dell’artista e videografo svizzero dialoga con le figurine delle collezioni storiche della FMAV di Modena, tra teatro delle ombre, alfabeti non verbali e social network

Al Museo della Figurina, all’interno della Fondazione di Art Visive di Modena (FMAV), l’installazione site-specific di Yannick Jacquet (Ginevra, 1980) dialoga con le figurine di fine Ottocento e inizio Novecento, attraverso proiezioni e video, dando vita a una scenografia ibrida che pone in relazione il teatro delle ombre, gli alfabeti non verbali, il pre-cinema e i social network contemporanei. 

L’installazione di Yannick Jacquet a Modena

Lo spettatore viene catturato dal vortice dei movimenti delle dita ed è portato a riflettere sul valore sociale del gesto, sulla capacità espressiva delle mani e sulla loro potenza comunicativa. Così, Yannick Jacquet invita a meditare sul rapporto con il nostro corpo in un momento storico in cui le interazioni virtuali risultano ormai preponderanti. 
La centralità del tema della mano e dei suoi movimenti nel corso della storia ha spinto l’artista ad accostare tra di loro gesti riferiti a epoche differenti per costruire ponti, stabilire connessioni e generare collisioni. 
L’impronta della mano è infatti una delle più antiche rappresentazioni grafiche esistenti, a dimostrazione del fatto che l’essere umano ha sempre sentito l’esigenza di lasciare una traccia di sé, un segno della propria presenza. La mano è ciò che più caratterizza l’uomo rispetto agli altri esseri viventi ed è strumento creativo per eccellenza. Le mani generano linguaggi e rafforzano la comunicazione verbale mediante movenze che variano nelle diverse culture e che assumono valori espressivi e significati specifici.

Yannick Jacquet, Finger plays, Museo della Figurina, FMAV, Modena, 2023
Yannick Jacquet, Finger plays, Museo della Figurina, FMAV, Modena, 2023

Yannick Jacquet a confronto con il Museo della Figurina

Per la mostra, l’artista è stato invitato a immergersi tra le migliaia di documenti che compongono il vasto archivio del Museo della Figurina e ha rivolto la sua attenzione ad alcune serie di figurine cromolitografiche del XIX secolo, raffiguranti bambini che creano giochi di ombre con le mani.
Queste raffigurazioni hanno ricordato all’artista i video di finger dance diffusi oggi dai social network: il fenomeno, che deriva dalla break dance, consiste nella creazione di ipnotiche coreografie attraverso l’uso delle dita ed è diventato virale tra i giovani sulle piattaforme TikTok e Youtube durante il periodo di isolamento imposto dal Covid.
Ma Jacquet si è avvalso anche della collaborazione con diversi artisti: l’artista visiva e fotografa Laeticia Bica, il compositore Laurent Delforge e i danzatori Denis Inghelbrecht e Yamuna Kyamo Huygen.

Bonnie Borsari

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Redazione

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