Il design come politica. La mostra di Formafantasma a Prato

Al Centro Pecci di Prato va in scena la mostra dello Studio Formafantasma ispirata al legno. Un materiale “vivo”, che stimola la riflessione critica. Ma che deve essere utilizzato con attenzione

Il design è spesso associato alla produzione di oggetti e alla ricerca della bella forma, ma a questa idea si sono da tempo affiancate visioni più allargate sulla disciplina. Lo studio Formafantasma è tra i più importanti esponenti di un design riflessivo, un modo di intendere il progetto che non ha solo lo scopo primario di realizzare prodotti, ma quello di costruire ragionamenti attorno al mondo della produzione.
Fino al 24 ottobre, presso il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, è possibile visitare la mostra Cambio: originariamente ospitata dalla Serpentine Gallery di Londra e curata da Hans Ulrich Obrist e Rebecca Lewin, la mostra si rinnova negli spazi del Centro Pecci con la curatrice Cristiana Parrella. Il tema di ricerca scelto è il legno, una materia prima ampiamente utilizzata dall’industria che ha la caratteristica di essere un materiale vivo. Il titolo del progetto, Cambio, è il nome dello strato protettivo che si trova fra la corteccia e la parte interna della pianta, ma è chiaro anche l’obiettivo di dichiarare un bisogno di cambiamento, un “cambio” di rotta nei confronti dei temi ambientali. Nella mostra non vengono presentati oggetti dello Studio Formafantasma: lo scopo non è raccontare una collezione, semmai analizzare il materiale legno in relazione al suo utilizzo.

Formafantasma. Cambio. Exhibition view at Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato 2021. Photo Ela Bialkowska (OKNOstudio), 2021

Formafantasma. Cambio. Exhibition view at Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato 2021. Photo Ela Bialkowska (OKNOstudio), 2021

LA MOSTRA DI FORMAFANTASMA A PRATO

Appena entrati si viene accolti da un forte profumo di legno e foresta: l’aroma è così intenso da riuscire a penetrare attraverso le mascherine che tutti indossiamo in questo periodo. L’installazione olfattiva è stata commissionata alla ricercatrice e artista norvegese Sissel Tolaas per far immergere lo spettatore nel tema attraverso un senso spesso poco considerato dal mondo del progetto, l’olfatto.
Lungo il percorso troviamo diverse videoinstallazioni dallo spiccato approccio documentaristico: si racconta il legno nelle sue varie sfaccettature attraverso dati, riferimenti storici e immagini emotivamente toccanti. L’intenzione è quella di fare ricerca e trovare in essa gli spunti per diffondere messaggi: porre questioni morali e denunciare eventuali storture del sistema produttivo. Troviamo ad esempio esposti diversi oggetti che tradizionalmente sono realizzati in legno (una chitarra, un flauto, uno sgabello, una racchetta da ping-pong e altro): i legni di costruzione sono stati analizzati, ogni prodotto è corredato da una scheda con i risultati che certificano come molti oggetti siano realizzati ancora oggi con diverse specie protette o rare.

UNA RIFLESSIONE SUL LEGNO

Tra i diversi spunti di riflessione c’è anche un’opera di Giuseppe Penone, Albero in torsione destra (1988): partendo da una trave in legno utilizzata comunemente in edilizia, lo scavo attento dell’artista fa emergere le forme dell’albero che si trovano al suo interno. Una trave architettonica diventa così una forma organica, e porta lo spettatore a riflettere sul legno come materiale vivo e non più come semplice materia prima inanimata.
Tutti i mobili e le sedute della mostra sono stati realizzati dallo Studio Formafantasma: è stato utilizzato un unico albero sradicato dalla tempesta Vaia che nel 2018 ha colpito il Nord Italia. Una riflessione sul rispetto del legno e la necessità di un suo utilizzo attento.
Per la realizzazione di questa mostra, Studio Formafantasma si è avvalso della collaborazione con diversi istituti botanici come l’Economic Botany Collection dei Kew Gardens, il Victoria and Albert Museum e l’Erbario Tropicale del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze. Molte le interviste con professionisti, ricercatori o pensatori come il filosofo Emanuele Coccia, che con una voce fuori campo conclude la mostra nella videoinstallazione finale.

Formafantasma. Cambio. Exhibition view at Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato 2021. Photo Ela Bialkowska (OKNOstudio), 2021

Formafantasma. Cambio. Exhibition view at Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato 2021. Photo Ela Bialkowska (OKNOstudio), 2021

IL DESIGN CRITICO DI FORMAFANTASMA

Il lavoro dello studio Formafantasma ripropone con forza la figura del designer critico, un professionista in grado di stimolare riflessioni sul mondo della produzione: non solo un tecnico capace di progettare, ma una persona a cui è richiesto di dire la sua, di schierarsi, di porsi in modo critico sui temi della contemporaneità. La mostra Cambio è un esempio di come il design sia oggi un potente strumento di analisi e forse uno dei sistemi più efficaci di fare politica.

Tommaso Bovo

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Tommaso Bovo

Tommaso Bovo

Si occupa di critica del design, di progetto grafico e multimedia. Collabora con diverse aziende e studi di grafica. È stato Art Director degli studi Archea Associati e Doni Associati. Ha tenuto lezioni presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli…

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