L’icona nella betoniera. Fornasetti presenta Carlo Dell’Acqua, a Milano

Chi non ha in mente il volto di Lina Cavalieri sulle opere di Piero Fornasetti? L’artista Carlo Dell’Acqua gioca con quell’immagine iconica ‒ facendola letteralmente a pezzi, scomponendola e ricomponendola ‒ in una serie di opere in mostra nello showroom milanese del figlio di Piero, Barnaba, fino al 16 novembre 2019.

Offrire un’esperienza che va oltre l’acquisto del prodotto. Con questo obiettivo, l’eclettico e sempre avanguardista Barnaba Fornasetti ha scelto di ospitare nello store di corso Venezia, a Milano, una serie di esposizioni co-curate con Valeria Manzi ‒ riunite in un ciclo dal titolo Fornasetti presenta ‒ per continuare a disegnare con nuovi linguaggi e approcci il rapporto tra il prodotto e il suo fruitore. S/Oggetti parziali, la mostra dell’artista di Bormio Carlo Dell’Acqua presentata in anteprima a Nomad Venice e in corso fino al 16 novembre, rivoluziona il punto di vista dell’osservatore su quella che probabilmente è l’icona principe della produzione del padre di Barnaba, il grande Piero Fornasetti: il volto di Lina Cavalieri. Questa figura infinitamente affascinante, soprano vissuta ai primi del Novecento e morta giovanissima, è stata una presenza fissa in casa di Carlo Dell’Acqua per molto tempo, riprodotta su piatti e teiere. “Sono rimasto a osservare questi volti a lungo, e vi ho convissuto”, ci racconta l’artista, “fino a quando, un giorno, non li ho portati in studio e ho cominciato a spaccarli!”.

Carlo Dell’Acqua. S Oggetti parziali. Installation view at Fornasetti, Milano 2019

Carlo Dell’Acqua. S Oggetti parziali. Installation view at Fornasetti, Milano 2019

UN PROCESSO DI RICOSTRUZIONE

Quello che apparentemente sembrerebbe un gesto dissacrante è stato per lui un vero e proprio atto conoscitivo. A questa prima azione, infatti, è seguita una lunga procedura di ricostruzione in cui l’artista ha trovato una dimensione dialogica fortissima con l’oggetto e il soggetto, entrambi frantumati, ritrovando un’unità di composizione nuova. Nel caso particolare del volto della donna, l’occhio, da subito, ha giocato un ruolo fondamentale, tanto forte da ritrovarsi sempre, in ogni nuova unità, come se parlasse un linguaggio universale, che in qualsiasi ricomposizione non perde mai identità. Per aiutarci a entrare meglio nel processo creativo di Dell’Acqua, seguiamo Fornasetti in uno spazio attiguo allo showroom, cantiere attivo dove l’artista ci introduce a quello sguardo ipnotico che ha così tanto permeato la sua opera, portando il piatto in una betoniera, facendolo ruotare, svanire e rifocalizzarsi davanti a noi, in un singolare straniamento contestualizzato.

SPIRALI DI FORME

Non meno interessanti sono le architetture ricostruite, delle vere e proprie spirali di forme sovrapposte che, nella parvenza di composizione circolare che le costituisce e nella profondità delle proprie stratificazioni, superano agilmente il disorientamento iniziale dello spettatore che ne è immediatamente rapito. Lo sguardo ricostruito di Lina cattura la nostra attenzione dalla strada, un invito a lasciar spazio alla curiosità nella frenesia quotidiana che Fornasetti mette in atto in questo progetto con maestria e gentilezza uniche, come se i pezzi di Carlo Dell’Acqua fossero lì da sempre. Come se vedessimo il volto di Lina per la prima volta.

Flavia Chiavaroli

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Flavia ChiavarolI

Flavia ChiavarolI

Architetto, exhibition designer e critico freelance. Osservatrice attenta e grande appassionata di architettura ed arte moderna e contemporanea riporta la sua esperienza nell’organizzazione di workshop, collabora con artisti e fotografi e aggiornando i principali social network. Dal 2012 si occupa…

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