Design. Alessandro Mendini rilegge Italo Calvino

La genesi dei colori, così com’è stata spiegata dallo scrittore in un racconto delle sue “Cosmicomiche”, fornisce ad Alessandro Mendini l’ispirazione per un nuovo progetto. Due impiallacciati ispirati al suo celebre motivo pointilliste rivestono coi colori del sole e della luna tre forme primitive, in esposizione allo showroom ALPI di Milano fino al 20 dicembre 2018.

Prima di formarsi la sua atmosfera e i suoi oceani, la Terra doveva avere l’aspetto di una palla grigia roteante nello spazio. Come ora è la Luna: là dove i raggi ultravioletti irradiati dal sole arrivano senza schermi, i colori sono distrutti; per questo, le rocce della superficie lunare, anziché colorate come quelle terrestri, sono d’un grigio morto e uniforme. Se la Terra mostra un volto multicolore è grazie all’atmosfera, che filtra quella luce micidiale”. È l’incipit di Senza colori, uno dei racconti che compongono Le Cosmicomiche di Italo Calvino, ambientato in una terra primordiale, continuamente scossa da aggiustamenti geologici e priva di qualunque sfumatura. Qui, l’enigmatico eroe Qfwfq, protagonista di tutte e dodici le storie, insegue la bella Ayl. L’emergere dei colori, intensi e vibranti così come li conosciamo, separerà i due innamorati: mentre Qfwfq apprezza la nuova bellezza che gli si rivela all’improvviso, Ayl è intimorita da questo cambiamento repentino e preferisce rifugiarsi, per sempre, nelle viscere della terra.

TRE MOBILI-SCULTURA

Il racconto calviniano, asciutto come una parabola, fornisce a uno dei maestri del design italiano l’ispirazione per un esercizio di stile e per una nuova declinazione del motivo pointilliste a lui così caro (d’altra parte, chi non ricorda la poltrona Proust?). Alessandro Mendini (Milano, 1931) ha realizzato tre mobili-scultura battezzati in omaggio ai personaggi di Senza colori: Qfwfq, Ayl e l’insieme di Luna & Sole, che con la loro luce influenzano la percezione del colore sulla Terra, e sono esposti nello showroom milanese di ALPI.
Questi Tre Primitivi sono basati su tre forme arcaiche e realizzati con due legni creati dall’azienda romagnola, riedizione di un primo impiallacciato a decoro puntinista che lo stesso designer aveva concepito nel 1991. La versione in bianco e nero, Pointillisme B/N, riproduce la suggestione delle notti al chiaro di luna, quando si comincia a vedere il paesaggio come se fosse giorno ma spogliato dei suoi colori, ai quali si sostituiscono diverse tonalità di grigio, mentre la versione a colori, Pointillisme COL, è “solare” nel senso che riproduce frammenti di colore caldi e vibranti presi dallo spettro della luce del sole.

Alessandro Mendini, Luna & Sole, 2018. Prod. ALPI

Alessandro Mendini, Luna & Sole, 2018. Prod. ALPI

SOLE E LUNA

La prima volta che presi un pennello per puntinare la superficie di un oggetto come se fosse la tela di un quadro avvenne per motivi letterari”, ha raccontato Mendini, richiamando la genesi della sua poltrona più famosa “Il mondo di Proust è un universo interminabile di dettagli, di aneddoti e di parole, la cui trasposizione visiva erano per me appunto le pennellate degli artisti puntinisti, come Seurat e Signac. Come quei pittori avevano reso evanescente e immateriale il mondo attraverso un geniale accorgimento ottico, anche io volevo fissare il pulviscolo atmosferico in un infinito agglomerato di minuscole pennellate. Lo stesso procedimento è stato poi utilizzato, con altre tecniche più contemporanee del puntino a tempera, in altri progetti e situazioni, compreso quest’ultimo esercizio nel quale alle sfumature dello spettro solare si affiancano quelle lunari giocate sui toni del grigio e all’ispirazione proustiana si sostituisce un nuovo spunto letterario.

– Giulia Marani

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Giulia Marani

Giulia Marani

Giornalista pubblicista, vive a Milano. Scrive per riviste italiane e straniere e si occupa della promozione di progetti editoriali e culturali. Dopo la laurea in Comunicazione alla Statale di Milano si specializza in editoria a Paris X-Nanterre. La passione per…

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