Si è conclusa la Bologna Design Week. Il racconto dell’edizione 2017

Si è appena conclusa la terza edizione della Bologna Design Week, la manifestazione internazionale organizzata nel centro storico in occasione del Cersaie, il Salone della ceramica e l’arredobagno a BolognaFiere. Tra le iniziative più significative, la mostra sull’imprenditore bolognese Dino Gavina.

Scatto Libero. Dino Gavina 10. Foto Giacomo Maestri
Scatto Libero. Dino Gavina 10. Foto Giacomo Maestri

Con oltre 150 partecipanti e 150 eventi, la BDW ha coinvolto le eccellenze del design in un vasto programma di mostre, workshop, design talk disseminati in palazzi storici, musei, gallerie d’arte e nelle cinque main location delle precedenti edizioni.

LE MOSTRE

Nella cornice di Palazzo Isolani, quartiere generale della design week, sono state allestite la mostra ‘L’originale è Vitra’ e il ‘Temporary Living Space’ di Sara Simoska firmato Molteni&Dada. Oltre ad altre aziende e designer, il percorso è stato completato dall’allestimento di Space Interiors e il plastico dell’ampliamento della sede di Fondazione Golinelli, a firma di Mario Cucinella Architects. Gli spazi dell’ex Ospedale dei Bastardini sono stati occupati dagli allestimenti di noti brand e progettisti – tra cui “Ceramic Light” di Massimo Iosa Ghini per il Gruppo Ceramiche Ricchetti, “Cathedrals of Light” di Paolo Castelli S.p.A., “Non Ordinary Object. The hidden side of design” di Geberit e Pozzi-Ginori, “Percorsi” di Ornamenta Gamma Due, “Analyzing Optimism. All the shapes of well-being” di Tosilab, le sedute di Castelli 2014 S.r.l., oltre che da una ventina di designer italiani e stranieri. “La Design Week di Bologna è una buona iniziativa, uno sforzo che mi piace”, commenta l’architetto Massimo Iosa Ghini. “In questa terza edizione ho visto una buona percentuale di cose ben fatte, alcune ancora poco curate. Ho visto la volontà di collegare gli eventi collaterali alla Fiera e spero un giorno di sentire ancora di più questo legame. Ma soprattutto c’è stata una maggiore partecipazione dei cittadini, e quindi maggiore attenzione al tema del design”.

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CERAMIC LIGHT by Massimo Iosa Ghini per Gruppo Ceramiche Ricchetti
CERAMIC LIGHT by Massimo Iosa Ghini per Gruppo Ceramiche Ricchetti

LA MOSTRA SU DINO GAVINA

‘Scatto Libero. Dino Gavina 10’ a Palazzo Pepoli Campogrande è stata la mostra più quotata. A cura di Elena Brigi e Daniele Vincenzi, l’esposizione è stata un omaggio all’imprenditore del design, e fa seguito alla mostra del 2010 ospitata da MAMbo da loro curata. Nella sede distaccata della Pinacoteca Nazionale di Bologna, un percorso attraverso dieci punti tematici, dieci pezzi, dieci autori, con dieci racconti diversi è stato accolto dalle affascinanti sale del palazzo per celebrare il decimo anniversario dalla sua scomparsa. Come racconta il curatore Daniele Vincenzi, “questa mostra è stata una sorpresa anche per noi. Abbiamo deciso di mettere in mostra i pezzi sia montati che smontati, cosa normale per chi è del campo o abituato a frequentare fabbriche e tappezzerie. Per il pubblico invece è stata un’esperienza nuova, una sorpresa. Aiuta il visitatore a capire il senso della serialità industriale, ad apprezzare l’oggetto. In questo allestimento, le scelte dell’illuminazione sono state fondamentali. Quando abbiamo montato le luci, è stata una rivelazione: in quel momento si è letto il senso della mostra”.

– Bianca Felicori

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Bianca Felicori
Bianca Felicori è architetto junior e studentessa del corso di Laurea Magistrale in Architettura e Disegno Urbano presso il Politecnico di Milano. Inizia il suo percorso nella redazione di Domus insieme all’ex direttore Nicola Di Battista, correlatore della sua tesi di laurea triennale “L’occhio dell’arte in Domus” dedicata al rapporto tra la disciplina artistica e quella architettonica, con il contributo di Mimmo Paladino. Dopo l’esperienza all’interno della redazione, partecipa attivamente agli eventi dedicati all’architettura in Italia - Salone Internazionale del Mobile e Biennale di Venezia. Nata a Bologna e residente a Milano, è oggi redattrice di Artribune e si occupa di architettura e arti visive.