Usare i bitcoin e altre criptomonete appoggiate alla rete per comprare all’asta una libreria di Franco Albini, un lampadario Olook dal look futuristico e dalle grandi palpebre, o ancora una coppia di poltrone Arflex degli anni Sessanta può apparire inconsueto ma è già del tutto possibile. Lo dimostra la singolare vendita di design, incentrata sulle opere dei grandi maestri italiani del novecento con oltre 600 lotti tra mobili e complementi, organizzata dalla Casa d’Aste Sant’Agostino di Torino per i prossimi 23 e 24 ottobre, che in anteprima mondiale prevede la possibilità di pagamento tramite Bitcoin (BTC), Ethereum (ETH) e Litecoin (LTC).
COS’È UN BITCOIN?
“Questa nuova tipologia di trasferimenti finanziari”, spiega il banditore Vanessa Carioggia, “permetterà di ottenere numerosi benefici per i clienti, dai costi di trasferimento bancario decisamente inferiori al trasferimento e conferma della ricezione in tempi quasi istantanei e senza complicazioni, grazie ad un processo 2-step. La ricezione del pagamento, inoltre, potrà essere certificata in loco senza ritardi e senza intermediari, mediante l’inserimento automatico della transazione nella rete mondiale BlockChain della moneta interessata”.
LA CRIPTOVALUTA NELLE FIERE
Le criptovalute, monete globali digitali svincolate dai sistemi istituzionali e basate sulla tecnologia peer-to-peer, con l’ausilio di metodi crittografici per garantire la sicurezza, sono diventate un potentissimo strumento finanziario, non estraneo al mondo dell’arte. È in fase di lancio, per esempio, con accordi già stipulati con importanti organizzazioni fieristiche, una piattaforma sviluppata da due startup italiane che consente di usare la tecnologia BlockChain per tracciare i passaggi di proprietà delle opere d’arte evitando la contraffazione.
– Giulia Marani
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