L’Orto Botanico di Torino sta per compiere 300 anni e ancora si rinnova per il pubblico

L’Orto Botanico di Torino, nel pieno del Parco del Valentino, sarà uno spazio un po’ meno misterioso per i torinesi e non solo. Una nuova cancellata permette di sbirciare un luogo che conserva oltre 5mila specie vegetali

Lo scorso 29 settembre 2025 è stata inaugurata la nuova cancellata lunga quasi 400 metri che sostituisce le lamiere da cantiere che negli ultimi vent’anni avevano oscurato la vista, in particolare del Boschetto o Arboreto, la parte ottocentesca dello spazio verde sulle rive del Po. “Le migliaia di persone che transitano qui davanti ogni giorno avranno di nuovo la possibilità di gettare un’occhiata in profondità, perché la nuova cancellata non divide ma invita la cittadinanza a conoscere meglio questo gioiello torinese” spiega Consolata Siniscalco, direttrice dell’Orto Botanico. In origine esisteva una cancellata ottocentesca che negli Anni Trenta venne utilizzata come metallo per sostenere la guerra in Etiopia. Fu sostituita da una recinzione in legno che resistette fino al 1961 quando, in occasione delle manifestazioni per il Centenario dell’Unità d’Italia, venne installata una cancellata bassa. Nel corso degli anni questa soluzione si rivelò inadeguata per motivi di sicurezza, permettendo facili intrusioni e furti nel perimetro dell’Orto e degli istituti universitari che vi sono ospitati. Di qui la necessità di sistemare una recinzione provvisoria in lamiera, che però ha resistito per circa due decenni diventando un’immagine non troppo piacevole da vedere nel cuore del parco più famoso del capoluogo piemontese.  

Torino. Orto Botanico
Torino. Orto Botanico

Il Parco del Valentino si rinnova 

La nuova opera di colore verde è stata realizzata con 7 mesi di lavoro, un costo di circa 900mila euro e si armonizza perfettamente nel contesto naturale che la circonda con una serie di corpi illuminanti che mettono in valore i viali migliorandone la percorribilità interna. La cancellata si inserisce in un programma più ampio di riqualificazione di tutto il parco del Valentino che comprende il progetto per la Nuova Biblioteca Civica Centrale (negli ex spazi di Torino Esposizioni, opera di Pier Luigi Nervi e Riccardo Morandi negli anni Cinquanta del Novecento), il Teatro Nuovo e il restauro del Borgo medievale (memoria storica dell’esposizione generale italiana tenutasi a Torino nel 1884). L’assessore al Verde, Francesco Tresso, ha sottolineato che la cancellata è un tassello della nuova idea di parco su cui la Città sta lavorando: “meno asfalto, rinnovamento della segnaletica e sinergia con il Parco fluviale, dove dal prossimo anno si potrà navigare sui battelli elettrici che serviranno anche la zona dell’Orto Botanico”.  

Torino. Orto Botanico. La nuova cancellata
Torino. Orto Botanico. La nuova cancellata

La storia dell’Orto Botanico di Torino 

L’Orto Botanico dell’Università di Torino fu fondato nel 1729 per volere di Vittorio Amedeo II su un terreno a fianco del Castello del Valentino (che oggi ospita la Facoltà di Architettura). Inizialmente le aiuole geometriche erano dedicate solo alle erbe officinali, con piccoli lotti delimitati da bargioline (le pietre estratte nelle cave di Barge, in provincia di Cuneo), alcune delle quali si possono vedere ancora oggi. Le erbe servivano per la didattica dei futuri medici e farmacisti che imparavano a riconoscerle prima di usarle nella cura dei malati. I grandi alberi vengono piantati nel giardino di impianto settecentesco solo a partire da inizio Ottocento. Nel 1830, a nord dell’edificio che oggi ospita aule e laboratori, viene allestito il Boschetto, caratterizzato da collinette che ricreano un paesaggio naturale di tipo romantico. Una parte di quest’area ripropone gli ambienti del primitivo bosco planiziale piemontese caratterizzato da querce, carpini, pruni selvatici, aceri e altre specie. 

Torino. Orto Botanico. Il Boschetto
Torino. Orto Botanico. Il Boschetto

Nuovi sguardi sull’Orto Botanico di Torino 

Al centro della parte storica si trova un busto Carlo Allioni (Torino, 1728 – 1804), studioso di botanica che per primo in Italia ha adottato la nomenclatura binaria proposta da Linneo (con cui era in contatto epistolare) e che fu anche direttore dell’Orto nel corso del XVIII Secolo. Qui gli alberi ultracentenari più significativi sono un tiglio argentato, un ginkgo biloba e un albero dei tulipani. Notevoli per dimensione anche la sequoia e la sughera. Quest’ultimo è uno dei due esemplari di un albero tipicamente mediterraneo presenti a Torino (l’altro è nel parco della Tesoriera). Tutto attorno si osservano collezioni di peonie, iris, dalie, rose (fra cui le profumatissime Crimson Glory), l’aiuola con le essenze da cui si produce il vermouth. Le serre delle piante tropicali e delle piante succulente non sono al momento visitabili perché lo scorso anno una violenta grandinata ne ha danneggiato i tetti in vetro. Agibile invece la Serra del Sud Africa, costituita nel 2007, che ospita specie di alcuni ecosistemi dell’estremo lembo meridionale del continente africano. All’estremità del Boschetto sono stati invece sistemati gli alveari. L’apiario è stato installato nel 2010 seguendo l’esempio di numerose città europee e il miele che vi viene prodotto è venduto al pubblico durante le aperture al pubblico dell’Orto Botanico nei fine settimana. 
 
Dario Bragaglia 
 
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Dario Bragaglia

Dario Bragaglia

Dario Bragaglia si è laureato con Gianni Rondolino in Storia e critica del cinema con una tesi sul rapporto fra Dashiell Hammett e Raymond Chandler e gli studios hollywoodiani. Dal 2000 al 2020 è stato Responsabile delle acquisizioni documentarie e…

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