Nasce un nuovo hotel extralusso in Versilia ed è pieno d’arte e progettato da grandi architetti
Disponibile solo per essere affittata interamente per almeno una settimana, la struttura di Casa Maitò inaugura a pochi metri dal lungomare di Forte dei Marmi, ed è piena di opere d’arte contemporanea e scenografiche soluzioni di design
In passato è stato uno tra i tanti alberghi che punteggiano il lungomare di Forte dei Marmi, località costiera tra le più ambite della Versilia. Oggi rinasce come boutique hotel, con una particolarità che gli vale uno spazio nel segmento dell’ospitalità di lusso: la struttura – ribattezzata Casa Maitò – è disponibile solo con la formula dell’affitto completo settimanale, sul modello di una residenza esclusiva, al costo di circa 120mila euro (inclusi servizi del vicino Maitò Beach Club).
Il progetto Casa Maitò a Forte dei Marmi
E la committenza, il Gruppo Continental già proprietario di diversi ristoranti sul mare (Maitò del 1960) e dello stabilimento balneare adiacente, ha scelto di puntare su arte e architettura d’autore per concretizzare un’idea contemporanea del lusso. Per curare la riqualificazione e la trasformazione dell’immobile preesistente, quindi, è stato coinvolto l’architetto Marco Casamonti dello studio fiorentino Archea Associati (che in Toscana ha firmato in passato altri progetti di successo legati all’hospitality, dal Mercato San Lorenzo di Firenze alla Cantina Antinori di San Casciano Val di Pesa, e che in quasi quarant’anni di attività ha sviluppato progetti che spaziano dal paesaggio alla città, dall’edificio al design).
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Marco Casamonti e Archea Associati a Casa Maitò
Al civico di 2 di Viale Ammiraglio Morin, il cantiere si è protratto per diversi anni per ripensare la palazzina. Oggi Casa Maitó si estende su una superficie complessiva di 1950 metri quadri distribuita su cinque piani, di cui quattro fuori terra e uno interrato, offrendo sei suite (di cui una presidenziale, all’attico con terrazza panoramica) e numerosi spazi comuni. Al piano terra si trovano i principali ambienti dedicati alla socialità, tra cui la hall d’ingresso, il bar, il ristorante – per ora non operativo, dispone anche di un tavolo per aperitivo sovrastante una pavimentazione vetrata che guarda la piscina della spa al piano interrato – e le sale lounge. Al primo piano una sala degustazione ripete il numero di postazioni del ristorante, con l’aggiunta di cinquanta cantinette vino e una zona privé: questo spazio è arricchito da due terrazze laterali con vista su piazza Marconi e un terrazzo rivestito interamente in marmo, affacciato sul mare.
L’arte contemporanea a Casa Maitò
Tra gli elementi più scenografici, la scala che collega i piani ospita un’installazione artistica di Gustavo Vélez: in acciaio inox lucido, si estende dal piano terra fino all’ultimo piano, assumendo le sembianze di una fiamma. Ed è proprio l’arte contemporanea un altro elemento caratterizzante del progetto, sin dalla grande porta d’ingresso dove sono stati incastonati due pannelli neri, opera di Emilio Isgrò. All’interno il soffitto del piano terra è stato realizzato dall’artista bolognese Francesca Pasquali, che ha immaginato un’installazione di scaglie metalliche inclinate evocativo delle vibrazioni e dei riflessi della superficie del mare. Ma anche il bancone del bar è stato disegnato su misura dallo scultore armeno MIkayel Ohanjanyan, con cavi d’acciaio che attraversano un blocco di marmo tagliato. Mentre le foto di Massimo Listri sono esposte in diversi ambienti dell’hotel, che si distingue anche per la preziosità dei materiali adottati per le finiture. Come i rivestimenti esterni in tarsie e gelosie di ceramica bianche, montate su telai metallici scorrevoli e ispirate ai motivi decorativi floreali del tardo Liberty; o il marmo verde che riveste la piscina; e il curioso espediente utilizzato per portare il mare nella suite presidenziale, dove il pavimento è realizzato attraverso una colata di resina trasparente che fissa la sabbia della spiaggia di Forte dei Marmi.
Livia Montagnoli
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