Morto Andrea Bruno, l’architetto del Castello di Rivoli. Il dialogo tra progettazione e restauro al centro dei suoi progetti

Scompare all’età di 94 anni l’architetto torinese apprezzato in tutto il mondo per il suo impegno nella salvaguardia del patrimonio culturale e artistico internazionale. Come consulente Unesco, è stato attivo in Nord Africa, Medio Oriente e Afghanistan. Nella sua città, oltre a Rivoli, si occupò anche di MAO e Museo del Risorgimento

Ho sempre cercato di conservare tutto ciò che è valido, anche per il futuro. Gli inserimenti e le aggiunte sono leciti se hanno un carattere ben distinto dall’esistente. […] Tutto dipende dal valore intrinseco dell’edificio. Non condivido le idee di chi ritiene che l’edificio storico vada restaurato come un quadro o una scultura: mi sembra un atteggiamento feticista, che io respingo. La conservazione assoluta va imposta quando si tratta di archeologia, di edifici non più vitali”. Così si pronunciava, nel 1987, l’architetto Andrea Bruno in uno scritto sul Restauro degli edifici storici. Le ragioni degli architetti, pubblicato sul numero 254 di Italia Nostra. E a queste parole, all’indomani della sua scomparsa, affida il suo ricordo l’Università IUAV di Venezia, che nel 2019 ricevette in dono il prezioso archivio dell’architetto torinese, tra le figure più preparate e carismatiche, in ambito internazionale, nel campo della tutela e restauro del patrimonio architettonico. Proprio l’IUAV gli aveva dedicato, di recente, una mostra (Andrea Bruno. Afghanistan 1960-2016, a cura di Giorgio Danesi e Sara Di Resta, con Ugo Bruno) volta a ripercorrere uno dei suoi impegni più onerosi e meritori, in Afghanistan, in qualità di consulente di organizzazioni nazionali e internazionali quali IsMEO e Unesco.

Castello di Rivoli
Castello di Rivoli

Andrea Bruno, tra progettazione e restauro. Il Castello di Rivoli

Classe 1931, Andrea Bruno scompare all’età di 94 anni. Laureato al Politecnico di Torino, la sua visione è sempre stata improntata alla necessità di coniugare l’attività progettuale con quella di conservazione del patrimonio architettonico e urbano. E a questo approccio si deve uno dei suoi progetti più celebri, il recupero del Castello di Rivoli, residenza sabauda alle porte di Torino abbandonata dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nell’affrontare l’incarico in vista dell’apertura al pubblico del Castello nel 1984, come primo museo d’arte contemporanea in Italia, Bruno scelse di rispettarne la storia, evitando falsificazioni e lasciando traccia degli interventi di Filippo Juvarra (il cui lavoro al castello era rimasto incompleto). Però al contempo utilizzò materiali moderni e improntò il suo lavoro al dialogo tra passato e contemporaneo – sempre nel rispetto del principio di reversibilità – fornendo un modello per “progettare l’esistente”, perifrasi che prendiamo in prestito dal titolo della mostra che nel 2015 il Castello di Rivoli dedicò al suo impegno, in occasione del trentennale del restauro del castello.

Courtesy Università Iuav di Venezia, Archivio Progetti, fondo Andrea Bruno
Courtesy Università Iuav di Venezia, Archivio Progetti, fondo Andrea Bruno

Andrea Bruno nel mondo. La consulenza per l’Unesco e la salvaguardia del patrimonio

Per oltre sessant’anni, Bruno si è occupato del restauro di edifici storici, della progettazione di musei, della realizzazione di abitazioni private e del consolidamento e censimento di siti archeologici in tutto il mondo spesso sotto l’egida dell’Unesco, di cui diventò consulente dal 1974 per il restauro e la conservazione del patrimonio artistico e culturale. Tra le numerose missioni ufficiali tra il Nord Africa, il Medio Oriente e l’Asia Centrale, il prolungato impegno in Afghanistan lo ha portato a occuparsi dei progetti di conservazione dei Buddha della valle di Bamiyan (distrutti dai talebani nel 2001) e del Minareto di Jam, del restauro della cittadella di Herat e del restauro con allestimento museale del Mausoleo di Abdur Razzaq a Ghazni, contribuendo in modo fondamentale alla conoscenza e alla conservazione del patrimonio culturale afghano.

I progetti e le attività di Andrea Bruno

Ma a Bruno si devono anche, sempre a Torino, il restauro del Museo del Risorgimento e la ristrutturazione di Palazzo Mazzonis, diventato nel 2008 sede del MAO. E numerosi altri progetti in Europa e nel mondo, dalCentre d’art contemporain du Mouvement et de la Voix Les Brigittines a Bruxelles (2007) al Conservatoire national des arts et métiers a Parigi (1991-2000), alla cittadella universitaria di Nîmes, alla sistemazione della zona archeologica di Tarragona, in Spagna, dove tra il 1987 e il 1995 lavorò sulla Porta del Tempo. E si ricordano anche il Museo archeologico di Màa a Cipro (1987-89) e il completamento della Cattedrale di Bagrati in Georgia, tra gli ultimi impegni affrontati, nel 2011-12.
Andrea Bruno è stato per anni docente di Restauro Architettonico al Politecnico di Torino e al Politecnico di Milano, e presidente del Centre d’Études Lemaire per la conservazione del patrimonio architettonico e urbano della Katholieke Universiteit di Lovanio, in Belgio. Ha insegnato anche all’ICCROM. Nel 2024 Electa gli ha dedicato la monografia Andrea Bruno. Opere e progetti, a cura di Roberto Dulio, Giuseppe Martino Di Giuda e Fabio Marino.

Livia Montagnoli

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