Le cose migliori viste in Spagna al festival di architettura e design Concéntrico 2025
È iniziata a Logroño, e sarà visitabile fino al 24 giugno, la X edizione del festival che ogni anno, grazie alla partecipazione di numerosi studi di architettura internazionali, invita a immaginare nuovi modi di abitare la città in risposta alle sfide climatiche e sociali. Quattro i temi chiave: acqua, cibo, clima e processi rituali

Tra le verdeggianti colline, i vigneti e le cantine della regione de La Rioja, non lontano da Bilbao, da oltre un decennio va in scena Concéntrico, il Festival Internazionale di Architettura e Design di Logroño, ormai punto di riferimento rispetto all’esplorazione dell’uso dello spazio pubblico attraverso l’architettura e il design. Diventato oggi piattaforma internazionale che esplora nuovi modi di pensare e abitare le città, Logroño è un case study, un laboratorio a cielo aperto di pratiche urbane ed educative di riattivazione collettiva. Dalla sua nascita nel 2015, il festival ha infatti sviluppato più di 150 interventi, evolvendosi in una rete allargata con una presenza in città come Milano, Bucarest, Barcellona, Madrid, Dammam, Huesca.
Concéntrico, il Festival Internazionale di Architettura e Design di Logroño
Diretto da Javier Peña Ibáñez, in collaborazione con la Fondazione degli Architetti de La Rioja, il Comune di Logroño e il supporto di oltre 30 istituzioni culturali da tutto il mondo,Concéntrico punta l’attenzione sul paesaggio urbano e i suoi possibili usi, attraverso 20 interventi temporanei diffusi, in cui i designer – invitati o vincitori di una open call, solitamente affollatissima – trasformano diverse aree della città (ogni anno spot differenti) esplorando nuovi modi di abitare l’ambiente urbano: spazi dismessi o dimenticati, terreni abbandonati, angoli nascosti, parchi, strade, piazze, rotatorie.
Qualche nome? Leopold Banchini Architects, MVRDV, Zyva studio, SalazarSequeroMedina, Sam Chermayeff Office, Studio ACTE, Andreia Garcia + Diogo Aguiar, Bayona studio, Traumnovelle, Lemonot + O-SH, erazo pugliese, BairBalliet, Nami ñami Studio, Soft Baroque, Sahra Hersi, h3o architects, Emil Ivãnescu + Simina Filat Design, IC-98 & Suomi-Koivisto, Raghad Al-Ahmed, Chris Kabel, Studio An-An, Abad, Borneo, JMBAD (Joseph Melka, Balthazar Auguste-Dormeuil).
Oltre alle installazioni temporanee in giro per la città, il festival propone mostre, concerti, workshop e incontri, creando opportunità per sperimentare, coinvolgere e vivere la città da nuove prospettive. Un programma educativo per 32 scuole sparse in tutta la Spagna – attraverso due iniziative “Come viviamo la scuola, come viviamo la città” di Maider López e “Nervures y Cones” di Matali Crasset + Taller enBlanco – e un libro, Concéntrico: urban innovation laboratory, curato da Javier Peña con Nick Axel di Park Books.

I quattro temi chiave di Concéntrico 2025
Questa edizione del Festival si concentra intorno a quattro temi curatoriali, che affrontano dimensioni essenziali del vivere contemporaneo. In primo luogo l’acqua come paesaggio, memoria, materia, ma anche per il suo ruolo nella città, con interventi su elementi come fontane, rotatorie e argini del fiume. In secondo luogo, il cibo come atto collettivo, pratica relazionale, culturale e spaziale che ridefinisce l’uso dello spazio pubblico, ispirandosi alle tradizioni dei mercati, ai pasti condivisi e ai picnic, agli orti comunitari e alle cene performative.
Il clima, sia come urgenza globale che come opportunità per innescare processi adattativi e trasformativi che utilizzino soluzioni ecologiche per una maggior convivenza con i sistemi ambientali. Infine, il tema dei processi sociali e rituali capaci di attivare lo spazio collettivo e rendere visibili le dimensioni affettive e politiche dello spazio urbano.
Concéntrico 2025. I progetti che ci sono piaciuti di più
LEOPOLD BANCHINI ARCHITECTS – ROUND ABOUT BATHS

Per scala architettonica, concept e realizzazione, questo dello svizzero Leopold Banchini è per noi l’intervento migliore del festival. Il progetto propone infatti la creazione di un’oasi effimera nel cuore della rotatoria urbana di Plaza Salón, sulla Gran Via, in diretto contrasto con il traffico veicolare cittadino. In questo spazio, una struttura modulare in legno riciclato bicolore ospita – raccogliendosi intorno a una fontana moderna esistente – un bagno pubblico con spogliatoi, bagno turco e piscina aperta e getti d’acqua. Così lo spazio urbano diventa non solo passaggio ma rifugio, punto d’incontro, luogo di riposo, siesta e benessere in mezzo al ritmo frenetico della città. Accessibile sono su prenotazione, è già sold out.
BAYONA STUDIO – 111 FAROLAS
Cosa fare di tutti i bellissimi lampioni storici una volta sostituita l’illuminazione pubblica con i moderni led? Questo il quesito da cui è partito Bayona Studio, il laboratorio di architettura, arte e paesaggio ai piedi di un vulcano a Olot, nella regione della Garrotxa, che sviluppa progetti a cavallo tra architettura, urbanistica, installazioni effimere e luce. Atmosfere e paesaggi di diverse scale fisiche ma, soprattutto, temporali, dove lo scorrere del tempo è un fattore chiave del progetto. Per la piazza del Municipio infatti, proprio davanti all’edifico di Moneo, propongono un esperimento che utilizza la luce come materiale che invita a riflettere sull’uso, il riutilizzo e la vita in evoluzione degli elementi di arredo urbano. All’interno di un cerchio di 18 metri di diametro, si innalza una foresta di impalcature, pali e lampioni, panche e altalene, che crea un nuovo centro scultoreo (ma anche ludico) nella distesa vuota della piazza.
IC-98+ SUOMI KOIVISTO – A THIRD OF LIFE

Formato da Patrik Söderlund e Visa Suonpää, IC-98 è un collettivo artistico finlandese che produce pubblicazioni, progetti site-specific e installazioni che affrontano la crisi ambientale promuovendo una visione interconnessa con la natura. Suomi/Koivisto Architects invece – che alla Biennale di Architettura di Venezia di quest’anno hanno realizzato il Padiglione Finlandia – crea ambienti multisensoriali per esseri umani e non umani, sfidando la divisione tra cultura e natura e utilizzando l’architettura come strumento pedagogico. A Third of Life infatti, è un rituale, un progetto che combina arte, architettura, landscape, poesia e musica per creare uno spazio di riposo e riflessione. Ispirato alla tradizione surrealista e alle antiche pratiche di Esculapio, il padiglione offre un viaggio collettivo nel subconscio. Anche grazie al giardino segreto al suo interno, capace di rivitalizzare la città e i suoi abitanti, creando un rifugio per tutti gli esseri viventi.
LEMONOT + O-SH – SER MIENTO

Dall’incontro tra tradizioni locali e nuove pratiche spaziali e relazionali nasce Ser Miento, installazione che esplora il rituale antico di raccolta dei rami di vite (sarmientos) stoccati in fascine pronte per essere bruciate e usate nelle feste.
Curata dagli italiani Lemonot, il duo fondato da Sabrina Morreale e Lorenzo Perri, e O-SH, lo studio fondato da Natalia Vera, Patxi Martin e Josep Garriga, noto per progetti che reinterpretano l’architettura vernacolare e i materiali locali sviluppando al contempo strategie metaboliche urbane, Ser Miento è, innanzitutto, una celebrazione: una struttura di legno con 1200 sarmientos che crea una quinta teatrale che si collega alla memoria del vigneto, uno spazio naturale e geometrico che invita alla contemplazione e all’interazione.
BORNEO – LA BATALLA DEL JARDINERO PLANETARIO (open call)

Proposto da Borneo – studio di progettazione con sede tra Berlino e Roma, che fonde architettura, progettazione urbana e sostenibilità – e ispirato al concetto di “giardino planetario” proposto da Gilles Clément nel suo Manifesto del Terzo Paesaggio, il progetto pone l’accento sul principio universale di tutela della biodiversità, dimostrando come si possa agire anche partendo da piccoli atti di guerrilla gardening: l’installazione invita infatti i visitatori a entrare in contatto con la natura e ad assumere il ruolo di “giardinieri planetari”, promuovendo l’educazione e l’impegno collettivo per un futuro più sostenibile e rispettoso dell’ambiente. In che modo? Chiedendo loro di partecipare al lancio di “bombas de semillas”, palline organiche composte da semi per far ri-germogliare spontaneamente la città.
JMBAD – EARTH COOKING (open call)

Immersa tra i filari de la Viña Lanciano, Earth Cooking è un’installazione interattiva che combina uno spazio di incontro con un processo creativo. Concepita da Joseph Melka (franco-americano, 1996) e Balthazar Auguste-Dormeuil (francese, 1997) in collaborazione con l’architetta e ceramista Elina Zabeta invita i partecipanti a sedersi a un lungo tavolo comune, e utilizzare l’argilla locale per creare le proprie ceramiche, che vengono poi trasformate in contenitori per il pasto comune preparato sul posto. Questa proposta reinterpreta il pasto in comune come un’esperienza condivisa, profondamente radicata nell’ambiente locale: lavorando e mangiando con l’argilla del territorio, i partecipanti rinnovano il loro legame con la terra. Inoltre, celebra la sostenibilità, l’artigianato e i prodotti locali, sfumando il confine tra creatore, cuoco e commensale.
Giulia Mura
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