È morto Giusto Puri Purini, architetto viaggiatore amico degli artisti

Noto per la ristrutturazione del Palazzo della Farnesina di Roma, nel 1998, l’architetto romano ha lavorato in tutto il mondo, dai palazzi dei sultani alle città utopiche in India ed Ecuador. Scompare all’età di 79 anni

Aveva scelto il Salento come terra d’elezione, Giusto Puri Purini, e a Tricase, nella chiesa di San Domenico, si svolgerà mercoledì 23 agosto il suo funerale. Scomparso a Corsano (nel Leccese), all’età di 79 anni, l’architetto classe 1944 era nato a Roma, dove iniziò la carriera come scenografo, in alcuni film per la tv di Roberto Rossellini. Poi la laurea in Architettura a Venezia, l’impegno nel campo del design e la lunga collaborazione con gli architetti Gepy e Maurizio Mariani, fino alla fondazione, nel 1978, del suo studio, Puri Purini.

I progetti di Giusto Puri Purini, dalla Farnesina alle ville nel mondo

La sua attività si lega alla progettazione di molte ville private in Italia e all’estero, specie a Roma e sul litorale laziale per celebrità del mondo dello spettacolo, dell’arte e della finanza (suoi sono anche i progetti di discoteche cult nella Capitale degli Anni Novanta, il Gilda e l’Alien), ma il nome di Giusto Puri Purini è legato principalmente alla ristrutturazione del Palazzo della Farnesina di Roma, sede del Ministero degli Esteri, nel 1998.
All’estero, assecondando un indole da viaggiatore (“il senso del viaggio non è solo portare in altri luoghi il proprio bagaglio culturale, ma trarre da questi luoghi, spunti ed idee, per raggiungere con i nuovi interlocutori obiettivi comuni”, sosteneva), ha lavorato nei palazzi dei sultani dell’Arabia Saudita come in Nord Europa – suo è l’edificio dell’Ambasciata italiana a Stoccolma, in Svezia – ma anche nelle principali metropoli statunitensi, dove dagli Anni Ottanta progetta diversi showroom ed è molto richiesto come interior designer. Apprezzato in tutto il mondo, la sua fama lo porterà fin nel Sud Est Asiatico e in India, dove nel 2009 collabora a ripensare la città di Auroville, nel Tamil Nadu, emanazione del pensiero del filosofo Aurobindo (e attratto dalle utopie urbanistiche partecipa anche alla realizzazione di progetti per la Città del Sole in Ecuador).
Si ricordano anche le partecipazioni alle Expo di Lisbona (1998) e Hannover (2000) e il progetto del laboratorio scientifico alle pendici dell’Everest, sviluppato in origine con il Cnr per sperimentare un modello di architettura autosufficiente sotto il profilo energetico (nella forma di piramide, in acciaio e cristallo).

Piero Dorazio, Atrox, 1972, olio su tela, cm 145x245. Collezione Farnesina
Piero Dorazio, Atrox, 1972, olio su tela, cm 145×245. Collezione Farnesina

Giusto Puri Purini, l’arte e gli artisti

Ma nella lunga e fortunata carriera di Puri Purini bisogna annoverare anche la costante collaborazione con artisti di rilievo del panorama italiano del secondo Novecento, da Tano Festa ad Arnaldo Pomodoro, Franco Angeli, Gino Marotta e Piero Dorazio. La sua sintonia con il mondo dell’arte si espresse anche nell’allestimento di mostre di successo come Da Giotto a Malevich, 800 anni di rapporti tra l’Italia e la Russia (2004) alle Scuderie del Quirinale. Del resto, proprio il suo progetto più noto – la succitata ristrutturazione della Farnesina – contemplava una ricercata sinergia tra architettura, design e arte, tramite l’allestimento di una collezione d’arte moderna estesa ai giardini e agli ambienti del Circolo del Ministero degli Esteri. Una visione d’insieme fondata sul dialogo tra le arti, per perseguire attraverso la progettazione il miglioramento della qualità della vita

Livia Montagnoli

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati