Tate Liverpool annuncia due anni di chiusura per importanti lavori di rinnovamento

La ristrutturazione, che vedrà la sede chiusa dal 16 ottobre alla prima metà del 2025, vale 29,7 milioni di sterline e sarà firmata da 6a Architects. Ecco come diventerà

Inserita in un complesso architettonico della metà dell’Ottocento, e a 35 anni dall’apertura, Tate Liverpool sente adesso il bisogno di un rinnovamento. Come dichiarato dalla direttrice Helen Legg, “da quando la Tate Liverpool ha aperto, le esperienze che il nostro pubblico vuole avere e il tipo di lavoro che gli artisti vogliono fare sono cambiati in modo significativo. Quindi ora è arrivato il momento di reinventare la galleria per il XXI secolo e rafforzare il legame tra il pubblico e l’arte”. I dettagli di questo ampio progetto affidato allo studio 6a Architects non sono ancora stati resi noti, ma in linea generale saranno sviluppati nuovi spazi sociali in connessione con la città, e saranno ridisegnate le sale espositive per soddisfare le dimensioni e le ambizioni degli artisti di oggi. La nuova Tate Liverpool sarà un ambiente flessibile e accattivante, capace di ospitare in egual misura persone, arte e idee. Prima della lunga chiusura, sarà possibile visitare fino al 24 settembre la mostra JMW Turner with Lamin Fofana: Dark Waters; invece le mostre tematiche, gratuite, sviluppate dalla collezione di arte moderna e contemporanea del museo sono state prorogate fino al 15 ottobre 2023. Inoltre, fra il 10 giugno e il 17 settembre, Tate Liverpool sarà anche una delle sedi che ospiteranno alcuni eventi della XII edizione della Biennale di Liverpool. Anche nel periodo del cantiere, Tate rimarrà comunque attiva, organizzando mostre ed eventi culturali in collaborazione con altri spazi espositivi della città.

BREVE STORIA DELLA TATE LIVERPOOL

Questa “succursale” della Tate londinese nacque nel 1988, all’interno di un ex magazzino industriale riconvertito dopo le rivolte scoppiate nel quartiere di Toxteth nel luglio del 1981, dovute a tensioni di lunga data tra la polizia locale e la comunità nera aggravate dall’alto tasso di disoccupazione che all’epoca colpiva il quartiere. Il bilancio fu di una vittima, centinaia di feriti e 500 arresti. L’opinione pubblica ne fu profondamente colpita, e quel tragico momento segnò un’inversione di rotta. Da decenni poco considerata dall’agenda pubblica, Liverpool fu posta al centro di un vasto programma di riqualificazione urbana, che toccò anche la vasta area dell’Albert Dock, complesso architettonico ottocentesco dell’area portuale abbandonato dal 1972 in seguito alla recessione, e divenuta una zona fortemente degradata. Con i restauri degli anni Ottanta, vi ha appunto trovato posto anche la Tate.
Tra le prime mostre c’era la famigerata “pila di mattoni” dello scultore minimalista Carl Andre, che nella sua prima mostra a Londra era già stato pesantemente deriso dalla stampa britannica. Da allora, nel tempo le sale della Tate hanno ospitato centinaia di mostre, con artisti moderni e contemporanei di primo piano, da Tracy Emin a Andy Warhol, Rene Magritte, Jackson Pollock, Leonora Carrington, James Turner e Claude Monet. L’apertura di Tate Liverpool ha incentivato quella di decine di nuove gallerie in tutto il Regno Unito, che dal 1988 sono apparse sulla scena britannica, ridefinendo il ruolo del museo nel contesto urbano, contribuendo al sensibile miglioramento della qualità della vita di tante città britanniche, fra cui Manchester e la stessa Liverpool.

Niccolò Lucarelli 

https://www.tate.org.uk/visit/tate-liverpool

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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