Chi è Anna Heringer, l’architetto della sostenibilità e dell’etica che farà una lezione a Parma

Al Teatro Farnese di Parma la Lectio magistralis dell'influente architetto tedesco Anna Heringer. Argomento? Il rapporto tra architettura, sostenibilità e bellezza

Nell’ambito della XVI edizione de Il Rumore del Lutto progetto culturale nato a Parma nel 2007 da un’idea di Maria Angela Gelati e Marco Pipitone, con l’ambizione di individuare uno spazio  interdisciplinare destinato al dialogo e alla riflessione sulla vita e sulla morte – sabato 8 ottobre, alle ore 20.30, presso il Teatro Farnese nel complesso della Pilotta, si terrà la lectio magistralis di Anna Heringer, progettista tedesca, attivista, tra i principali esponenti di un’architettura che si fonda sull’uso di materiali, tecniche e manodopera locali. L’evento che inaugura la manifestazione (attiva fino al 2 novembre), a cura di Francesco Di Gregorio ed Eleonora Caggiati, è organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC di Parma e AMA – Accademia Mendrisio Alumni, associazione culturale nata in occasione del 25° anniversario della nascita dell’Accademia di architettura, con il patrocinio della Federazione Ordini Architetti PPC dell’Emilia-Romagna. Il tema di questa edizione? “Curami”. La scelta di invitare Anna Heringer”, spiega Francesco Di Gregorio, consigliere dell’Ordine degli Architetti di Parma e Presidente di AMA, “nasce dalla volontà di approfondire il tema della sostenibilità ambientale attraverso un approccio solidale e sperimentale, senza limitarci ad assecondare le tendenze del momento, ma aprendo lo sguardo a prospettive più ampie sulle contraddizioni del nostro tempo.”

A PROPOSITO DI ANNA HERINGER

Architetto e professore onorario della Cattedra Unesco di Earthen Architecture, Building Cultures, and Sustainable Development, Anna Heringer (cresciuta a Laufen, cittadina bavarese nei pressi di Salisburgo) ha insegnato in varie università come Harvard, ETH Zurigo, TU Monaco, Stoccarda e Linz, tiene conferenze in tutto il mondo, ha ricevuto numerosi riconoscimenti e il suo lavoro è stato ampiamente pubblicato ed esposto. Spinta dall’idea che l’architettura sia un potente strumento di cambiamento, dal 1997 la Heringer è attivamente coinvolta nella cooperazione internazionale, mettendo le proprie competenze al servizio di contesti geografici in cui spesso manca tutto quello che un architetto occidentale è solito aspettarsi: una committenza, un buon budget, delle imprese, delle forniture. Anna Heringer ci insegna che anche dei piccoli progetti sono in grado di generare grandi cambiamenti. È questo il tratto distintivo del suo percorso professionale, iniziato a partire dal lavoro di diploma, la METI School di Rudrapur, in Bangladesh. Realizzata nel 2005 e premiata due anni più tardi con l’Aga Khan Award for Architecture, oggi la scuola rappresenta un esempio di architettura socialmente impegnata, etica e sostenibile.

SOSTENIBILITÀ, BELLEZZA, ETICA NELL’ARCHITETTURA DI ANNA HERINGER

Quella che l’architetto classe 1977 propone nei suoi progetti infatti, è una bellezza essenziale, che si mette a servizio, glocal, che sfrutta solo materiali locali e mette al centro le persone e i loro bisogni. “Sostenibilità per me è sinonimo di bellezza: un edificio è armonioso nel design, nella struttura, nella tecnica e nell’uso dei materiali, oltre che con il luogo, l’ambiente, il fruitore, il contesto socio-culturale“. L’equazione alla base di questo approccio di Anna Heringer è progettare edifici con materiali da costruzione totalmente naturali come terra, legname, paglia e bambù e realizzarli grazie al supporto di manodopera e artigianato locale.  Oltre ad ottimizzare i costi, in questo modo vengono tenute vive (e migliorate) le tecniche costruttive storiche, e parallelamente tramandate nuove competenze. I suoi coloratissimi lavori sono un inno alla vita, alla valorizzazione delle risorse e al cambiamento positivo.

L’ARCHITETTURA È UNO STRUMENTO PER MIGLIORARE LA VITA

“Purtroppo è vero anche il contrario: l’architettura può distruggere vite” commentano dallo studio AH “Crediamo che noi esseri umani possiamo fare meglio dello status quo. L’architettura è uno strumento potente e noi prendiamo sul serio la nostra responsabilità di progettisti. Ogni volta, moltiplichiamo tutte le soluzioni scelte per 7 miliardi per vedere quale effetto avrebbero sull’ambiente e sulla società. Il mondo non sta cambiando con una sola decisione. Sta cambiando a partire dalle piccole decisioni quotidiane che prendiamo”. La visione alla base del lavoro di Anna Heringer e del suo team – costituito al 100% da donne provenienti da Germania, Italia e Belgio, con una settimana lavorativa di quattro giorni, per dare tempo allo sviluppo personale – è utilizzare l’architettura come mezzo per rafforzare la fiducia culturale e individuale, sostenere le economie locali e promuovere un equilibrio ecologico. Un’architettura che racconta il tema della sostenibilità ambientale in relazione a quello della bellezza, dove il valore di un’opera costruita dipenda dalla sua capacità di entrare in relazione con il luogo in cui sorge e per cui è stata progettata. Riflettendo sull’evidente difficoltà globale di adottare una progettualità sostenibile in architettura, Anna Heringer sostiene che, a livello irrazionale, l’ostacolo maggiore per l’essere umano è la paura della morte e l’impossibilità di accettarla come evento naturale. “In funzione di questa paura, noi cerchiamo di costruire con i materiali più durevoli, usando più acciaio, cemento e stabilizzanti di quanto sia necessario, cerchiamo di realizzare le superfici più perfette, che non presentino tracce di degrado”.

L’ARCHITETTURA SECONDO ANNA HERINGER

Non accettando la vulnerabilità come fattore naturale, la nostra architettura continua a ignorare i valori intrinseci delle strutture vernacolari, che secondo Heringer “irradiano un’autenticità e una naturale unicità, una forza senza sforzo”. Secondo Anna Heringer, l’unica strada per sconfiggere la paura della vulnerabilità umana è l’amore, di cui la bellezza è espressione formale. E se creiamo cose per amore verso le persone e il pianeta, verso ogni essere, significa che lo facciamo in modo sostenibile. Dopo form follows function, il nuovo mantra per l’architettura del futuro secondo Anna Heringer dunque è form follows love, “La forma segue l’amore”. Niente male, per un piccolo studio tedesco. Piccolo nelle dimensioni, ma grande nelle intenzioni. Perché è importante essere per primi il cambiamento che si vuole vedere nel mondo.

Giulia Mura

L’incontro sarà visibile anche in differita sul canale YouTube dell’Ordine degli Architetti di Parma, dalle ore 20 di domenica 9 ottobre

http://www.ilrumoredellutto.com/2022-curami/

https://www.anna-heringer.com/vision/

www.archiparma.it

www.amalumni.ch

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Giulia Mura

Giulia Mura

Architetto specializzato in museografia ed allestimenti, classe 1983, da anni collabora con il critico Luigi Prestinenza Puglisi presso il laboratorio creativo PresS/Tfactory_AIAC (Associazione Italiana di Architettura e Critica) e la galleria romana Interno14. Assistente universitaria, curatrice e consulente museografica, con…

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