Palazzo dei Diamanti a Ferrara: doppio appello per il rispetto dei concorsi di progettazione

Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e IN/ARCH Istituto Nazionale di Architettura hanno espresso le rispettive posizioni in merito alla polemica, scoppiata nei giorni scorsi, sul concorso per l’ampliamento del Museo del Palazzo dei Diamanti a Ferrara.

Solo poche ore sono intercorse tra la pubblicazione delle due prese di posizione con cui il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e IN/ARCH Istituto Nazionale di Architettura hanno finalmente deciso di scendere in campo e di far sentire le loro voci in relazione alla querelle scoppiata dopo il lancio della petizione Ferrara: Salviamo Palazzo dei Diamanti. Promossa dalla Fondazione Cavallini Sgarbi, l’iniziativa ha provocato un vortice di reazioni, che hanno anche direttamente coinvolto la nostra testata. Lo studio di architettura Labics – vincitore del concorso in questione, in team con 3TI progetti, arch. Elisabetta Fabbri e con la società Vitruvio – ha a sua volta deciso di intraprendere un’azione analoga, mediante la petizione Palazzo dei Diamanti non è in pericolo!. Entrambe le azioni hanno raggiunto ampia visibilità sui social, dove si sono progressivamente formati schieramenti opposti e incompatibili, ciascuno legato a uno peculiare modo di concepire il patrimonio architettonico del nostro Paese e, soprattutto, il suo destino. In questo clima, le dichiarazioni di Giuseppe Cappochin, Presidente CNAPPC, e dell’IN/ARCH, attualmente presieduto da Andrea Margaritelli, appaiono convergere su un punto di fondamentale rilievo: l’assoluta necessità di tutelare i concorsi e il relativo iter.

L’ITALIA, PATRIA DELLE STRATICAZIONI

Avremmo voluto intervenire nel dibattito culturale ed affermare, come architetti, che siamo sorpresi dalle drastiche e nette affermazioni per cui qualcosa ‘non può essere toccato’, poiché l’intera Italia dei capolavori è il frutto di interventi successivi, stratificazioni, sovrapposizioni insomma del divenire della storia e delle epoche sui palazzi, i territori e i luoghi. – Afferma Cappochin – Dunque, avremmo voluto parlare di ciò. Siamo invece costretti, vista la violenza e l’estensione della polemica, ad intervenire per tutelare qualcosa di molto più specifico che viene chiamato in causa nel contenzioso tra il comune di Ferrara ed i suoi critici, cioè l’importanza del concorso alla base dell’intero percorso”. La dichiarazione del Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori punta dunque l’attenzione sull’imprescindibile necessità di rispettare il procedimento con cui si è arrivati alla scelta del progetto vincitore. “Un concorso trasparente che ha visto coinvolte decine di studi e la stessa cittadinanza non può essere ignorato per ragioni che, alla fine, nulla hanno a che vedere con la sua validità. Va rispettato il percorso concorsuale, vanno rispettati i professionisti coinvolti, va rispettata la progressione temporale che rende insensata una discussione alla fine e non all’inizio del percorso”. Nella conclusione del suo intervento, Cappochin ha auspicato il ritorno a un clima di confronto più costruttivo e sereno attorno ai temi della professione. “Grazie alla virulenza delle argomentazioni e delle affermazioni a proposito di Palazzo dei Diamanti, si è ottenuto che – per qualche giorno – nel nostro Paese l’attenzione sull’ architettura ed il suo valore, sul senso della stratificazione culturale, sulla qualità del costruito diventasse centrale nel dibattito pubblico. A quando un analogo dibattito su questi temi senza insulti, vinti e vincitori?”.

Palazzo dei Diamanti

Palazzo dei Diamanti

PER IN/ARCH IL PROGETTO VA REALIZZATO

A insistere sulla natura dello scontro divampato negli ultimi giorni è anche il comunicato diffuso dall’Istituto Nazionale di Architettura, che fa riferimento a una “polemica preoccupante, per modalità e toni”, oltretutto scoppiata “con incomprensibile ritardo”: gli esiti del Concorso Internazionale di Progettazione per la riorganizzazione e l’ampliamento del Museo del Palazzo dei Diamanti a Ferrara sono infatti noti da novembre 2017. Nella sua nota IN/ARCH precisa che “non può che esprimere il proprio compiacimento per la decisione del Comune di Ferrara di indire e portare a compimento un Concorso Internazionale di Progettazione su una materia così delicata, affidando il giudizio a una commissione qualificata. Rimettere in discussione oggi l’esito della procedura, sulla base del dissenso di qualcuno, rischia di creare un dannoso precedente e di indebolire ulteriormente la pratica concorsuale nel nostro Paese.” L’Istituto, infine, rende nota la propria valutazione di compatibilità rispetto alle teorie del restauro più avanzate, dalla quale emerge che “il progetto vincitore è indiscutibilmente caratterizzato dall’adozione di un linguaggio architettonico contemporaneo; è frutto di un impegno a far sì che tale linguaggio, assai misurato, non risulti “competitivo” con un organismo storico peraltro “non finito”; ripropone nelle modalità di aggregazione, in chiave odierna, la tipologia a corte propria del Palazzo; è un intervento completamente reversibile.” Non condividendo “l’attacco frontale di cui è stato fatto oggetto il progetto vincitore”, IN/ARCH affida le ultime battute della propria dichiarazione a una secca manifestazione di “sincera sorpresa nel rinvenire fra i firmatari dell’appello di condanna alcuni progettisti di rango, che nel corso della loro carriera hanno firmato progetti di dialogo architettonico fra antico e contemporaneo anche più ‘audaci’”.

Valentina Silvestrini

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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