Dal Maxxi a Giuseppe Stampone, la presenza italiana alla prima Biennale di Architettura di Seul

Fino al 5 novembre in Corea del Sud si riflette su spazi comuni, spazio pubblico, risorse ambientali, tecnologiche e umane. Con una serie di proposte. Protagonista è la città. A rappresentare l’Italia e le città italiane sono l’artista Giuseppe Stampone e il Maxxi con il Comune di Roma, che ripartono dall’esperienza dell’Estate Romana.

Mentre la “guerra fredda” tra Corea del Nord e Stati Uniti continua a dare preoccupazioni all’intero Occidente, in Corea del Sud, nella capitale Seul, un think-thank di architetti e urbanisti provenienti da tutto il mondo si riunisce per esplorare “in un’epoca di decadenza ambientale e di disuguaglianza sociale senza precedenti”, le possibilità di utilizzo dello spazio pubblico, delle risorse e soprattutto le opportunità per le città. Sono queste, infatti, le protagoniste della prima Biennale di Seul per l’Architettura e l’Urbanistica, intitolata Imminent Commons e in mostra fino al 5 novembre. “Le città del mondo”, si legge nello statement, “non sono solo autrici del cambiamento sociale, ma stanno ora modificando gli ecosistemi, le strutture geologiche e anche il clima”. Secondo gli organizzatori, i principi dell’urbanismo moderno non sono più efficaci per affrontare le questioni urgenti delle città odierne. Con queste premesse, la Biennale ha deciso di non concentrarsi su autori e opere, bensì su temi e proposte, articolandosi in più sezioni. Non manca una ampia e illustre partecipazione dall’Italia. C’è ad esempio MOTOElastico, fondato dagli italiani Simone Carena e Marco Bruno a Seul nel 2001: architettura d’interni, progetti d’arte e mostre sono le attività di questo studio di “cervelli in fuga”, che utilizzano l’ironia come fonte d’ispirazione per il proprio lavoro.

L'intervento di Giuseppe Stampone alla Biennale di Seul

L’intervento di Giuseppe Stampone alla Biennale di Seul

IL PROGETTO DI GIUSEPPE STAMPONE

Ho creato uno spazio didattico all’interno della Biennale”, spiega ad Artribune, invece, Giuseppe Stampone, impegnato nell’allestimento a Seul. “Come avevo già fatto a Bologna ho costruito una grande mappa partecipativa e invitato colleghi artisti e curatori”, (Marco Neri, Eugenio Tibaldi, Alfredo Pirri, Stefano Boccalini, Marinella Senatore, Jota Castro, Pietro Gaglianò, Stefania Galegati Shines, Igor Grubic, Ugo La Pietra, CCDStudio, OBRA Architects, Paolo Parisi, Simona Pavoni, RAVE (Isabella e Tiziana Pers), Lorenzo Scotto di Luzio)  “a partecipare. Il tema è quello dell’architettura etica e della relazione tra globalizzazione e natura. Le persone a Seul sono molto attente al verde, ma – allo stesso tempo – hanno l’ossessione della tecnologia. Ho chiesto quindi agli artisti di lavorare insieme per creare possibili strategie di tutela della vita attraverso la natura. Nel frattempo ho costruito un archivio per disegni della flora e della fauna di Seul”. Il progetto di Stampone è all’interno della sezione curata da Helen Hejung Choi, docente universitario in Corea del Sud. Intitolato Commoning Cities, pone domande e cerca di dare risposte rispetto allo stato attuale e al futuro prossimo delle città. “Per me gli spazi pubblici”, ha continuato l’artista nato a Teramo, “sono ambienti liquidi. Come spiega la fisica quantistica l’uomo vede ciò che pensa e ognuno ha il suo punto di fuga. L’architettura è quindi creata da ciò che l’uomo pensa. È importante lavorare su questi temi, soprattutto per le nuove generazioni. Ecco perché il mio progetto per Seul, seguendo la linea della Global Education da me ideata, è soprattutto un’operazione didattica. Ci saranno tre workshop con i bambini il 2, il 5 e il 9 settembre. I ragazzi saranno invitati a lavorare con l’alfabeto coreano creandone uno nuovo per l’ambiente. E poi saranno esposti i loro lavori. Tanti artisti usano la didattica come appendice. A me serve per formalizzare il lavoro del futuro e per creare delle nuove forme. Praticamente diventa il contenuto delle mie opere.

Giulio Carlo Argan negli anni '80

Giulio Carlo Argan

LA PRESENZA DEL MAXXI

Riprende l’esperienza dell’Estate romana, a quarant’anni dalla prima edizione, realizzata nel 1977, il progetto che vede insieme il Museo Maxxi e il Comune di Roma per la Biennale di Seul. Ideato da Carlo Giulio Argan, allora Sindaco della Capitale, e da Renato Nicolini, Assessore alla Cultura, il programma de l’”Estate Romana” fu una reazione della città agli Anni di Piombo. Per la terza edizione dell’iniziativa, nel 1979, un gruppo di architetti guidati da Franco Purini, ideò il Parco Centrale,  un progetto architettonico di scala urbana segnato da quattro strutture effimere situate al di là delle antiche mura cittadine. Il progetto espositivo del MAXXI alla Biennale di Architettura e Urbanistica di Seul rappresenta un’opportunità per riflettere sulle potenzialità dell’architettura “effimera” emersi grazie all’Estate Romana dove l’attività edilizia sembra essersi fermata, come spiegano gli organizzatori. Sono stati invitati, in un progetto curato da Pippo Ciorra, Senior Curator del Maxxi Architettura, cinque gruppi di giovani architetti (Lucia Tahan, Studio NO, FAKT, BNGRT, Microcities/Socks) selezionati attraverso Future Architecture Platform, un programma per la promozione della nuova generazione di progettisti, per creare un nuovo “Parco Centrale” formato da cinque installazioni “effimere” collocate accanto a cinque cinema storici abbandonati della città: le loro proposte di riuso dei locali saranno sottoposte al Comune di Roma. Il workshop si è tenuto dal 10 al 15 luglio a Roma: i partecipanti hanno realizzato modelli e cinque libri d’artista, uno per ogni progetto. Ei risultati sono esposti a Seul, insieme ad un apparato storico sull’Estate Romana.

Santa Nastro

http://seoulbiennale.org/en/

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Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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