Arte e spazio pubblico a Firenze: le sfide dei Cantieri Culturali Isolotto

Curata dal Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni, Cantieri Culturali Isolotto è un’iniziativa unica per Firenze. L’ultima edizione ha posto le basi per un intervento di rigenerazione urbana da sviluppare insieme alla comunità locale

Giuseppe Comuniello è un danzatore e performer non vedente. Due anni dopo la perdita della vista, a causa di una patologia degenerativa diagnosticata nel 2007, si è avvicinato alla danza. Da allora non ha più lasciato questa disciplina, imparando come porsi in relazione con lo spazio senza poter contare sulla percezione visiva. Di origine irlandese, Naomi Berrill è una violoncellista, cantante e compositrice. Ha all’attivo vari dischi e la direzione di festival musicali in Toscana, terra in cui ha scelto di stabilirsi. Una sera di fine estate, sotto al monumentale cedro di piazza dei Tigli, nella periferia sud-ovest fiorentina, Comuniello e Berrill hanno intrecciato le rispettive pratiche. Fronda, uno degli appuntamenti performativi proposti dalla sesta edizione dei Cantieri Culturali Isolotto, è il titolo del loro duetto, presentato al chiaro di luna. Un’esibizione in cui il grande albero, con i suoi rami e la sua protettiva mole, si è fatto palco, platea e scenografia dinanzi a un parterre di spettatori scesi dalle palazzine circostanti con sgabelli, sedie pieghevoli e cuscini per sedersi. Forse potrebbe essere sufficiente questa istantanea per restituire lo spirito dell’esperienza ideata e curata da uno dei più celebri figli dell’Isolotto: l’instancabile danzatore, coreografo e direttore artistico Virgilio Sieni. Proprio a lui e al suo Centro Nazionale di Produzione della Danza si deve l’organizzazione di questa iniziativa, inclusa anche nel 2022 nel palinsesto dell’Estate Fiorentina e contraddistinta dal forte slancio partecipativo e dalla spiccata progettualità.

Virgilio Sieni e Roberto Cecchetto, Il mondo salvato da loro, Cantieri Culturali Isolotto. Ph. Erica Trinchera

Virgilio Sieni e Roberto Cecchetto, Il mondo salvato da loro, Cantieri Culturali Isolotto. Ph. Erica Trinchera

I CANTIERI CULTURALI ISOLOTTO A FIRENZE

Quartiere-giardino cresciuto nel secondo dopoguerra, caratterizzato da un impianto che affianca aree verdi di diversa entità a lotti residenziali, a loro volta caratterizzati da un’elevata varietà distributiva e tipologica (edilizia popolare inclusa), l’Isolotto non rappresenta per Sieni solo le sue radici. Memorie e legami personali concorrono piuttosto a definire una sorta di “privilegiata chiave d’accesso” all’anima profonda del quartiere. Ed è da questa sua diretta conoscenza che ha preso forma un festival svincolato fin dalle origini dalle briglie dei format convenzionali, capace di introdursi ovunque nella geografia e nelle dinamiche di quest’area di Firenze. Di giorno e di notte, all’aperto e al chiuso, fra le case e lungo l’argine del fiume, con azioni coreografiche e performative, esperienze pratiche, itinerari collettivi. E con la mai taciuta ambizione di rivolgersi a tutti. Sieni, in altre parole, ha riconosciuto all’Isolotto lo status di territorio fecondo per la sperimentazione; contemporaneamente, anno dopo anno, ha posto le basi per avviare processi e pratiche culturali collaborative che potessero strutturarsi e crescere oltre le giornate dell’appuntamento annuale. Un esempio chiaro di questa visione è l’apertura, già nella prima edizione dei Cantieri Culturali, della Galleria Isolotto. Concepita come presidio culturale territoriale, è dedicata all’arte contemporanea e, oltre alle mostre, ospita occasioni di incontro fra artisti e residenti. Dispone di due sale ancora oggi identificate dai nomi delle precedenti attività ospitate, ovvero “Ortolano” e “Macelleria”.

Inaugurazione del Sentiero d'Oro, Scuola di piccola falegnameria. Ph. Erica Trinchera

Inaugurazione del Sentiero d’Oro, Scuola di piccola falegnameria. Ph. Erica Trinchera

DALLA GALLERIA ISOLOTTO ALLA SCUOLA DI PICCOLA FALEGNAMERIA

Proprio in uno dei suoi spazi si è stata inaugurata la Scuola di piccola falegnameria, guidata dall’artista ed educatrice Viola Tortoli Bartoli, con l’Accademia sull’arte del gesto – Virgilio Sieni. Propone (in forma continuativa) laboratori in cui bambini e ragazzi realizzano opere collettive con materiali di recupero, raccolti e manipolati da loro stessi. In linea con i concetti fondativi del festival, anche in questo caso si punta alla condivisione dell’iter progettuale, senza voler annullare il valore del contributo personale: è infatti solo dall’unione dei singoli gesti, distinti e irripetibili, che possono prendono forma questi interventi corali.
Un approccio identificabile in Sentiero d’oro, l’installazione site specific –percorso pedonale inaugurato nei giorni di Cantieri Culturali Isolotto 2022. La scultura, nata dall’assemblaggio di elementi lignei di scarto, connette la galleria con il Giardino delle Erbacce, lo spazio verde incolto del quartiere che sarà oggetto del prossimo programma di rigenerazione promosso da Sieni e dal suo team, “compresso” fra piazza dei Tigli e piazza Batoni.
Racconta Tortoli Bartoli: “Avanzi inservibili e imperfetti di dimensioni e trame diverse si compongono a tracciare un percorso e divengono supporto per la sperimentazione dell’oro. I bambini hanno lavorato in piccoli gruppi trovando la giusta collocazione dei pezzi alla ricerca di stabilità e precisione (…). L’oro esercita un potere magnetico all’occhio e al tatto e diviene protagonista del laboratorio nelle tre diverse tonalità utilizzate – oro ricco, oro zecchino, oro rame – che vengono continuamente ricordate e riconosciute dai bambini. Questo senso di familiarità con un materiale così lontano dal quotidiano, di privilegio di poterlo maneggiare e utilizzare in autonomia e il fascino della brillantezza che emana rinnovano a ogni incontro l’entusiasmo dell’incontro…”.

Giardino delle Erbacce, Cantieri Culturali Isolotto. Ph. Erica Trinchera

Giardino delle Erbacce, Cantieri Culturali Isolotto. Ph. Erica Trinchera

IL PROGETTO DELLA GRANDE SERRA NEL GIARDINO DELLE ERBACCE

Sottratto alla condizione di residuo, il legno grezzo “tramutato in oro” dell’opera acquisisce una carica anche metaforica. Ogni singola porzione del sentiero, al pari di ciascuna azione individuale, è di per sé rilevante; in associazione a tutte le altre, permette al percorso di divenire tale. Il risultato è una “nuova strada” sulla quale incamminarsi, il cui simbolico approdo è una pianta di ippocastano piantata nel giardino durante la scorsa edizione del festival. Su questo “francobollo di verde”, un non-luogo privo di pianificazione, si concentrano ora le attenzioni e gli sforzi dei promotori del festival, dei soggetti partner, in accordo e con la partecipazione, si spera, dei residenti. Con modalità partecipative analoghe a quelle adottate nel quartiere fiorentino Le Piagge dalle architette Elena Barthel e Anna Lisa Pecoriello coordinatrici del progetto di rigenerazione urbana dello spazio multifunzionale ribattezzato Germinale –, in quest’area verde dell’Isolotto dovrebbero prendere forma “un luogo dedicato alle arti, uno spazio di riferimento per tutti”, come auspicato da Sieni. Il progetto punta alla realizzazione di una serra, tramite piccoli moduli leggeri, da aprire in forma permanente ad attività interdisciplinari rivolte in primis alla comunità residente. Un processo ancora in corso di definizione, che permettere di riscrivere il destino di un “margine urbano” sottoutilizzato: uno spazio pubblico che in realtà, grazie al festival, si è già dimostrato in grado di accogliere esperienze informali per fare arte, stare insieme, entrare in relazione.

Valentina Silvestrini

http://www.virgiliosieni.it/

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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