Intervista a Beccamorta, l’influencer che racconta di cimiteri monumentali sui social

Maria Veronica Zinnia è una giovane content creator di Bologna, contraddistinta da una particolare fascinazione per i cimiteri e i loro “abitanti”, per lo più dimenticati. Volevamo conoscerla meglio e le abbiamo rivolto qualche domanda

Accertarsi della morte del defunto mordendogli le dita dei piedi: questa era la funzione del beccamorto nel periodo medievale. Nel corso degli anni, il termine ha assunto un’accezione negativa a causa dell’etimologia popolare legata a questa antica pratica. Eppure, ciò non ha scoraggiato Maria Veronica Zinnia, che con il personaggio di Beccamorta su Instagram vanta 120mila follower.
Attratta dai cimiteri monumentali e dalle storie delle persone che vi riposano, la content creator bolognese crea video e contenuti che oscillano tra il mistero e il dark, che vedono protagonista la Certosa di Bologna. Volevamo conoscerla meglio e le abbiamo rivolto qualche domanda.

Beccamorta
Beccamorta

Intervista a Beccamorta

Come nasce questa fascinazione per i cimiteri?
Sono sempre stata affascinata dai cimiteri. Da piccola andavo spesso a quello di Medicina con mio padre e mia nonna per far visita a mio nonno, scomparso poco prima della mia nascita.
Ricordo che, mentre camminavo tra i corridoi, ero incuriosita dalle tombe abbandonate e mi chiedevo chi vi riposasse, soprattutto quando si trattava di bambini.
 Crescendo, ho seguito le solite tendenze adolescenziali, con preferenze per attori e band, poi, nel 2018, mi sono imbattuta nella serie tv Bates Motel (spin-off di Psycho) e ho scoperto la tassidermia e la figura del tanatoesteta, ovvero chi si occupa della preparazione e cura della salma prima del rito funebre.
Era un periodo particolare: mi stavo riprendendo da un momento difficile e mi sono concentrata nello studio e nei corsi per entrare nel settore funebre. Purtroppo poi è arrivato il Covid e tutto si è rallentato.

Certosa di Bologna
Certosa di Bologna

Spiegaci meglio…
Avevo tutti i certificati dei corsi seguiti, ma quando ho provato a entrare nel mondo delle onoranze funebri ho incontrato vari ostacoli: in primis, molte agenzie sono a conduzione familiare; poi non avevo la patente e non potevo garantire la reperibilità notturna, poiché stavo seguendo delle cure che richiedevano riposo.

Quindi, quando nasce Beccamorta?
Il personaggio di Beccamorta nasce nel 2019, ma prende forma nei primi mesi del 2020 su YouTube.

Certosa di Bologna
Certosa di Bologna

Beccamorta: raccontare storie misteriose e dark sui social

Quali sono state le storie che ti hanno particolarmente segnato?
Essendo molto empatica, sento tutte le storie che racconto molto vicine, ma tra le tante quella di Giorgio Giardini è quella a cui sono più affezionata.

Certosa di Bologna
Certosa di Bologna

Perché?
Dall’epitaffio sembrava che la morte fosse avvenuta durante un esercizio ginnico. Mi sembrava strano, così ho indagato nei vari archivi giornalistici e negli atti di morte.
Ho scoperto che Giorgio, un ragazzo di 14 anni, abitava in centro a Bologna, in Via Ernerio 9, vicino al Parco della Montagnola. Davanti a casa loro c’era una palestra, ma era improbabile che fosse frequentata da lui, vista la modesta condizione economica della famiglia, negli Anni Venti.
Ho poi trovato un articolo che raccontava come il ragazzo fosse stato trovato morto in casa mentre svolgeva un esercizio con una corda appesa a un chiodo: avrebbe dovuto sorreggersi in equilibrio sul mento.
Purtroppo, le sedie su cui era in piedi crollarono, facendolo scivolare con la corda al collo.
 Insomma, è improbabile che si trattasse davvero di ginnastica: molto probabilmente aveva gravi problemi personali e ha deciso di togliersi la vita. Ma all’epoca il suicidio non poteva essere dichiarato, altrimenti non gli avrebbero permesso la sepoltura.

Certosa di Bologna
Certosa di Bologna

Sei partita da YouTube, poi sei passata a TikTok e Instagram. Come cambia la creazione dei contenuti tra le piattaforme?
Sono partita da YouTube, dove già avevo un canale in cui raccontavo luoghi dimenticati. A causa di alcuni problemi ho dovuto chiuderlo. Nel 2020, durante il Covid, TikTok ha spopolato, ma inizialmente ero scettica. Non conoscevo bene la piattaforma e, dato che YouTube mi dava buoni risultati, non la utilizzai subito.
 Successivamente, però, il mio canale ha iniziato a censurare contenuti legati ai riti funebri e ai cimiteri, facendo calare anche le entrate. Nel 2021 ho scaricato TikTok e iniziato a produrre video più semplici rispetto a quelli per YouTube. Nonostante il buon seguito, sono stata più volte censurata per via dei temi trattati, fino alla cancellazione definitiva del mio profilo.
Alla fine, sono tornata su YouTube, creando contenuti più densi e approfonditi, che però richiedono molto tempo.

E quando sei arrivata su Instagram?
È successo a gennaio 2024, dopo aver risolto alcune questioni personali che stavano influenzando i miei contenuti.
All’inizio non avevo molto seguito, ma una volta trovata la giusta direzione e modalità comunicativa, ho iniziato a ottenere risultati. Ora conto numerosi follower.

Con quale piattaforma ti trovi più a tuo agio?
Mi sento molto più a mio agio su Instagram.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Mi piacerebbe vivere di questo lavoro, continuare a raccontare storie dimenticate non solo della Certosa di Bologna, ma anche di altri cimiteri, sia italiani che internazionali.

Certosa di Bologna
Certosa di Bologna

Beccamorta e la considerazione del trapasso nell’era contemporanea

Come pensi sia vista la morte oggi?
Paradossalmente, in passato c’era una maggiore apertura verso il tema della morte.
Oggi, invece, si ha sempre più timore ad affrontarlo, anche a causa delle etichette sociali. L’elaborazione del lutto, ad esempio, è spesso accompagnata da consigli e “pillole di saggezza” che non tengono conto del fatto che si tratta di un’esperienza del tutto personale.
Credo ci sia una crescente paura di esprimersi per timore di essere giudicati, e questo si riflette anche nelle tombe, sempre più fredde e impersonali, con frasi anonime, prive di trasporto e memoria.

E tu hai paura della morte?
No, non ho paura della morte.
Credo che tutti noi facciamo parte di un grande universo. Se chiudo gli occhi, sono certa che mi risveglierò da qualche altra parte, perché l’energia non si distrugge: cambia solo forma.

Valentina Muzi 

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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