Radio, tv, libri. Ema Stokholma e la sua passione per la pittura

La conduttrice radiofonica e televisiva racconta ad Artribune il suo impegno nelle arti figurative, oltre all’esperienza del suo esordio letterario, l’autobiografia “Per il mio bene”

Ema Stokholma (nome d’arte di Morwenn Moguerou) è una figura emblematica nel panorama artistico internazionale, la cui carriera spazia tra moda, musica, letteratura e pittura. Nata a Romans-sur-Isère (Francia) nel 1983, Stokholma ha trascorso un’infanzia complessa, trovando nella creatività un rifugio e una forma di espressione personale. Dopo aver fatto il suo ingresso nel mondo della moda come volto di prestigiose maison e aver conquistato i club europei come deejay, ha ampliato il suo repertorio artistico avventurandosi nel broadcasting e nella scrittura. Il suo esordio letterario, Per il mio bene, le è valso il Premio Bancarella nel 2021, consolidando la sua reputazione come voce influente nel dibattito culturale.

Ema Stokholma e la pittura

Parallelamente alla sua attività nei media, Stokholma ha coltivato una passione per la pittura, disciplina a cui si è dedicata ufficialmente dal 2016, condividendo i suoi lavori su Instagram. Le sue tele, influenzate dalla pop art ma vicine al realismo magico di matrice italiana e tedesca degli anni Trenta, prendono vita da fotografie scattate personalmente, trasformate poi in opere di grande formato attraverso una tecnica di pittura a mano libera. Ispirata da giganti dell’arte come Edward Hopper e David Hockney, nonché dall’urban art, Stokholma trasferisce sulle sue tele un mondo ricco di colori e sfumature emotive. Ce lo racconta in un contenuto nato in collaborazione con gli studenti del corso Undergraduate Fashion Styling Polimoda.

Intervista a Ema Stokholma

La pittura gioca un ruolo centrale nella tua vita. Come descriveresti il processo creativo dietro ai tuoi quadri, e in che modo l’arte ha contribuito al tuo percorso di elaborazione e guarigione emotiva?
Il mio processo creativo è decisamente lento e riflessivo; necessito di un giorno intero di relax totale prima di poter iniziare a dipingere. Quando comincio a sistemare la casa, so che tra poco inizierò a lavorare al quadro. Ci sono riti che precedono la pittura, come la scelta dei colori da un armadietto dedicato. Solitamente parto da una foto che mi ispira, ma ambisco al giorno in cui potrò dipingere direttamente dalle mie emozioni, senza bisogno di riferimenti visivi esterni.

Il libro autobiografico Per il mio bene ha ottenuto il Premio Bancarella 2021, rivelando non solo un’attitudine all’arte della scrittura ma anche dettagli intimi della tua vita. Come pensi che la condivisione di storie personali possa contribuire al dibattito su temi socialmente rilevanti?
Ritengo sia fondamentale raccontare le proprie esperienze personali, anche se non è sempre piacevole. Se non hai vissuto certe esperienze, è difficile comprenderle pienamente. Grazie alle nuove generazioni, stiamo imparando a coltivare l’empatia, che è essenziale per comprendere le condizioni altrui. Condividendo le mie storie, desidero sensibilizzare coloro che provengono da contesti familiari apparentemente “normali” riguardo le realtà di disagio e violenza che altri possono vivere.

Ema Stokholma tra musica e arte visiva

La tua carriera si è sviluppata tra musica e arte visiva, due mondi espressivi profondamente connessi. Vi sono temi, emozioni o ritmi che si trasferiscono dalla tua vita professionale alla tela?
Assolutamente sì. Ho tentato di rappresentare scenari che organizzo, ma spesso non sono soddisfacenti. La spontaneità è fondamentale; mi trovo a preferire le immagini scattate casualmente, che spesso catturano l’essenza di ciò che poi desidero dipingere. Le situazioni troppo costruite tendono a non rappresentarmi veramente.

Dopo il successo della tua prima mostra a Roma nel 2021, quali sono i tuoi progetti futuri nel campo dell’arte visiva?
Chi ha detto che è stato un successo? Per me è stata un’esperienza nuova e formativa. È diverso ricevere apprezzamenti sui social media rispetto a esporre fisicamente le opere, dove anche chi non mi conosce può esprimere un giudizio. Per quanto riguarda il futuro, considero la mia carriera artistica un progetto a lungo termine. Nel frattempo, continuo a godermi la vita e il mio lavoro quotidiano.

Hai in mente nuove tematiche o tecniche che desideri esplorare nelle tue prossime opere?
Sì, sono interessata a sperimentare nuove tecniche e a esplorare nuove frontiere. Ogni volta che visito un museo, mi sento ispirata e desiderosa di innovare. Ancora mi limito all’uso di pennelli e colori tradizionali, ma sono curiosa di utilizzare strumenti più inconsueti e diretti, come il corpo o oggetti trovati casualmente, per creare arte in modi completamente nuovi.

Alessia Caliendo

Photographer Angelo Guttadauro – @gutt_ae
Project coordinator Alessia Caliendo – @alessiacaliendo

Styling curated by the students of the Undergraduate Fashion Styling course at
Polimoda:

Ariadne Burr Abetti – @aabetti
Bernardo Uto Bruni – @bernardo_bruni
Nadia Calvo – @calvonads
Silvia Castorani – @castorani_silvia
Greta de Gregorio – @heishine
Gemma De Plano – @gemmadeplano
Beatriz Guaraldo – @biaguaraldo
Shaneeq Issac – @sshaneeq
Yujin Jiang – @jinjin0_o
Maina Hai Lambel – @plastic.milk
Beatriz Vermiglio – @beavermiglio
Ines Lima – @inesqlimaa
Mabel Maung – @myanmartian
Ani Shakhkulyan – @aniichok
Harley Thompson – @h_park_t
 
Guardaroba
Issey Miyake
MaxMara
Antonio Marras 
Sergio Rossi
Gabriela Blake
Matilde Fabiani
 
Beauty Francesca Stefani – @francescastefani_art

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Alessia Caliendo

Alessia Caliendo

Alessia Caliendo è giornalista, producer e style e visual curator. Formatasi allo IED di Roma, si è poi trasferita a Londra per specializzarsi in Fashion Styling, Art Direction e Fashion Journalism alla Central Saint Martins. Ha al suo attivo numerose…

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