Luca Beatrice verso il ruolo di presidente della Quadriennale di Roma

Il nome del curatore, docente e giornalista torinese sarebbe molto accreditato per ereditare il ruolo ricoperto da Umberto Croppi fino ad agosto 2023 e ancora vacante, per clamorosi ritardi del Ministero della Cultura nel designare il nuovo CdA della storica istituzione romana. Ma in Quadriennale, Beatrice ritroverebbe un vecchio “nemico”

L’11 agosto 2023, il mandato dell’ormai ex CdA della Quadriennale di Roma è scaduto. Della presidenza di Umberto Croppi, che l’istituzione nata nel 1931 per leggere e valorizzare l’arte contemporanea l’ha guidata dal 2019, completando il processo di rinnovamento avviato dal suo predecessore Franco Bernabè, si ricorderà, innanzitutto, la capacità di ripristinare la missione fondante della Quadriennale, rilanciandola come centro di ricerca (ora sulle arti del XXI secolo) attraverso una molteplicità di attività. Sono nati così il progetto espositivo Quotidiana a Palazzo Braschi, gli studio visit online per il contenitore Panorama, i Quaderni d’arte italiana, la biblioteca digitale, gli appuntamenti volti a coinvolgere un pubblico eterogeneo, tra performance, proiezioni, talk. Sotto la direzione artistica (ruolo introdotto in tempi relativamente recenti, sempre da Bernabè) di Gian Maria Tosatti, incaricato per il triennio 2022-2024 e in conclusione di mandato nei prossimi mesi.

Lorenza Longhi, installation view of FUORI, 17° Quadriennale Di Roma. Palazzo delle Esposizioni, Rome. Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma, Ph. DSL Studio
Lorenza Longhi, installation view of FUORI, 17° Quadriennale Di Roma. Palazzo delle Esposizioni, Rome. Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma, Photo DSL Studio

La Quadriennale di Roma e i ritardi per la nomina del nuovo CdA

Una ripresa tangibile – dopo decenni di alterne vicende e con la prospettiva, ancora negata da intoppi burocratici, di trovare finalmente casa all’ex Arsenale Clementino – che non è bastata a scongiurare i ritardi per la nomina del nuovo CdA (scaduto ormai anche il regime di prorogatio del precedente), di certo deleteri per la salute di un’istituzione che tanto faticosamente sta ritrovando la sua strada, come conferma l’incremento sostanziale del bilancio e l’acquisizione di nuovi partner, come la Camera di Commercio di Roma. Deliberare sui nomi che orienteranno il prossimo futuro della Quadriennale di Roma spetta al Ministero della Cultura, che con il predetto ritardo, in questo inizio di febbraio 2024, sarebbe prossimo a sciogliere la riserva.

Luca Beatrice
Luca Beatrice

Luca Beatrice alla Quadriennale di Roma?

E voci di corridoio sempre più insistenti individuerebbero in Luca Beatrice il nuovo presidente designato: classe 1961, nato a Torino, il curatore d’arte contemporanea, docente, saggista e giornalista – chiamato di recente, nel MAXXI di Alessandro Giuli, a coordinare il team di curatori esterni incaricato di portare proposte e contenuti alla programmazione del Museo delle Arti del XXI secolo – succederebbe dunque a Umberto Croppi. In Quadriennale, Beatrice – già co-curatore del Padiglione Italia alla Biennale d’Arte di Venezia nel 2009 – è stato commissario alla sezione Anteprima della XIV edizione, nel 2004. Se la nomina fosse confermata, il neopresidente condividerebbe il suo percorso con Gian Maria Tosatti, anche se solo per i mesi che restano alla naturale scadenza del mandato da direttore artistico.
Sulla carta, una convivenza non proprio pacifica, considerando l’accoglienza che Beatrice aveva riservato al debutto di Tosatti in Quadriennale, nel 2022, sulle pagine di Libero, polemizzando sulla somma di cariche cumulata dall’artista romano, scelto nello stesso anno anche come unico artista per il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia. La scelta di chiamarlo alla direzione artistica dell’istituzione romana, secondo Beatrice, rivelava “la sfiducia nei confronti del curatore, ritenuto fino a non molto tempo fa il deus ex machina in grado di determinare la fortuna critica e mercantile del prodotto. Oggi per capire dove va l’arte non resta che sentire loro, gli artisti. Loro sì che ci sapranno dire, senza conflitti di interesse e con autentica competenza, ciò che va e ciò che non va, quali le tendenze giuste e i personaggi”. Di più, il curatore torinese si era mostrato critico anche sulla decisione di affidare a Tosatti l’intero Padiglione Italia: “Uno spazio immenso e impegnativo donato a un solo artista, persino Picasso sarebbe stato in difficoltà di fronte a tanti metri quadri”; e strali erano stati destinati dalla sua penna – sempre dotata di un’acuta ironia – anche al malcelato moralismo, a suo dire, di un’operazione molto costosa però giustificata come atto politico, di monito verso la società contemporanea. “Gian Maria Tosatti” sentenziava allora Beatrice “è dentro il sistema, riverito come un pascià e stimato come un filosofo, ma deve sentire l’odore di marcio e spiegarci come è andata”. Dal canto suo, Tosatti già nel 2015 replicava a un polemico articolo di Beatrice sul profilo degli artisti “Giovani, carini e mosci” invitandolo a mettere in dubbio, invece, il ruolo del curatore (dunque a guardarsi, innanzitutto, in casa): “Cosa ha fatto lui per la mia generazione? Qual è stato il suo contributo reale, come critico e come curatore nell’aiutare la mia generazione a uscire dall’inutilità per essere politicamente e poeticamente incidente?”, incalzava l’artista. 
Semmai dovesse presentarsi l’occasione di lavorare insieme, i due sapranno superare gli screzi del passato? “Per ora sono in Azerbaijan a parlare con gli artisti, visto che alla Biennale di Venezia curo il padiglione di questa nazione“, risponde ad Artribune Beatrice, live da Baku “Mi chiedi della Quadriennale? Mah, in realtà per ora sono solo voci“. Ma quindi smentisci? “Sono solo voci…“. 

Livia Montagnoli

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