Lara-Vinca Masini e il futuro della memoria. Un doppio ricordo

Alessandra Acocella e Angelika Stepken, curatrici degli “Scritti scelti” di Lara-Vinca Masini, ricordano l'intellettuale fiorantina scomparsa lo scorso 9 gennaio.

Lara-Vinca Masini ci ha lasciati il 9 gennaio, all’età di novantasette anni, dopo aver trascorso una vita lunga e intensa, animata da una passione rinnovata nel tempo per le arti visive contemporanee, l’architettura, il design e le arti applicate.

CRITICA E STORIA IN LARA-VINCA MASINI

Storica dell’arte, critica e curatrice di progetti espositivi sperimentali, dai primi Anni Sessanta ha portato avanti una riflessione sulle arti tesa a coniugare ricerca storica e militanza culturale. Dagli esordi professionali nella redazione di seleArte di Carlo Ludovico Ragghianti, rivista di cui condivide sin da subito la prospettiva interdisciplinare, alle prime coraggiose mostre d’avanguardia curate con il Centro Proposte nel contesto fiorentino (così poco aperto ad accogliere le novità in campo artistico), il suo lavoro e impegno è proseguito con forte intensità negli anni, dando vita a una serie innumerevole di esposizioni, monografie, presentazioni in cataloghi, articoli su quotidiani e riviste specializzate, relazioni per conferenze, scritti e appunti rimasti ancora inediti. Un lascito importante di cui è testimonianza viva il suo grande archivio, da lei stessa donato al CID/Arti Visive del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.
Nel 2007, scrivendo per un convegno di studi a Gubbio, affermava l’importanza di “riconquistare un altro concetto di memoria, di quella che vorrei definire ‘la memoria del futuro’, una memoria non ripiegata su sé stessa, ma usata come stimolo per il recupero di una creatività nutrita di una linfa nuova che ritrovi, anche nel passato, una preveggenza di un futuro non scontato” (La memoria del futuro e futuro della memoria, 2007, ora in L.-V. Masini, Scritti scelti 1961-2019. Arte Architettura Design Arti applicate, Gli Ori, 2020).

UMANESIMO E DISUMANESIMO IN MOSTRA A FIRENZE

In queste parole si condensa l’importanza di quel rapporto dialettico tra memoria storica e pensiero critico sul presente da lei sostenuto tanto nella produzione saggistica quanto attraverso l’attività curatoriale, trovando uno dei suoi esiti più celebri e dirompenti nella grande manifestazione Umanesimo, Disumanesimo nell’arte europea 1890/1980 organizzata a Firenze nel 1980. In controtendenza rispetto al Rinascimento celebrato dalle mostre medicee allestite nello stesso anno nel capoluogo toscano, Lara-Vinca Masini individuava nel binomio umanesimo/disumanesimo una categoria atemporale per indagare, nell’arte europea dell’ultimo secolo, il senso della crisi e la natura ambigua e conflittuale della modernità.
L’itinerario di questa manifestazione a scala urbana, allestita da Piero Frassinelli/Superstudio, trovava il suo fulcro nella mostra storica sul “negativo” che presentava opere realizzate in epoche diverse, dal Simbolismo al Nouveau Réalisme, per diramarsi poi in vari luoghi della città, con interventi site-specific e azioni performative degli artisti Sandro Chia (in collaborazione con Renato Ranaldi), Giuseppe Chiari, Luciano Fabro, Hans Hollein, Rebecca Horn, Fabio Mauri, Hermann Nitsch, Wolf Vostell, e degli architetti radicali Haus Rucker-Co e Hans Hollein.
Questi interventi lontani da finalità scenografico-decorative scandivano con la forza della dimensione urbana un percorso a cielo aperto nelle piazze e nei cortili dei palazzi storici, alcuni dei quali scelti per le condizioni di degrado o per denunciare i risvolti meno edificanti della storia di Firenze.

ARTE E ARCHITETTURA DA VENEZIA ALLA TOSCANA

Arte e architettura d’avanguardia, nelle loro correlazioni interdisciplinari, rappresentano i due poli intorno a cui ruotano altre importanti imprese critiche ed espositive che la vedono protagonista in quegli anni, come il suo contributo alla XXXVIII Biennale di Venezia del 1978, articolato intorno alle linee interpretative di ‘topologia’ e ‘morfogenesi’, in cui largo spazio viene affidato ai protagonisti dell’architettura radicale non soltanto fiorentina, presenti qui per l’ultima volta in maniera corale. O ancora la più tarda Dedalo e Icaro. Sei artisti e sei architetti per il territorio (Barberino Val d’Elsa, 1995), dove torna a riflettere su un tema a lei caro, quello della ‘provincia’, individuato come campo operativo più libero e disponibile ad accogliere, rispetto ai grandi centri, le nuove proposte e sollecitazioni della creatività sperimentale.

LA PRODUZIONE EDITORIALE DI LARA-VINCA MASINI

Non può non essere ricordata inoltre la sua grande impresa editoriale dei quattro volumi in cui ha ripercorso la storia dell’arte e dell’architettura del XX secolo secondo una divisione trasversale in due linee contrapposte e complementari: la Linea dell’unicità (1989), che ha come riferimenti la soggettività, la libertà creativa del gesto irripetibile, e la Linea del modello (1996) impostata sulla razionalità, sul modello di arte come nuova immagine del mondo.
Altri temi e riflessioni hanno attraversato, come fili tra loro interconnessi, la sua vastissima produzione critica, dal ruolo del museo alle trasformazioni della città contemporanea, dalle sperimentazioni sonore alle pratiche performative, dalla dimensione sociale del design al gioiello d’autore, sempre con uno sguardo attento alle nuove generazioni e al dialogo aperto e ravvicinato con gli artisti.

– Alessandra Acocella

Topologia e morfogenesi. Utopia e crisi dell’antinatura. Momenti delle intenzioni architettoniche in Italia (Edizioni La Biennale di Venezia, Venezia 1978)

Topologia e morfogenesi. Utopia e crisi dell’antinatura. Momenti delle intenzioni architettoniche in Italia (Edizioni La Biennale di Venezia, Venezia 1978)

Lara-Vinca Masini era da anni “in trono” nella piccola cucina del suo grande appartamento, tra i circa 200mila documenti e pubblicazioni che aveva accumulato nel corso della sua lunga vita. Riusciva a malapena a uscire di casa. La cucina funzionava come una batteria, un generatore di energie e pensieri per tutti coloro che vi soggiornavano.
Si è interrogata fino all’ultimo su ciò che i giovani artisti facevano e pensavano “là fuori” nel mondo, e in realtà voleva ancora incontrarli tutti. Era inesorabilmente turbata dalla cultura politica del suo Paese e dal suo declino, giudicava duramente ciò che si stava facendo urbanisticamente nella sua amata Firenze. E ha evocato infiniti ricordi dettagliati di molti decenni: di artisti, delle loro opere, degli incontri, degli spazi, dei conflitti e delle collaborazioni. Lara si animava nella conversazione e chi le sedeva di fronte non poteva che essere grato per la sua calda, coraggiosa, critica e intelligente generosità.

LARA-VINCA MASINI CRITICA MILITANTE

Ha vissuto con e attraverso l’arte, in realtà si dovrebbe dire attraverso il dialogo diretto con gli artisti. Ha pensato all’arte dalla sua origine: il progetto produttivo, la sua libertà e la sua necessità, la sua appropriazione istituzionale. Ha vissuto il mondo attraverso l’intelligenza artistica e attraverso la parola, il parlato e lo scritto.
Nei suoi testi ha esplorato con ricerca e precisione ciò che non è stato ancora confermato nelle opere e negli atteggiamenti artistici attuali, e allo stesso tempo ha sostenuto un concetto di arte ampliato che includesse l’architettura e il design, l’arte applicata e l’urbanistica. Lara aveva bisogno dell’arte come controparte per esprimersi con il linguaggio, ma non è stata solo riflessiva, ha fatto delle proposte, cercato nuovi e alternativi confronti artistici per il futuro: ha creato – insieme agli artisti – spazi come il Centro Proposte, ha collegato la scena italiana con le stazioni internazionali nella Prima Triennale Itinerante di Architettura Contemporanea Italiana, si è confrontata con il falso storicismo della sua città natale e ha stimolato criticamente l’ambiente locale con il percorso espositivo internazionale di Umanesimo Disumanesimo, unico nel suo genere.

UNA PILA DI LIBRI E UNA TAZZA DI CAFFÉ

Era sempre in movimento, inquieta, e in conversazione con gli artisti lungo tutto il loro percorso. Ha anticipato molto di ciò che i “curatori indipendenti” hanno sviluppato come professione solo negli Anni Novanta. Non era una femminista, ma era una scrittrice e una curatrice forte, testarda, esperta, colta e progressista.
Poco più di sette mesi fa abbiamo pubblicato una scelta dei suoi scritti che coprono sei decenni. Senza il coinvolgimento di Lara, il libro non sarebbe mai apparso così. La sua traboccante ricchezza di riflessioni, incontri e suggerimenti non poteva essere contenuta in 448 pagine. E si trattava solo di testi già esistenti, non di tutto ciò che poteva ancora essere descritto…
Da sabato sera ci manca Lara. Molto. Ci manca la sua presenza, le sue prospettive, la sua generosità, la sua militanza, ci manca di abbracciarla con gioia al nostro arrivo e poi cercare subito spazio per una tazza di caffè sul tavolo della cucina pieno di carte e pile di libri. Siamo infinitamente grate di aver condiviso molte ore con lei. La sua voce avrà una risonanza incoraggiante ed eterna.

– Angelika Stepken

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