Cosa c’entra Matteo Messina Denaro col nostro patrimonio culturale?

C’entra, e neppure poco. Il boss fu tra i principali mandanti degli attentati mafiosi che esattamente trent’anni fa presero di mira gli Uffizi, il PAC di Milano, la Cattedrale di San Giovanni in Laterano e la chiesa di San Giorgio al Velabro a Roma

Al giorno di oggi se parliamo di danneggiamenti al patrimonio culturale ci vengono in mente i barattoli di zuppa gettati sul vetro protettivo di un quadro. O le vernici lavabili per imbrattare statue e sculture. Ci vengono in mente insomma gli attivisti di Ultima Generazione o degli altri gruppi che per alzare l’attenzione sulle problematiche ambientali organizzano attacchi (per lo più innocui) a quadri ed edifici storici a cui fanno seguito contrite dichiarazioni enfatiche e indignate del politico (o del ministro!) di turno.

MATTEO MESSINA DENARO E LE STRAGI DEGLI ANNI NOVANTA

C’è stato un tempo, però, durante il quale contro il patrimonio culturale si piazzavano ordigni, chili di tritolo, autobombe. Erano gli Anni Novanta e quegli attentati tra Roma, Firenze, Milano erano organizzati da Cosa Nostra con un coinvolgimento diretto, accertarono poi gli inquirenti, di Matteo Messina Denaro.
Il boss appena arrestato dunque ha un legame diretto con il nostro patrimonio culturale più identitario. E ci racconta qualcosa su come questo patrimonio è stato in passato strumentalizzato per spaventare lo Stato, indurlo a più miti consigli, intimidire i cittadini, alzare il livello di terrore e smarrimento. “Scelsero gli obiettivi sfogliando depliant turistici”, dichiararono alcuni pentiti nel corso dei processi. Ma non è da escludere che la scelta degli Uffizi di Firenze (Strage di Via dei Georgofili), del Padiglione d’Arte Contempronea di Milano (Strage di Via Palestro), dei Palazzi Lateranensi e di San Giorgio al Velabro a Roma non siano stati target scelti con quella ostentata superficialità.

Il delitto quasi perfetto, Installation view, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano

Il delitto quasi perfetto, Installation view, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano

I 30 ANNI DAGLI ATTENTATI CONTRO IL PATRIMONIO CULTURALE

È impossibile prevedere già oggi se Matteo Messina Denaro deciderà di collaborare con la giustizia o si chiuderà nel silenzio. Se dovesse parlare però, sarebbe di grande interesse scoprire le circostanze che portarono a quegli eccidi di tanti anni fa, perché proprio contro i beni culturali del Paese, perché quei simboli e non altri, come si determinò quella scelta. E, magari, capire ancora meglio – al di là delle tante ipotesi e dei numerosi processi già svolti – in quale quadro tali attacchi alla cultura italiana si sono determinati. Sarebbe anche doveroso nei confronti delle vittime, visto che nel 2023 ricorrono i trent’anni da quegli incredibili episodi.

Massimiliano Tonelli

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Massimiliano Tonelli

Massimiliano Tonelli

È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…

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