Grande progetto di valorizzazione Arsenale di Venezia. Ma alcune associazioni non sono d’accordo

Si attende la firma del Protocollo d’Intesa per il progetto di valorizzazione dell'Arsenale di Venezia, stipulato da Comune di Venezia, Ministero della Cultura e quello della Difesa, con uno stanziamento di quasi 200 milioni di euro. Ma le associazioni locali non ci stanno e indicono una mobilitazione di massa per il 6 febbraio

Risale allo scorso dicembre il via libera della Giunta Comunale di Venezia al progetto integrato di valorizzazione funzionale dell’Arsenale di Venezia, al quale si procederà non appena sarà firmato il Protocollo d’intesa tra il Comune di Venezia, il Ministero della Cultura e quello della Difesa. L’intervento consiste nel mettere a sistema la ripartizione realizzata nel 2013 tra Comune, Demanio militare della Marina e area “sine die”, con la quale si intendono quegli immobili divenuti di proprietà del Comune ma che, ancora oggi, continuano ad essere usati a titolo gratuito dalla Marina militare fino a quando non si troverà una riallocazione delle attività. L’intento è quello di dare un assetto definitivo all’area eliminando la zona ibrida (una parte sarà oggetto di concessione alla Biennale, che si allargherà ancora), ristrutturare gli immobili, sviluppare attività artistico-culturali permanenti correlate di archivio storico delle arti, laboratori e centri di ricerca permanenti e dare un nuovo assetto al transito del trasporto pubblico locale e ai mezzi di trasporto, con il transito nel Canale delle Galeazze. A questo si aggiunge l’impiego della “Darsena Novissima” per almeno due occasioni all’anno per eventi della durata non superiore ai 15 giorni permettendo la fruizione di spazi acquei, il tutto grazie a un investimento di 170 milioni di euro provenienti dal PNRR, i quali si aggiungono ai 20 milioni di euro stanziati già nel 2020 dal Ministero della Cultura per il restauro e la riqualificazione degli edifici “Officine e Comparto del ferro”. 

LA VALORIZZAZIONE DELL’ARSENALE DI VENEZIA 

Un risultato strategico con il quale riusciamo a definire positivamente una situazione per la quale, di fatto, una parte rilevante del compendio risultava inutilizzata e inutilizzabile e priva di interventi di riqualificazione, ma soprattutto andremo ad acquisire il diritto ad utilizzare i bacini per manifestazioni, come il Salone Nautico che, grazie al loro carattere internazionale, hanno riacceso i riflettori sulla nostra Città e sulla promozione delle sue eccellenze”, ha commentato il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, definendo il Protocollo “un atto concreto e una chiara visione di ciò che questa Amministrazione vede per la Venezia del futuro”. Una decisione che non raccoglie il consenso di molte delle associazioni locali, le quali si stanno organizzando per mobilitarsi contro la firma e la messa in atto di questo piano strategico, che coinvolge una porzione di territorio gigantesca del centro storico della città.  

La darsena dell'Arsenale di Venezia ph. Jean Pierre Dalbéra from Paris, France

La darsena dell’Arsenale di Venezia ph. Jean Pierre Dalbéra from Paris, France

FORUM FUTURO ARSENALE CONTRO IL PROTOCOLLO D’INTESA DELL’ARSENALE DI VENEZIA 

Si tratta di una rete di realtà per la tutela della città e del suo patrimonio consolidatasi sotto Forum Futuro Arsenale, che si propone di trasformare l’antico centro di produzione navale – “Arzanà de’ Viniziani” – in un polo delle civiltà del mare di interesse mondiale, combinando attività di produzione, ricerca, cultura e arte secondo una prospettiva partecipativa e orizzontale, lontana dal piano imbastito dall’amministrazione. “Il Comune retrocede alla Marina e alla Biennale importanti spazi di sua proprietà, rinuncia ad un uso continuativo a favore della città della Darsena grande, prende atto che l’intero complesso, tranne parti residuali recuperate a suo tempo dalla società Arsenale, sia definitivamente precluso all’accesso dei cittadini: rinuncia in sintesi a qualsiasi progetto di trasformazione dell’Arsenale in una parte di città viva, aperta, produttiva capace di dialogare con il mondo”, scrive l’associazione nel manifesto redatto, dal titolo Ripartiamo dall’Arsenale. “Riteniamo che si stia per passare il segno e che sia il momento di lanciare una mobilitazione della città volta al recupero integrale della potestà comunale sull’Arsenale”, prosegue il testo. “L’Arsenale è patrimonio inalienabile dei veneziani ed essi devono badare a mantenerlo vitale e tutelato nella sua interezza”.  

L'Ingresso di terra dell'Arsenale di Venezia Ph. Didier Descouens

L’Ingresso di terra dell’Arsenale di Venezia Ph. Didier Descouens

ARSENALE DI VENEZIA, LA MOBILITAZIONE DI FORUM FUTURO ARSENALE 

Tante le proposte sul piatto avanzate da Forum Futuro Arsenale. Al centro, però, il medesimo tema: il ritorno delle strutture nelle mani del Comune e la condivisione delle attività con le rappresentanze cittadine, con spazi aperti 365 giorni all’anno alla fruizione della collettività. Non da ultima, la questione del transito dei mezzi per il trasporto pubblico nella darsena dell’Arsenale vecchio e nel canale delle Galeazze, considerata come una minaccia ambientale e al patrimonio della Serenissima, piuttosto che come un’occasione per la mobilità di cittadini e visitatori. E ancora torna, ricorrente, la domanda aperta sul futuro di Venezia, patrimonio fragilissimo e spesso abusato in passato, che nel rilancio post pandemico ha finalmente l’occasione di riscrivere la propria storia in una chiave sostenibile che ne tuteli le radici e ne garantisca la longevità. Si riuscirà a trovare una formula efficace entro tempi adeguati? Intanto le associazioni contestatrici sono decise a chiedere all’unanimità lo stop alla firma del Protocollo di intesa, per ritrattare le condizioni strategiche del piano di valorizzazione dell’Arsenale. L’appuntamento è fissato per il 6 febbraio 2022, davanti alla Porta dei Leoni.

ARSENALE DI VENEZIA. LE ISTITUZIONI ACCOLGONO LE PROTESTE

Il progetto che riguarda gli spazi dell’Arsenale di Venezia che stiamo valutando insieme al ministero della Difesa e al Comune di Venezia punterà a valorizzare totalmente l’Arsenale come spazio pubblico: non c’è nessuna sottrazione di aree che, anzi, verranno liberate e saranno fruibili dai cittadini”. È questa la risposta del ministro della Cultura, Dario Franceschini, che nel corso del suo intervento in audizione presso la Commissione Istruzione pubblica e Beni culturali del Senato in merito alla Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha manifestato la volontà di accogliere le proteste dei giorni scorsi e allinearsi con gli intenti delle associazioni locali. “Il particolare la parte che riguarderà il finanziamento del Ministero della Cultura per il progetto della Biennale – che è un patrimonio di Venezia e che sarà discusso con tutte le associazioni e a tutti i vari livelli anche non istituzionali – recupererà aree che non saranno limitate alle manifestazioni di arte e architettura della Biennale ma saranno utilizzabili dal pubblico per 365 giorni l’anno, senza alcuna barriera: saranno sempre aperte“, ha proseguito. “Dall’Archivio ai due nuovi teatri, come previsto dal progetto, ci sarà la completa percorribilità e attraversabilità degli spazi. Se qualcuno esprime dei timori sull’operazione è, semmai, sugli spazi che non saranno coinvolti da questo progetto e sui quali, sono certo, si avvierà una discussione collegiale sulla loro destinazione con tutti i soggetti coinvolti”.

– Giulia Ronchi  

https://futuroarsenale.org/  

Articolo aggiornato il 22/02/2022

 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

 
Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

Scopri di più