Cultura e transizione green per la ripartenza. I temi della Soft Power Conference a Venezia

Dal 30 al 31 agosto Venezia ospita la Soft Power Conference, due giorni di incontri che vedrà esperti internazionali confrontarsi sui temi della transizione economica e della cultura. Ne abbiamo parlato con Francesco Rutelli, fondatore del Soft Power Club

Industria culturale e transizione ecologica come strumenti per superare la crisi pandemica: sono questi i temi nevralgici che verranno affrontati nel corso della seconda edizione della Soft Power Conference, la due giorni di incontri promossa dall’omonimo club fondato da Francesco Rutelli con l’obiettivo di rilanciare il Soft Power – termine utilizzato in geopolitica per indicare la capacità di un paese di esercitare la propria influenza attraverso gli strumenti della cultura – come “strumento di promozione degli interessi delle nazioni e di dialogo e collaborazione multilaterale”. La prossima conferenza si terrà il 30 e il 31 agosto a Venezia, tra la Fondazione Cini e l’università Ca’ Foscari, e vedrà la partecipazione di rappresentanti di istituzioni ed esperti confrontarsi su “transizione ambientale e il ruolo della cultura per la ripresa dopo la pandemia”, temi che secondo il Premier e Presidente di turno del G20 Mario Draghi“sono centrali nella nostra Agenda multilaterale”. E Venezia che accoglie l’evento è la città che in questo momento meglio rappresenta le urgenze e le istanze dell’epoca contemporanea, tra bellezza e fragilità: “sono particolarmente felice che l’evento si svolga a Venezia”, scrive Draghi alla Soft Power Conference. “poche città al mondo sono tanto ricche di cultura e allo stesso tempo così vulnerabili. Nel luglio scorso, il nostro Governo ha deciso di limitare severamente l’accesso delle grandi navi da crociera nella Laguna. Vogliamo promuovere un paradigma di sempre maggiore sostenibilità per la nostra industria turistica e siamo pronti a sostenere cittadini e imprese in questa impegnativa e costosa transizione. Gli occhi del mondo sono su Venezia, lo sono sempre stati. Crediamo che questa decisione”, conclude Draghi, “possa servire da modello per altri governi, nel loro impegno a promuovere una maggiore consapevolezza ambientale e a proteggere il patrimonio culturale. Non credo ci sia modo migliore per esercitare il nostro soft power”.

Francesco Rutelli

Francesco Rutelli

LA SECONDA SOFT POWER CONFERENCE A VENEZIA RACCONTATA DA FRANCESCO RUTELLI

“I temi della Soft Power Conference si incontra bene con Venezia, così come le maggiori città d’arte italiane: per loro il turismo è fondamentale per vivere, ma il troppo turismo può causare la loro morte”, spiega Francesco Rutelli ad Artribune. E in questo scenario, che ruolo può giocare la tecnologia? “L’esperienza della pandemia paradossalmente ci aiuta perché ha permesso di sperimentare in tempi rapidi gli strumenti digitali, sconosciute in particolare alle generazioni adulte”, continua Rutelli. “Secondo alcuni, questo è un passo avanti verso la schiavitù nei confronti degli algoritmi dall’altra parte però questa situazione ci ha portato ad alfabetizzarci verso l’uso della tecnologia e a permetterci di utilizzare questa esperienza per programmare, limitare e gestire i flussi di una città come Venezia, tra tornelli e biglietti, senza che tutto questo diventi burocrazia cartacea. Venezia potrebbe essere il primo esempio di città a gestire la popolazione digitale internazionale”.

TRANSIZIONE ECOLOGICA E INDUSTRIA CULTURALE PER SUPERARE LA CRISI PANDEMICA (E NON SOLO)

Se la transizione ecologica appare ormai una urgenza e una necessità più che evidente per tutelare il pianeta, che ruolo gioco in questa delicatissima temperie storica la cultura? E soprattutto, che impatto possono avere sull’economia globale? “Sia l’aspetto delle industrie culturali creative sia l’aspetto della transizione green vengono interpellati anche per quanto riguarda la creazione di nuovi posti lavoro, di buoni posti di lavoro”, risponde Rutelli. “La pandemia ha spostato gli equilibri di un tempo, ma il quadro di insieme non è negativo se gestito con intelligenza. La transizione ecologica da un lato può essere un incubo, per delle limitazioni che vengono vissute malissimo e il taglio delle emissioni che comporta chiusura di filiere produttive, tagli di posti di lavoro, aumento del costo del carburante; dall’altro però può essere una strategia che, nel bilancio tra posti di lavoro che si perdono e quelli che invece si guadagnano, ha un saldo positivo. Mi spiego meglio: se la bilancia pende verso la direzione uno, avremo una ribellione come quella accaduta in Francia, con i gilet gialli che sono nati come movimento per protestare contro la tassa sui carburanti per finalità ecologiche. Se la bilancia invece pende verso la direzione due, avremo invece un cambiamento economico e sociale profondo, e oltre alla risoluzione del problema climatico assisteremo all’accelerazione di una società più sana e più sostenibile. Il cambiamento è inevitabile, necessario e positivo”.

– Desirée Maida

www.softpowerclub.org

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

Scopri di più